Stupefacente e seguito da un pubblico incredulo, lo spettacolo “Il paziente” della compagnia Madame Rebinè, è andato in scena il 1 febbraio 2013 nella sede del Kitchen Teatro di Vicenza, secondo appuntamento della rassegna teatrale invernale.
Stupefacente, perchè capace di rompere i clichè cui siamo abituati per dare vita ad un nuovo linguaggio teatrale, abbondantemente condito da contaminazioni di clownerie circensi.
Ma sarebbe erroneo e superficiale configurarlo in quell’ambito, perchè i tre protagonisti dello spettacolo: il dottore, l’infermiera e il paziente, interpretati da Andrea Brunetto, Max Pederzoli e Alessio Pollutri, sono tre personaggi profondamente teatrali, ben caratterizzati, ciascuno con le proprie manie e contraddizioni, che giocano la relazione sul filo della “sperimentazione”, perdendosi e ritrovandosi.
Un sottile filo ironico accompagna lo spettatore in tutto lo spettacolo, un continuo gioco a nascondino durante il quale i tre attori si velano e si svelano, confrontandosi con i grossi temi della vita ( e del teatro): la malattia, la vita, la morte.
Ma le tematiche vengono affrontate in modo surreale e se la partenza è realistica, ambientata in una camera d’ospedale nella quale un paziente, sofferente di una malattia sconosciuta diventa cavia/oggetto di un medico ambizioso, lo svolgimento dello spettacolo assume pieghe incredibili ed inaspettate, di un humor coinvolgente.
La necessità di indagini mediche, di operazioni e di esplorazioni corporee diventa il pretesto per portare le situazioni alle possibilità più estreme, rendendo il dramma tragicomico.
E’ il gioco degli opposti,continuamente presenti in tutto lo spettacolo: realtà/finzione, dolore/gioia, nevrosi/amore, leggerezza d’animo/morte. E’ anche l’esplorazione dell’altra faccia delle cose, quella presente ma sottile e nascosta e che nasce dalle pulsioni più intime. Particolarmente interessante la leggerezza poetica del personaggio femminile dell’infermiera, a controbilanciare la struttura portante e seriosa degli altri due, parte interpretata da un attore maschio in modo assolutamente personale, lontana da stereotipi “facili” e che per questo ci colpisce, “muovendo” in noi spettatori energie di forza divergente, che vanno a rinforzare il senso complessivo di stupore dello spettacolo.
Confluiscono in modo naturale e “caratteriale”le abilità circensi dei singoli attori, diventando “necessità”, parti fondanti del senso del tutto: dai giochi di prestigio che caratterizzano la relazione infermiera/ paziente, alla giocoleria del medico nevrotico e ambizioso, in cerca di un pubblico da stupire, dagli incredibili ritmi musicali ed effetti vocali inventati dall’infermiera per sedurre il medico, fino ai giochi sul trapezio del vecchio paziente, in precario equilibrio tra la vita e la morte. Un’esplorazione caratteriale dei personaggi inedita, che pur mantenendo lo spessore e la complessità della propria personalità si avvale di forme interpretative e comunicative nuove.
Lunghi applausi nell’immediato, a premiare una compagnia quasi incredula di tanto successo, perchè “giovane “ di scena: sono solo due anni che lavorano insieme, da quattro lavorano individualmente come artisti di strada e si stanno affacciando solo ora al palcoscenico dei teatri, mi dicono.
Ma poi vengo a sapere che i tre attori si sono formati nella stessa scuola di circo Flic di Torino e anche se la Compagnia Madame Rebinè nasce a Toulouse nel 2011, riprende un precedente progetto che li vede insieme già nel 2007, cosa che spiega il grande affiatamento artistico.
Citando la presentazione della Compagnia: “Convinta che le grandi libertà nascano dall’accettazione dei propri limiti, ha fatto della risata il proprio logo e della poesia lo strumento con cui trasmettere la sua piena fiducia in tutto ciò che di bello c’è nel mondo.”
A posteriori, invece, un respiro di sollievo mescolato ad una punta di tristezza: esistono ancora il gusto della ricerca creativa, la capacità inventiva, l’originalità delle realizzazioni e quella bravura di esecuzione che derivano dalla professionalità acquisita e da una costante attenzione a mezzi e contenuti, peccato che al momento l’ambito in cui si muovono preveda pubblici ristretti.
Siamo fiduciosi e pensiamo: “Si faranno strada”.
Lo spettacolo “Il paziente” sarà replicato alle ore 21 il 10 febbraio 2013 alla scuola di circo Flic di Torino e il 23 febbraio 2013 al Teatro Galileo Galilei di Romanengo (Cremona).
Per quanti invece volessero vedere gli altri spettacoli della Compagnia, sempre alle ore 21:
“Cabarè” al Caffè della Caduta di Torno il 5 febbraio 2013 e “La riscossa del clown” al Teatro Galileo Galilei di Romanengo (Cremona) il 24 febbraio 2013.
Emanuela Dal Pozzo