Chiesa gremita oltre ogni previsione, con gente in piedi accalcata ovunque, per il sesto appuntamento del ciclo “Musica e Arte Sacra”nella serata del 14 aprile 2014, che ha visto l’orchestra d’archi dei Virtuosi Italiani e il Coro del Conservatorio “T. E.Dall’Abaco” di Verona diretto da Mario Lanaro e i solisti Chin Wen Wang, soprano, Annapaola Pinna, contralto, Sichen Gao, tenore e Martin Ng, basso, impegnati nell’Agnus Dei per orchestra d’archi del compositore polacco Krysztof Penderecki e il Requiem di re minore K626 di W.A.Mozart.
Il Requiem, ultimo e incompiuto di Mozart, morto dopo aver completato il “Confutatis maledictis, è stato poi completato dai suoi allievi. Se la versione più eseguita attualmente sembra essere quella di Franz Xaver Sussmayr, è invece quella pubblicata nel 1986 da Richard Maunder, con una nuova orchestrazione, quella presentata dai Virtuosi.
“ La novità più evidente è il Lacrymosa- variato dopo le famose otto battute- a cui viene subito aggiunta la Fuga Amen, completata da Ramunder in base agli appunti mozartiani ritrovati nel 1960 da Wolfang Plath presso la Staatsbibliothek di Berlino…. che la vedova di Mozart, Constanze, avrebbe prestato a Sussmayr…mentre l’organico orchestrale rimane quello originale, già noto.”
Il concerto, nel complesso, è risultato di esecuzione gradevole ma non eccelsa- almeno per noi “viziati” dagli appuntamenti domenicali con i Virtuosi in Sala Maffeiana- forse parzialmente penalizzato da una direzione, come quella di Lanaro, più attento ai contrasti che al gioco d’insieme e comprensibilmente più attento al Coro del Conservatorio che all’Orchestra, che si è trovata a tratti a sostenere e ad assecondare un’insieme di vocalità certamente interessante ma poco coinvolgente. Aldilà delle impressioni personali, sostenute ci è parso anche da un pubblico plaudente ma non particolarmente entusiasta, e smentite invece dai partecipati complimenti finali, ci è comunque sembrato un atto dovuto “politicamente corretto” questo coinvolgimento del Conservatorio di Verona, importante realtà culturale della città e percorso obbligato per nuovi talenti.
Ci fa inoltre riflettere questa risposta entusiasta della città alle proposte musicali organizzate e promosse dai Virtuosi Italiani e dal Museo Diocesano di Arte Sacra della Chiesa di San Fermo, né pensiamo che la gratuità dei concerti possa, sola, giustificare una presenza di pubblico così massiccia.
Siamo invece convinti che sia la lunga storica tradizione veronese di apertura alla musica classica e lirica, sia la lungimirante e qualitativamente alta programmazione proposta tanto dai Virtuosi che dal Museo Diocesano di San Fermo, che ci auspichiamo possa continuare nel tempo trovando sempre maggiore sostegno da parte delle Istituzioni, abbiano contribuito a rispondere alle esigenze dei cittadini, estimatori della musica e della sua storia.
Emanuela Dal Pozzo