L’ultimo romanzo di E. Strout, pubblicato da Fazi nel 2013, “I ragazzi Burgess” , arriva ben cinque anni dopo “Olive Kitteridge”, raccolta di racconti con cui l’autrice diventa famosa vincendo il premio Pulitzer nel 2009.
“I ragazzi Burgess” è la storia di un dolore che tre fratelli hanno a lungo rimosso, ma che riemerge inevitabilmente costringendoli ad affrontarlo, consapevoli, però, di poter sbagliare ancora. La famiglia è la cellula nel cui nucleo si consumano drammi, isolamenti e sconfitte. E’ il luogo dove emerge forte il rapporto tra dolore e tempo, responsabilità e allontanamento, ma anche contenitore di legami indissolubili, richiami affettivi profondi, grazie ai quali i tre fratelli Burgess si riavvicinano per ricomporre i frammenti in cui un trauma giovanile aveva frantumato la loro esistenza.
Con questo volume la Strout ci invita a riflettere su come l’umanità intera sia incapace di confrontarsi con un passato doloroso, e sul forte richiamo dei legami affettivi che emergono dalla riscoperta di valori comuni. Sicuramente il romanzo presenta alcune affinità con il precedente “Olive Kitteridge”, seppure siano sostanzialmente differenti. Condividono l’ambientazione, ovvero il Main dove vive l’autrice e che spesso fa da sfondo alle sue narrazioni. In entrambe i testi l’indagine introspettiva e il percorso che la Strout intraprende, all’interno della mente e dell’animo dei protagonisti, diviene la trama del tessuto su cui si dispiegano gli avvenimenti.
Olive, insegnante in pensione, con fine intelligenza osserva, dalla sua postazione appartata e critica, le evoluzioni che la circondano e i comportamenti delle persone che si legano o che fuggono da lei.
Un gioco di conflitti, analisi, trionfi e miserie che si rincorrono conducendola per mano, lei che, racconto dopo racconto, giunge alla vecchiaia sola ma ancora capace di affetto.
La Strout è sicuramente una delle scrittrici più incisive nella Letteratura americana contemporanea. Ha uno stile raffinato e meditativo col quale mette a nudo, spesso con ironia, i tratti che caratterizzano la piccola società rurale in cui vive e della quale fa emergere successi ed insuccessi.
E’ una narrazione scorrevole, anche se impegnativa per il lettore, proprio per la profondità con cui l’autrice va a scavare dritta nel cuore della sua piccola parte di America.
Daniela Marani