Si è aperta mercoledì 19 settembre 2012 la 3^ festa/vetrina del teatro contemporaneo veneto: 24 spettacoli, rappresentati nei teatri di Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi, da mercoledì 19 a sabato 22 settembre, a monitorare il polso della situazione del teatro veneto contemporaneo.
La rassegna è stata organizzata e fortemente voluta dal PPTV -Produttori Professionali Teatrali Veneti , che ha messo a disposizione i fondi ministeriali assegnati alle singole realtà professionali associate, per la realizzazione di una vetrina/ rassegna allargata anche ad altre realtà teatrali del territorio veneto: operazione encomiabile, dettata dal clima di crisi attuale che induce al fronte comune piuttosto che alla divisione, e generosa nel dare spazio a quelle realtà minori venete di qualità che non hanno la capacità di sostenersi autonomamente.
Ci pare una linea condivisibile, capace di guardare con fiducia al futuro e di investire nelle nuove generazioni, dal momento che il PPTV si preoccupa anche di offrire competenze e mezzi a quanti dimostrano capacità ed originalità di ricerca.
Ogni anno a rotazione viene individuata una città veneta. Quest’anno è toccato alla città di Belluno, dopo Venezia dell’anno precedente e Padova.
L’organizzazione della vetrina è stata affidata alla compagnia teatrale residente a Belluno la TIB Teatro.
Si è inteso così offrire la possibilità di promuovere le nuove produzioni teatrali di pregio e di far conoscere a critici e operatori culturali vecchie e nuove compagnie teatrali venete, in un clima culturale di confronto dialettico tra operatori culturali, stampa, e tra le compagnie selezionate.
A questo scopo la puntuale organizzazione ha informato e seguito passo passo tutti i partecipanti iscritti, fornendo loro una cartellina contenente calendario degli spettacoli, elenco degli operatori, alberghi e luoghi di ristoro convenzionati, piantina della città e pass individuale e predisponendo un servizio di trasporto autobus gratuito per raggiungere le sedi di spettacolo distribuite nel territorio.
Hanno promosso l’iniziativa la Regione del Veneto, gli Assessorati alle Attività Culturali dei comuni di Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi, la Fondazione Dolomiti Unesco, l’Archivio di Stato di Belluno.
Questi gli spettacoli rappresentati, selezionati su 54 proposte pervenute, da una commissione artistica formata da Daniela Nicosia, Maria Cinzia Zanellato, Giovanna Gianesin Caserta, Carlotta Vinanti, coordinata dal regista Paolo Bonaldi.
MERCOLEDI’ 19 SETTEMBRE
Barabao Teatro- VII Non Rubare
GIOVEDI’ 20 SETTEMBRE
Viva Opera Circus/Compagnia Franceschini -Vangelo
Daniel De Rossi-I Demoni del Paese delle Meraviglie
SlowMachine- VideoDran
Teatro all’insegna dell’orso in peata- Il servitore di due padroni
Vasco Mirandola- Una testa piena di farfalle
Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio- Sogno di un uomo ridicolo
Citepò- Sogni e fagotti
BL.itz Concerto
VENERDI’ 21 SETTEMBRE
Tam Teatromusica- Canto dell’albero
Michela Mocchiutti- Marzia su Roma
Paolo Puppa – La fine di Bragadin e Famagosta
Antonella Morassutti- Omaggio a Dino Buzzati
Laura Zago- File life
Art(h)emigra Satellite- Misurabilia
Pantakin/Teatro Boxer- Villan People
Compagnia VIA – Foll:a
Gigio Brunello – Beati i perseguitati a causa della giustizia perchè di essi è il regno dei cieli
Tib Teatro – Io ti prendo per mano
SABATO 22 SETTEMBRE
Atelier Teatro Danza/Proscenio- Da grande sarò….Tiziano!
Ailuros- Personae
Ullallà Teatro- Rosaspina…storia di un bacio
Amistad- Lost in veneto
Antonio Panzuto- Il frigorifero lirico
Tra gli spettacoli visti diamo resoconto di quelli che ci sono sembrati da segnalare.
NOTE DI PREGIO
Si può dire, a rassegna conclusa, che la perfetta organizzazione del TIB Teatro, che ha coordinato anche interessanti momenti di pranzo conviviale per favorire la socializzazione e gli scambi di informazioni tra le Compagnie, gli operatori e la stampa, ha centrato l’obiettivo principale: quello del confronto dialettico in un clima di serenità e di critica costruttiva.
Apprezzabile, nella scelta artistica delle Compagnie partecipanti, l’eterogeneità dei generi e dei linguaggi: una panoramica a pieno campo che ha spaziato dal teatro dei burattini al teatro danza, dal teatro per bambini, a quello delle scuole medie superiori e degli adulti, dal teatro di parola a quello multimediale, da spettacoli in working progress, a performance e a rappresentazioni compiute.
NOTE CRITICHE
Si sono registrate, nel sentire comune, alcune perplessità sulle scelte artistiche operate, che in più di qualche occasione, hanno abbassato il livello di qualità complessivo delle proposte teatrali.
E’ anche dispiaciuto il fatto che non tutte le compagnie invitate ( ma molte si, almeno parzialmente) si siano fermate oltre il tempo necessario per l’allestimento del proprio spettacolo, rinunciando all’occasione di confronto/scambio peraltro non frequente per chi produce in ambito teatrale.
Entrambe le” note” meriterebbero approfondimenti specifici e inducono alla riflessione e alla ricerca di risposte ad alcuni interrogativi:
1- Il livello non sempre alto delle proposte dipende da scelte artistiche opinabili o da scarsezza di risultato delle produzioni delle compagnie teatrali oggi esistenti sul territorio veneto?
2- E’ possibile che esistano “realtà sommerse” di qualità che non si sono proposte alla vetrina di sguardi? E se si perchè?
3- A cosa si deve la diserzione, seppur parziale, della platea da parte delle Compagnie invitate?
INTERVISTA A DANIELA NICOSIA, ORGANIZZATRICE E REGISTA DEL TIB TEATRO
- Perchè il titolo “Sguardi” per questa festa/vetrina del teatro contemporaneo veneto?
Sono diverse le ragioni. La prima perchè sono sguardi diversi nei confronti del teatro, che partono da un coordinamento formato da più persone, una commissione artistica che coinvolge le nove compagnie professionali del veneto che aderiscono al PP.T.V. , la seconda perchè il nostro sguardo non si è focalizzato solo su un genere teatrale, ma ha preferito un’offerta di produzioni eterogenee nei linguaggi, poi ancora perchè abbiamo riservato agli under 30 una sezione apposita ( sguardi al futuro in questo caso) nella quale abbiamo cercato di rintracciare elementi di valore, o di originalità, o quelle caratteristiche “promettenti” che in futuro potranno dare frutti interessanti.
Verso i gruppi più giovani riserveremo una particolare attenzione, fornendo loro un tutoraggio e un sostegno in competenze, conoscenze ed esperienza, secondo la logica della circuitazione dei saperi.
“Sguardi” è un appuntamento annuale.
2) Cosa è la PP.T.V.?
La PP.T.V. , che ora raccoglie nove compagnie teatrali: il TIB teatro di Belluno, il Pantakin e Questa Nave di Venezia, il Tam Teatro musica e l’ARA di Padova, la Viva Opera Circus e il Teatro Scientifico di Verona, l’Ensemble Vicenza Teatro e il Theama Teatro di Vicenza, è nata nel 2002, con la presidenza di Labros Mangheras.
Il suo scopo è quello di riunire le strutture venete che si occupano di produzione teatrale in maniera professionale, valorizzando le esperienze di teatro di innovazione presenti a livello regionale ed elaborando proposte utili al sistema teatrale complessivo.
“Sguardi” è un progetto avviato dal 2010, con appuntamento annuale, ogni anno in una città diversa, finanziato dalle nove compagnie che compongono la PP.T.V.
3) Quale è stato il filtro guida per la selezione degli spettacoli da inserire nella rassegna?
Il comune desiderio era quello di proporre cose diverse, non necessariamente affini al nostro modo di fare teatro, per poter ampliare la conoscenza del panorama teatrale.
Abbiamo privilegiato le realtà residenziali, quelle che hanno un teatro come punto di riferimento ed un modulo organizzativo a contatto con il territorio.
La scelta è avvenuta sia visionando direttamente le proposte durante la loro messa in scena, sia attraverso la lettura dei dvd degli spettacoli. Di 54 richieste ne abbiamo accolte 24.
Leggendo però a posteriori la locandina di presentazione con l’elenco degli spettacoli mi sono accorta che il filo conduttore che li raccoglie è quello” dell’urgenza etica”. E’ una necessità sociale quella di ritornare a parlare dei valori della vita, come la giustizia, il rispetto…e scorrendo i titoli molti spettacoli proposti poggiano su queste tematiche.
Gli spettacoli visti:
I DEMONI DEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Da un inizio fantasioso e favoleggiante della bella Alice, bambina in balia degli eventi e dei personaggi della famosa fiaba di Carroll, lo spettacolo comincia a prendere un po’ alla volta tinte inquietanti. Si scopre che l’autore è in scena. Mentre attende Alice che a sprazzi compare, medita su se stesso, imprigionato nelle proprie fantasie e ossessionato dagli eventi e dai personaggi della storia. Il confronto/dialogo con Alice si sposta dalla fantasia alla realtà: una realtà malata e terribile, che lo vede interprete di fantasie perverse e pedofile, in cui si intravvedono, grazie anche alla ribellione denuncia finale di Alice e alla sua vendetta, bambine violentate, innocenza calpestata e infanzia violata.
Bravi i due giovani interpreti, lui, Daniel De Rossi, capace di empatia comunicativa con il pubblico, lei, Jessica Zanella, dalla bella voce e dal personaggio intrigante.
Rimane qualche interrogativo sullo snodarsi di un testo non sempre accattivante e sulla parte conclusiva d’impatto verbale aggressivo e senza mediazioni, con un’Alice simbolo dell’infanzia violata, che pone quesiti sul possibile pubblico per lo spettacolo, troppo crudo per il mondo infantile e troppo diretto e “didattico” per un pubblico adulto.
Lo chiedo agli attori che mi rivelano essere uno spettacolo per le scuole superiori, forse utile in un progetto di sensibilizzazione e monito educativo.
VIDEO DRAN
Interessante approccio multimediale della performance “VideoDran”( videodramma), breve ma di forte impatto, centrato sulle interferenze televisive all’interno di un nucleo familiare e sulla frammentarietà comunicativa tra i suoi membri.
Tre video accolgono un bambino al ritorno da scuola all’ora di pranzo. Il bambino, solo in scena, è in balia dei tre video accesi: uno per ciascuno dei genitori e il terzo un televisore, da classico sfondo che accompagna la vita familiare anche nei momenti più intimi. I tre video interagiscono tra loro e con il bambino con domande e commenti, ritagliandosi vicendevolmente brevissimi tempi di risposta. Le risposte non sono poi così importanti e le domande, solo in apparenza premurose, ricalcano luoghi comuni diventando stereotipate e inutili.
Dice la presentazione:
“ La riflessione di VideoDran emerge dalla necessità d’indagare il rapporto tra uomo e multimedialità…una schizofrenia indotta tra l’umano e l’immagine di esso.”
La performance ha anche il pregio di mettere a nudo la nostra quotidiana difficoltà comunicativa, stretta tra urgenze di orari e interferenze televisive pesantemente condizionanti.
L’ideazione, la regia e i video sono a firma di Rajeev Badhan, la drammaturgia di Elena Strada, le musiche di Michele Braga e Enrico Ficco, gli interpreti: Eliseo Cannone, Elena Strada, Matteo Menegaz e RajeevBadhan.
VILLAN PEOPLE
La convincente drammaturgia di Andrea Pennacchi “ Villan People”- la solita mala storia, produzione Pantakin- Teatro Boxer, si deve forse alla capacità di guardare alla realtà oltre la superficie. Lo spettacolo, allestito a Feltre il 21 settembre 2012, tratta di una storia veneta, indagata nel rapporto intimo familiare: una moglie che aspira ad una vita migliore, almeno nelle apparenze tangibili di un potersi permettere lussi solo immaginati, un malumore abilmente dosato con confronti, cui il marito sembra permeabile, fino al punto di cedere al miraggio di un lavoro incredibilmente facile e inspiegabilmente remunerato.
La presunta onestà del marito carabiniere cede, passando quasi per caso dall’altra parte: ambiziose pretese che portano all’illegalità in un clima in cui il filo di demarcazione è sottile e interiore, perchè la realtà finisce per travolgerci.
Andrea Pennacchi dice:” I nostri protagonisti vengono dalla cronaca nera, ma non sono mostri, illuminano anzi le strutture profonde di questo nostro fortino di polenta e costicine: le storie che si stendono sul lettino dell’anatomopatologo sono terribilmente semplici, anche se non banali.”
Bravi i tre interpreti che indossano i costumi di Licia Lucchese, Michele Modesto Casarin,anche regista dello spettacolo, Manuela Massimi e Andrea Pennacchi, capaci di rendere con colore un affresco di vita che, dice sempre Pennacchi, ricorda il Ruzante, per la sanguigna verità dei personaggi.
UNA TESTA PIENA DI FARFALLE
Uno dei migliori spettacoli proposti in questa vetrina è stato “Una testa piena di farfalle”, scritto e interpretato con grande scioltezza e padronanza scenica da Vasco Mirandola che ha dato vita ad un testo ironico e intelligente. L’attore ha spaziato dal senso della vita e della morte, dall’amore ai valori della vita, alle domande sull’aldilà, toccando luoghi comuni e reinventandoli. Né sono mancati sprazzi di analisi interiore alla ricerca del vero significato dei nostri quotidiani banali” modi di dire”, faccia esteriore dei nostri modi di pensare “omologati”, inconsapevolmente razzisti, il cui significato profondo spesso ci è oscuro: uno spettacolo dal sapore semantico-filosofico, condotto con leggerezza, ma capace di indurre alla riflessione dell’oggi.
L’attore, solo in scena,con le luci di Luca Diodato, ha animato le belle scenografie colorate e stilizzate di Marisa Merlin, essenziali, surreali ed eleganti, divertendosi nella loro manipolazione e trasformandole simbolicamente nei significati.
Ne è risultato uno spettacolo fresco, nuovo, profondo, che non ha mai perso quella leggerezza ironica di chi guarda alla realtà in modo smaliziato sì, ma con un sorriso.
DA GRANDE SARO’…. TIZIANO!
Una bella storia quella rappresentata sabato 22 settembre nel Piccolo Teatro G.Pierobon di Ponte nelle Alpi, dall’Atelier Teatro Danza /Proscenio, alla presenza anche di alcune scolaresche che commentavano a viva voce dialogo e azioni dei due attori protagonisti, a testimonianza della capacità di coinvolgimento della messa in scena.
La storia, liberamente tratta da” Tiziano il Giovane. Dalle Dolomiti a Venezia” di Laura Walter. Ed Kellermann 2007, ripercorre le tappe dell’infanzia e della giovinezza di Tiziano, figlio di una ricca famiglia di commercianti di legname. Se all’inizio Tiziano, nel paese di montagna Pieve di Cadore, passava le giornate a giocare con l’amico pastore Carlo, immaginando di poter ritrarre fiori e animali del paesaggio rupestre, crescendo, la sua passione verso la pittura lo accomuna al fratello Francesco. Grande la gioia di entrambi nello scoprire che il padre ha deciso di mandarli a Venezia per imparare l’arte della pittura. Il lungo viaggio in zattera li porterà finalmente a destinazione cambiando radicalmente la loro vita.
Lo spettacolo, firmato dalla regia di Paola Brolati, ha il pregio di essere bene agito dai due protagonisti Pippo Gentile e Alessandro Rossi, capaci di dare movimento ed espressività ad una trama esile, tutta giocata sulle loro doti attoriali e sull’intelligente cambio di scene costruite a vista dai due attori, nonostante qualche lentezza e forse carenza di idee durante la lunga traversata in zattera.
IO TI PRENDO PER MANO
Lo spettacolo teatrale “ Io ti prendo per mano”, produzione del Tib Teatro, con il testo e la regia di Daniela Nicosia è andato in scena a Feltre il 21 settembre: un atto unico che ha impegnato l’attenzione degli spettatori per 70 minuti, catapultandoli all’interno di una camera nella quale il tempo ha acquistato più una valenza psicologica che reale.
Il lungo monologo della madre, interrotto a tratti dai commenti e dalle premure della figlia, ha ripercorso ricordi, speranze e disillusioni, mescolando, nello scorrere della memoria, gli stati d’animo del presente, intessuti tanto di vecchi rancori e risentimenti quanto di una necessità di manifestarsi alla figlia in un modo nuovo, prima della inevitabile conclusione della malattia.
Anche per la figlia ormai donna, l’opportunità di un chiarimento diventa urgente e struggente, sospeso tra il riconoscimento di vecchi torti subiti e la necessità etica di adempiere ad un ruolo di assistenza verso la madre, nel rispetto della persona e del valore della vita.
Se la sontuosità di un letto-altare, tanto nella ricercata fattura che nella immacolata biancheria, rimanda ad un immaginario ben più ricco di quello visibile e tradotto in testo/parola, ciononostante l’intera azione rimane ancorata ad un’unica situazione, costringendo gli spettatori ad una identificazione ( non molto difficile data la tematica) con il conflitto rappresentato, complice senza dubbio l’interpretazione molto convincente e realistica delle due brave interpreti Piera Ardessi e Paola Compostella.
Lo spettacolo ha senza dubbio centrato l’obiettivo: l’analisi e l’approfondimento del rapporto madre/figlia, svelato in un momento di particolare debolezza psicologica reciproca, ma forse ha rinunciato a quei risvolti fantasiosi e “leggeri” che avrebbero potuto dare maggiori chiavi interpretative o accompagnare in altre dimensioni lo spettatore, preferendo un’aderenza iperrealistica dal sapore di testimonianza.
La legittima scelta di linguaggio, condotta in questo caso con pertinenza fino in fondo, pone l’interessante interrogativo: “Quale funzione ha il teatro?” , domanda che facilmente segna lo spartiacque non tra i diversi generi, ma tra i diversi modi e potrebbe aprire un dibattito, tutt’altro che scontato, su intenzioni, estetiche e scenari di riferimento.
BEATI I PERSEGUITATI A CAUSA DELLA GIUSTIZIA PERCHE’ DI ESSI E’ IL REGNO DEI CIELI
Con la firma di Gyula Molnar e Gigio Brunello, quest’ultimo autore di teatro, attore e in questo spettacolo anche burattinaio, si snoda il dialogo tra Gesù Nazareno e Pinocchio, entrambi in carcere nonostante le rispettive proteste di innocenza, nello spettacolo di burattini: “Beati i perseguitati a causa della giustizia perchè di essi è il regno dei cieli.”
I due burattini alle sbarre, divisi da un muro che nonostante tutto permette loro di comunicare, confrontano le proprie esperienze, forti di un’identica matrice comune: entrambi sono figli di falegnami.
Se Pinocchio si lascia andare a qualche confidenza sulla Fata Turchina e il campo dei miracoli, miraggio ingannatore ad opera di due lestofanti ,anche Gesù svela il doppio risvolto dei propri miracoli: non sempre l’intenzione del fare del bene viene premiata e i miracoli rischiano di accontentare qualcuno e scontentare altri.
A parte la singolarità del testo, pervaso da coraggiosa ironia e ben condotto dall’autore burattinaio Brunello, colpisce l’utilizzo dei burattini in scena, lontano dai clichè cui siamo abituati, i cui pochi movimenti rivelano più le intenzioni psicologiche interiori dei due protagonisti, piuttosto che gli effetti consolidati esteriori, capaci di generare facile consenso in virtù di ritmi conosciuti e consolidati nella tradizione.
La vicenda strappa il sorriso e apre alla riflessione.
Anche se lo spettacolo della durata di 40 minuti, una delle migliori proposte di questa vetrina/ rassegna, è consigliato e proposto da un età dai 10 anni, pensiamo sia irrinunciabile anche per un pubblico adulto.
Gigio Brunello, che si è confrontato anche con le maschere della Commedia dell’arte e con la rivisitazione di classici quali Goldoni, Bruckner e Shakespeare, ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Marionetta d’oro 1997 e 2003 Puppet Fest Gorizia, Silvano d’oro 1998 Italia, Sirena d’oro 2002 Italia, Gran Prix Festival Internazionale di Bielorussia 2000, Premio Nazionale Critici di Teatro per l’opera Macbeth all’improvviso nel 2002.
PERSONAE
Liberamente ispirato al film” Persona” di Ingmar Bergman, lo spettacolo multimediale di e con Barbara Riebolge, sola in scena ma dalla forte presenza, è un’indagine, uno studio quasi psicoanalitico sul proprio io, frammentato in tanti personaggi. Se all’inizio immagini di persone scorrono sul maxi schermo di fronte alla protagonista, non ancora indagate, poi acquistano consistenza nel rapporto, sempre su video, con il proprio doppio: presenza silenziosa a supportare il monologo della brava attrice che si interroga sulla comunicazione e svela le proprie ansie e le preoccupazioni più profonde, indossando più ruoli.
Incisiva ed essenzialmente simbolica la scena: un tavolo, una sedia, un gioco di specchi e uno schermo, per le riprese e video editing di Andrea Tich, convincente il testo a firma anche di Nicola Cecconi e suggestive le musiche di Lorenzo Tomio.
Barbara Riebolge ha vinto il Premio miglior performer al Festival Teatri Riflessi di Catania con Studio su Persona, riduzione di Persone.
LOST IN VENETO
Spettacolo teatrale atipico, sospeso tra teatro e concerto, ma dai solidi contenuti, quello proposto da Amistad Teatro, a chiusura della festa/vetrina di sguardi, sabato 22 settembre nella Sala Teatro Giovanni XXIII di Belluno.
Dopo un’introduzione tutta teatrale e la coraggiosa scelta di proporre un Amleto shakespeareiano dei giorni nostri, nella traduzione vicentina di Luigi Meneghello, per indicare il senso di spaesamento in un territorio veneto mutato, Loris Contarini, accompagnato dalle musiche e dalle canzoni eseguite dal vivo da Rachele Colombo e Paolo Valentini, si lascia andare ad un lungo monologo e si interroga sull’origine, la evoluzione e l’attuale realtà del territorio veneto.
I tre interpreti mostrano spessore interpretativo ed esperienza.
Il testo, firmato dallo stesso Contarini e da Massimo Carlotto, a tratti pungente, mira a “smontare” alcuni luoghi comuni del comune pensare, ma ha soprattutto il pregio di guardare al territorio in modo propositivo, cercando di ri-orientarsi, accogliendo “vie di beltà”.
Presenti allo spettacolo alcune classi della scuola media superiore che hanno seguito con attenzione ed interesse.
Emanuela Dal Pozzo