Il 2014 si apre con due nuove produzioni dal tutto esaurito: due lavori poderosi ed encomiabili di due diverse Compagnie professioniste che sicuramente terremo d’occhio quest’anno.
Il primo lavoro è “Onorata società. Il Vajont dopo il Vajont”, produzione di Fatebenesorelle, di e con Patricia Zanco, in scena il 18 gennaio al Teatro Astra di Vicenza; il secondo è “Il principio dell’incertezza”, produzione Arditodesio, di e con Andrea Brunello, in scena al Teatro Portland di Trento il 19 gennaio in due repliche: versione italiana e versione inglese.
Per entrambi meritava fare la strada per raggiungerli.
Per entrambi diversi minuti di applausi di un foltissimo pubblico a premiare l’ impegno di regia e di contenuti.
Soprattutto noi riconosciamo in entrambi quella qualità tipica del modus operandi teatrale che da un certo punto in poi, nella storia del teatro, si è chiamata “ricerca”. Lo spettacolo non è più un prodotto preconfezionato da dare in pasto al pubblico, espressione di un testo immutabile da interpretare, ma diventa fusione di diversi linguaggi, in continua mutevole e viva interazione tra loro.
Si potrebbe paradossalmente dire che tanto più uno spettacolo teatrale si presta, nella sua storia e quindi nelle sue diverse repliche al raggiungimento di nuovi equilibri su una forte struttura portante, tanto più rimane vivo e capace di diventare esperienza” unica”, in grado di interagire significativamente con il pubblico.
Questa premessa, necessaria per legittimare ciò che si intende con il termine “crescita di uno spettacolo”, qui appare particolarmente giustificata per quella vivacità e capacità trascinante che appartiene ad entrambi gli spettacoli citati, pur nelle reciproche differenze.
“Onorata società. Il Vaiont dopo il Vajont” è ancora uno spettacolo in rodaggio, con molte finestre aperte suscettibili di nuove intuizioni, probabilmente ancora poco collaudato con il pubblico ma ricchissimo di aspetti, tagli, immagini, originalità e soluzioni di regia ben piantate su una poderosa struttura, da indurci a viverlo come spettacolo in movimento ( in itinere).
“Il principio dell’incertezza” al contrario, imperniato su una struttura agile e leggera ma dai meccanismi perfettamente saldati è uno spettacolo già collaudato (siamo alla 60esima replica), ma sempre in grado di stupire perchè, racconta il protagonista attore e autore del testo, “ mi viene naturale modificare, aggiungere o variare testo e stati emotivi ( in complicità con il compositore/musicista in scena Merlin) assecondando intuizioni personali e umori del pubblico”.
Aggiunge l’attore Andrea Brunello: “ Ci sono spettatori che tornano a rivederlo per approfondire quegli aspetti filosofici presenti nello spettacolo che toccano la sfera cognitiva ed emotiva personale. Me lo dicono a fine spettacolo, mentre i ragazzi delle scuole mi fanno le domande più svariate sul senso della vita”.
(Vedi le recensioni specifiche dei due spettacoli)
Emanuela Dal Pozzo