“OPERA ON ICE” IN ARENA

Sicuramente di richiamo la terza edizione di “Opera on ice” presentata lo scorso 28 settembre in arena e per un duplice motivo: il primo sicuramente di genere sportivo in quanto per gli appassionati del settore , e me tra questi, poter vedere pattinare nell’anfiteatro campioni olimpici quali Evgeni Plushenko , Stéphane Lambiel o Carolina Kostner (per citare solo i più popolari) non capita proprio tutti i giorni ed il secondo sembrava quest’anno farci ben sperare in quanto, oltre all’importantissima presenza dell’Orchestra areniana e del suo Coro, rispettivamente diretti dal M° Fabio Mastrangelo e dal M° Armando Tasso, la grande ‘kermesse’ mediatico-sportiva sembrava aver aperto le sue porte anche ad artisti internazionali del mondo della lirica attraverso la presenza di Vittorio Grigolo.

Premetto che Vittorio Grigolo è un artista che rispetto e che, più di una volta, ho lodato per la giusta teatralità e per il timbro particolarissimo che spesso ha saputo usare con intelligenza ma in questo caso la sua presenza non è certo stata all’altezza della sua fama e popolarità. Inoltre, anche se ormai è prassi consolidata, fare pubblicità dell’ultima uscita discografica all’interno di una manifestazione, certo commerciale, ma in cui vengono messe in evidenza elevate doti sportive (arte e sport dovrebbero essere sempre modelli di etica ed oggi più che mai) e che peraltro appoggiava un’ organizzazione benefica quale “Un cuore un mondo” di Padova, risultava, non tanto criticabile, quanto triste e prevedibile. Bisognerebbe cercare, in queste occasioni, di porsi su di un livello differente soprattutto se si ha una visibilità ed un’immagine internazionale.

Lo spettacolo, dal punto di vista sportivo, si è rivelato all’altezza , si potevano forse biasimare agli artisti minori difficoltà tecniche rispetto agli anni passati ma ciò può essere giustificato dalla particolarità della serata mentre sotto il profilo prettamente musicale la prestazione di Grigolo è stata discutibilissima e, se si chiama un nome a livello internazionale come il suo è giusto che si pretenda (anche in questa sede) una prestazione artistica di elevato profilo; di fatto ciò non è avvenuto e ce ne rincresce molto, ‘in primis’ per l’artista stesso.

Grigolo (Quartetto dal “Rigoletto”, “Ave Maria “ di Schubert, “E lucevan le stelle” da “Tosca”) era accompagnato da un gruppo di artisti meno noti al grande pubblico (i soprani Elisa Balbo e Aida Garifullina, il tenore Stefano Tanzillo. Il baritono Davit Babayants ed il mezzosoprano Alice Marini) su alcuni dei quali è doveroso invece spendere qualche parola.

Sicuramente di indubbio interesse si presentava la vocalità del soprano Elisa Balbo (“Casta diva “ da “Norma”, “Amami Alfredo” da “La traviata” e “Un bel dì vedremo” da “Madama Butterfly”) che si è distinta per il timbro assai interessante e per la giusta musicalità , speriamo davvero che questa esperienza, che ha affrontato con grinta e con un buon risultato, possa esserle servita come solido banco di prova nonostante la sua vocalità, pur di indubbia importanza, necessiti ancora di studio per poter affrontare con sicurezza e più matura teatralità l’arduo repertorio proposto. Insieme a lei mostrava ottime qualità anche il baritono dalla provata professionalità David Babayants.

Sicuramente da sottolineare l’efficacia spettacolare ed artistica del connubio mondo dell’opera e pattinaggio che , pur nella scontata ottica commerciale, spero in futuro possa acquisire maggior profondità artistica che ne accrescerebbe, globalmente, carisma e splendore.

SILVIA CAMPANA

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