Si è svolto all’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza l’intero giorno del 25 ottobre e il mattino del 26 ottobre 2013“ Catarsi- Convegno internazionale sul teatro-che-cura” interessantissimo per l’argomento e i cui interventi dei relatori non hanno certo deluso le aspettative del folto pubblico presente. Certo, nonostante la chiarezza espositiva degli intervenuti, c’è da chiedersi quanto abbiano raccolto gli studenti dei due licei presenti, iniziativa encomiabile nella logica di apertura della e alla scuola, ma la raffinata qualità dei contenuti degli interventi sarebbe stata più apprezzata e compresa in profondità da studenti universitari o del dams e da quanti hanno vissuto in prima persona almeno parte del percorso di ricerca teatrale dell’ultima parte del ‘900.
Così come lo stesso Antonio Attisani, ex attore e oggi docente dell’Università di Torino, ha detto, in apertura del suo intervento ( uno dei più affascinanti, colti, partecipati e apprezzati) cioè di non credere più alla formula del convegno, rimandando alle sue e altrui pubblicazioni in merito, così noi non riusciremmo a riassumere la quantità e il colore degli interventi, che nel tentativo di illustrare i tanti significati del termine “catarsi”, hanno ripercorso parte della storia del teatro, dalle origini filosofiche di Platone ed Aristotele a confronto, fino alle vive esperienze dei giorni nostri. Tre a questo proposito le videoconferenze: Jean Marie Pradier, docente dell’Universitè Paris VIII, in collegamento diretto con Parigi con l’intervento dal titolo “L’ideal cathartique et l’antropologie des émotions”, Jonathan Hart Markwaia, attore del Roy Hart Theatre, in videoconferenza da New York , con l’intervento “ La voce che cura” e infine gli attori del Teatro Valle occupato a Roma, in diretta con il Teatro Valle, introdotti dal critico Andrea Porcheddu.
Gli altri interventi, tutti interessanti e ricchi di rimandi: Gabriele Sofia (Università di Roma La Sapienza) con “ Teatro e neuroscienze nel Novecento”, Franco Perrelli (Università di Torino) “Alcune riflessioni sulla mimesi di Platone e Aristotele” , Roberto Rinaldi ( Rete Critica) “L’utilizzo del teatro come strumento terapeutico. I benefici nel disagio psichico”, Giuseppe Longo ( Università di Venezia) “ Le misteriose farfalle dell’anima”: i neuroni e la lettura del testo letterario”, Clelia Faletti ( Università di Roma La Sapienza) “Di che stoffa è fatto il teatro? Spettatori di ieri e di oggi”, Gian Pietro Feltrin (Università di Padova, Accademia Olimpica) Vedere, fare, rivivere: le nuove frontiere della diagnostica del pensiero”, Marco De Marinis ( Università di Bologna) “Teatro che cura e/o cura di sé:ancora su Grotowski e il segreto del Novecento Teatrale. Le relazioni sono poi proseguite il giorno seguente con: Maurizio Lupinelli, Paolo De Vita, Sandra Pietrini, Philippe Goudard e Mario Biagini.
Non possiamo che essere grati al Laboratorio Olimpico e alla direzione di Roberto Cuppone, per questa splendida opportunità ( sempre più rara ai giorni nostri) di confronto ad ampio spettro e di alta levatura, che auspichiamo possa ripetersi anche in futuri appuntamenti e in spazi più capienti, tali da poter contenere il vasto pubblico che ruota intorno al teatro. Siamo certi che in tutti ha suscitato il nostro stesso entusiasmo e il nostro desiderio di approfondimento delle tematiche proposte, attraverso altri confronti nel campo e le più recenti bibliografie.
Emanuela Dal Pozzo