Segnalando la mostra dal titolo “Astrattismo emozionale”, allestita nel Palazzo del Genio di Cerreto Sannita ( piazza San Martino), che potrà essere visitata fino al 24 agosto prossimo, dalle 19 alle 21, intervistiamo l’autore delle opere esposte Salvatore Antonaci, residente a Peschiera del Garda ( Verona), citando un brano della recensione critica di Sergio Zazzera, pubblicato su “Il Brigante.it”
“….. Se il supporto, ( tele di sacco) cui l’artista ricorre, richiama alla mente Burri ed Emblema, la sua cifra artistica, viceversa, fa pensare , da una parte, agli “strappi” di Giuseppe Antonello Leone, per le scritte originali che inframezzano il segno pittorico, e, dall’altra, a Carmine Di Ruggiero, per le sovrapposizioni materiche al segno medesimo, quasi omaggio alla ceramica cerretese….”
1- Quando hai cominciato a dipingere e perchè?
Ho cominciato a dipingere nel 1997, anno in cui ho incrociato nella mia vita il maestro Francesco Cacciatore da Siracusa, che mi ha contagiato la passione per l’arte pittorica e nel vedere le opere che mi dilettavo a fare ha riconosciuto in me potenzialità che mi ha spronato ad affinare per poter osare l’ingresso nel mondo dell’arte.
2- Qual’è il tuo retroterra culturale in ambito artistico?
Non ho una specifica formazione in campo artistico ma posso definirmi autodidatta. Avendo cominciato a dipingere in età adulta mi sono posto il problema di dedicarmi a studi specifici ma il mio stesso maestro ispiratore Francesco, seppur formato all’Accademia delle Belle Arti e in possesso di perfezionamenti di vario tipo mi disse che non sarebbe stato necessario studiare quanto esercitare il mio talento e affinarlo con l’esperienza.
3- Ci sono autori contemporanei e non, o generi pittorici che ti piacciono particolarmente e perchè?
Ammiro la bellezza dell’arte in ogni sua forma e intravvedo messaggi artistici, sinificati e sensi in ogni genere pittorico. Mi sento comunque più vicino all’astrattismo informale.
4- La mostra che stai presentando a Cerreto Sannita dal titolo “ astrattismo emozionale”èla prima che fai? Perchè questo titolo? Quali gli obiettivi? Quali i problemi?
Ho già esposto le mie tele in provincia di Verona a Garda e a Sandrà. Dipingo con una forte impronta emozionale. Astraendo forme e figure utilizzo il tratto come espressione del colore allo stato puro, nella totale irrazionalità, in una drastica rottura degli schemi che esula da tutti i canoni della pittura classica.Una forma d’arte che punta soprattutto alla comunicazione, con un ‘importanza cruciale al colore, che vede la trasposizione su tela dell’armonia dell’anima e degli impulsi spirituali, nel tentativo di raggiungere un equilibrio estetico che offra un’interpretazione del mondo circostante basata sull’interiorità. Da qui “ Astrattismo emozionale”:
Gli obiettivi sono far conoscere la mia arte e le mie opere. Le difficoltà sono legate all’organizzazione di un evento, non completamente supportate dal contesto di accoglienza.
A differenza delle precedenti esposizioni questa mostra, di cui ho curato personalmente l’allestimento, mi consente un contatto diretto con il pubblico. Ne sto traendo interessanti spunti relativi alle modalità organizzative e all’importanza del contesto nel quale si offre la visione della propria arte. Inoltre il consenso che personalmente incontro rafforza la convinzione che l’autenticità del proprio lavoro e delle intenzioni che lo producono raggiunge sempre la ricettività delle persone e alimenta la mia motivazione a creare.
5- Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto valutando proposte per esporre a Milano, Venezia, New York, ma aldi là del luogo e della location che mi verrà offerta, sto diventando consapevole della grande opportunità che costituisce l’incontro con l’altro nella propria arte, la possibilità di fondere saperi, conoscenze e abilità, di crescere nella condivisione poiché qualunque cosa siamo in grado di creare resta poca cosa se non cerchiamo l’opportunità per farne dono.
Emanuela Dal Pozzo