Rovistando tra gli scaffali di un’anonima libreria, come spesso mi ritrovo a fare, sono stata colpita da questo volume, edito da Feltrinelli nel 2013, non tanto dopo averne letto la sintesi di copertina, quanto dalla fotografia dei due autori e dalla loro storia sommariamente riportata a lato.
Lotte e Soren Hammer sono sorella e fratello danesi, di mezza età, che vivono a nord di Copenaghen. Lui insegna in una scuola elementare, mentre la sorella, che oggi fa la scrittrice di professione, ha lavorato a lungo come infermiera in diversi Paesi tra cui la Grecia, la Germania e la Groenlandia e per un periodo ha esercitato anche su una piattaforma petrolifera. Da poco sulla scena letteraria, inaugurata nel 2012 col volume “La bestia dentro”, i due scrittori hanno avuto immediato consenso di pubblico e sono stati accolti positivamente anche dalla critica, tanto che il primo e i successivi romanzi sono stati tradotti in una ventina di Paesi.
L’ultimo prodotto, quello che ho acquistato in quell’anonima libreria, si intitola “Il postino” che nulla ha a che vedere con il poetico capolavoro di Skarmeta, dedicato a Neruda. Prosegue invece la serie thriller del commissario Konrad Simonsen, attivo alla Omicidi di Copenaghen, che si ritrova ad affrontare l’intreccio di più storie, apparentemente senza legami, ma che lo coinvolgono e lo trascinano, insieme ai suoi ricordi, nei lontani e difficili anni sessanta.
Il testo è scorrevole nella lettura; si propone l’uso di una sintassi chiara e incalzante che non lascia spazio a troppe riflessioni e ripensamenti, e propone in modo diretto il contenuto, di per sé intrigante nella successione nodosa e contorta degli avvenimenti.
Lotte e Soren rientrano nella sempre più ampia rosa letteraria del Nord Europa, che presenta una ricca e sferzante produzione di genere giallo. E’ questo un fenomeno che, pur avendo origini ottocentesche, è esploso nell’ultimo decennio e più del 50% dei libri pubblicati nei Paesi scandinavi è costituito appunto da noir.
Secondo alcuni si tratta di una modalità specifica per raccontare ed esprimere disagi e malcontenti, e riportare episodi di una realtà criminale sempre più attuale e diffusa anche in quella zona d’Europa. Non a caso questi volumi, seppur molto diversi tra loro, sono accomunati dalla medesima sensibilità verso l’emarginazione e la solitudine sociale, il maltrattamento e lo sfruttamento infantile, la droga, la prostituzione e l’immigrazione. Elementi che vanno a costituire le trame di questi gialli, ambientati in luoghi per noi lontani e misteriosi, dalle atmosfere naturali e fredde in cui il giorno e la notte assumono dimensioni totalmente diverse da quelle a cui siamo abituati… Forse è proprio questo che ci affascina e ci spinge a comprarli.
Daniela Maran