Gli scaffali di una qualsiasi libreria possono confermare come, nella cronologia letteraria, parlare di streghe abbia sempre destato grande interesse. Potremmo fare un elenco infinito di nomi che vanno da Circe alle tre sorelle di Macbeth, da Medea alla più recente Narcissa Malfoy, senza trascurare le fiabe più lette durante la nostra infanzia. Sono donne speciali, in grado di compiere atti sovrumani, per lo più oscuri e malvagi. Simboli del male e amanti perverse del demonio, soprattutto agli occhi di quell’umanità medievale pronta a colpevolizzarle e metterle all’indice pur di giustificare eventi inspiegabili e sopperire a invidie e gelosie. Questo capita ad Antonia, nel 1600, dopo essere stata adottata da due coniugi di Zardino, piccolo borgo novarese. La sua eccessiva bellezza e la sua condizione di “esposta”, secondo l’inquisitore sono due logici motivi per essere accusata come creatura del diavolo. Subisce torture e violenze fisiche di ogni genere, carcerazioni e privazioni, fino a che il 20 agosto del 1610 la sentenza la consegna alla morte, per liberare il mondo dalla sua presenza. Sebastiano Vassalli ha vinto il premio Strega (ironia della sorte!) con il suo libro “La chimera”, edito nel 1990 da Einaudi; è la storia della piccola Antonia Renata Giuditta Spagnolini, ambientata a Novara sotto il regno di Filippo II di Spagna. Con una scrittura diretta e fluida, a volte spinta dagli eventi a diventare più cruda e dolorosa, l’autore tratta temi ancora di grande attualità come l’invidia, la violenza e la superstizione, recuperando una storia lontanissima. Per ricostruirla si è avvalso di una minuziosa ricerca documentaria, testimoniata dai numerosi riferimenti agli atti del processo. Sorte analoga tocca ad Anna Goldin, a Glarona, poco meno di due secoli dopo, come ci narra l’autrice svizzera, Eveline Hasler, nel romanzo “L’ultima strega” edito in Italia nel 1994 da Armando Dadò Editore. Anch’essa è una donna affascinante e intelligente e nella casa della famiglia Tschudi, dove presta servizio come serva, viene accusata di malefici e sortilegi verso una delle figlie. Sottoposta ad atroci torture è costretta ad autoaccusarsi di complicità col maligno. Muore decapitata nel giugno del 1782: Anna è considerata da una giustizia bigotta e corrotta, l’ultima strega. Più recente la pubblicazione del volume di Emanuela Dal Pozzo “Il tesoro del monastero”, edito da La Riflessione nel 2011. Anche qui si legge la triste storia della giovane Estrella, dotata di una voce melodiosa e incantevole. Come le altre due anche lei viene colpita dalle accuse dell’Inquisizione, in una Spagna di fine ‘400 animata da eventi politico culturali che si intrecciano alle pretese di controllo religioso. Per lei però c’è un finale diverso, aperto forse ad una successiva possibilità narrativa. La lettura è scorrevole e coinvolgente anche per la presenza di alcuni delitti intriganti. La ricerca storica risulta minuziosa e necessaria allo svolgimento dei fatti. Il lessico è scelto con cura e precisione e non mancano alcune immagini retoriche che impreziosiscono lo stile narrativo. La scrittrice ha al suo attivo un altro romanzo storico “Il castello di Chambleau” edizioni MEF L’Autore Libri Firenze 2007.
Daniela Marani