Scenograficamente splendido e ricco di contenuti lo spettacolo” Io?Pollicino” , rivolto ad un pubblico di bambini di scuola primaria, è andato in scena nel teatro di Nogara ( Verona) nella mattina dell’8 marzo 2013, di fronte alle scolaresche della scuola del posto.
La messa in scena, di e con Evelina Perchorova, attrice bulgara che da oltre vent’anni produce in Italia spettacoli per l’infanzia, ha avuto il pregio di entrare nelle maglie larghe della storia per approfondire alcune importanti tematiche, riprese poi in un interessante dibattito con il pubblico presente: la povertà, l’abbandono dei bambini, l’importanza dell’esperienza nell’acquisizione delle conoscenze, il superamento delle paure irrazionali, il coraggio di affrontare “ i mostri” che distruggono il mondo dell’infanzia.
Altrettanto variopinto il linguaggio usato, dal linguaggio poetico scenografico, duttile e suggestivo, capace di giocare con le forme tridimensionali, amiche o paurose, alle fantasiose azioni con gli elementi scenici, fino ad un’interpretazione capace di sottolineare le atmosfere e le immagini evocate, aiutata dallo svolgersi di un tempo “rallentato” che ha pilotato l’attenzione molto viva dei bambini verso la lettura di immagini, linguaggio ed atmosfere emotive.
Uno spettacolo affascinante con le scenografie e i costumi di Svila Velickova, i suggestivi pupazzi realizzati da Sofia Puppet Theatre ( Bulgaria), l’ audio e le luci di Nicola Pazzocco , ed una estetica scenica capace di evidenziare il senso più profondo dei significati contenuti.
Le forme “informi”,gradevoli ombre del bosco, agite nello spazio diventano pesci voraci e mostri, a sottolineare, spiega poi l’attrice ai bambini, l’infondatezza irrazionale delle nostre paure che “fa vedere cose inesitenti, giacchè gli squali nel bosco non esistono, come spesso i lupi”: un invito a superare da un lato i propri limiti e dall’altro a considerare la natura amica, fonte di preziose esperienze, messaggio ecologico di crescita e sfida per conoscere le proprie capacità.
La paura dell’essere mangiati è un filo conduttore spesso ripreso nel corso dello spettacolo,a partire dal bellissimo orco cattivo, personaggio della storia, ideato e realizzato con una bocca gigantesca a dimensione umana, capace di contenere il corpo dell’attrice.
Alla domanda dei bambini del perchè una bocca così grande, l’attrice risponde che nella ideazione/ realizzazione scenografica i personaggi sono stati pensati secondo le loro peculiari caratteristiche: una bocca enorme per un orco affamato, delle gambe accentuate per un Pollicino che deve camminare. Ma il commento più significativo è venuto proprio da un bambino che ha dichiarato a fine spettacolo:” Non è che si vede come in tv, si vede veramente!” a sottolineare la forza di un linguaggio, quello teatrale, difficilmente sostituibile e al contempo la forza emozionale di questo spettacolo, prodotto da eutheatre.net e distribuito da Teatro Oplà.
Emanuela Dal Pozzo