NARRATIVA: ALLA RICERCA DELLA FELICITA’

Da Epicuro (Lettera a Meneceo) in poi, ci si è sbizzarriti alla ricerca della felicità e soprattutto della definizione di un valore così importante e apparentemente irraggiungibile. E’ stata proclamata una giornata mondiale dedicata a questo stato dell’anima, che assume sempre più le sembianze di una chimera: è il 20 marzo e non a caso coincide con l’inizio della primavera, stagione di rinascita, colore e vitalità per eccellenza.

Centinaia e centinaia di volumi hanno intrapreso questo curioso e accattivante percorso, e c’è chi ha additato possibili indicazioni per rendere gioiosa la nostra esistenza.

Accostandoci a libri più vicini nel tempo, Francesco Piccolo, scrittore e sceneggiatore che ha firmato opere cinematografiche di grande successo come “Il caimano” e “Habemus Papam”, ha pubblicato nel 2010, per Enaudi, “Momenti di trascurabile felicità”. Si tratta di una raccolta di aneddoti sulla beatitudine ricavata dalla semplice quotidianità, attimi che possono scaturire in ogni momento e portare lo sguardo su qualcosa che non si è mai notato prima: esperienze profonde ma anche banalità, o addirittura ripicche e cattiverie pronte ad attivare dentro gli individui piaceri reconditi. Basta poco, quindi, secondo Piccolo per essere felici, e lui stesso fa sorridere con la sua penna veloce ed ironica, con l’esplosiva comicità che rende contento il lettore fino all’ultima pagina.

Diverso, anche se con alcune affinità, il volume “Un’idea di felicità”, edito da Guanda e Slow Food nel 2014, scritto a quattro mani da un narratore saggio quale è Sepulveda, e un esperto gastronomo come lo scrittore Carlo Petrini. E’ proprio il cibo, considerato un diritto universale, uno degli elementi che può rendere felici perché fa raggiungere all’uomo uno stato di benessere. I due autori si confrontano, conversano, riflettono, raccontano storie di piccoli e grandi uomini e, già a partire dal disegno in copertina (una lumaca), individuano la lentezza, e quindi l’assenza di frenesia e di ritmi insostenibili, la condizione essenziale per cogliere a pieno l’esistenza.

Piuttosto originale, infine, il contenuto del testo di Paolo Gallina “La formula matematica della felicità”, Mondadori 2011. Secondo l’autore esiste un’equazione: Fe=ds/dt, ovvero la variazione dello stato di un individuo rispetto al tempo. A rendere felice una persona sarebbe il passaggio da una condizione ad un’altra migliore, e l’intensità di questa sensazione dipende dalla rapidità con cui avviene il cambiamento; in questo caso la felicità non ha lunga durata e risulta complicato alimentarla. Gallina, giovane docente universitario, espone in modo chiaro e comprensibile, a tratti divertente e comico soprattutto per i numerosi esempi pratici che riconducono il lettore alla vita ordinaria e alle azioni più semplici e normali.

La lista a questo punto potrebbe essere infinita, usando un’iperbole; ogni libro contiene riferimenti alla piacevolezza o alla tristezza del vivere, da cui non è possibile svincolarsi quando ci si inoltra “nel mezzo del cammin di nostra vita”, e soprattutto se si vuole indicare la giusta via per giungere alla felicità, non quella dantesca ultraterrena, ma quella reale, della vita umana di ogni giorno.

Daniela Marani

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