NARRATIVA – EDOUARD LOUIS: “IL CASO BELLEGUEULE”

Il caso letterario francese 2014 è il giovane scrittore Edouard Louis, anzi giovanissimo visto che ha soltanto 21 anni. Con il libro “Il caso Bellegueule”, edizione Bompiani, esordisce sullo scenario narrativo, e lo fa urlando a voce altissima, quella che sale direttamente dal suo animo.

E’ forte l’intreccio tra mondo biografico e mondo narrato; il ragazzo protagonista, Eddy, ha tutte le caratteristiche di Edouard, entrambe, fin da bambini vittime di violenza, vessazioni e derisioni da parte di parenti e amici.

Il luogo di ambientazione è la Francia del Nord, la stessa in cui l’autore è cresciuto all’interno di una famiglia poverissima, padre quasi sempre disoccupato e madre casalinga frustrata.

Difficile, per entrambi, sopravvivere in un contesto sociale che rifiuta le peculiarità degli individui, che considera lecito picchiare e violentare un bambino dai gesti effeminati e dal comportamento gentile, che poco ha a che vedere con l’asprezza del macho, emblema del vero uomo in quel paesino del Nord identificabile con tanti altri disseminati qua e là.

Certo, il giovane Eddy fa di tutto per allinearsi agli altri ragazzi, i duri del villaggio: esce con le donne, bestemmia, si ubriaca e scazzotta, ma è inevitabilmente attratto dagli uomini, così si schiera contro giudizi e pregiudizi di quanti lo circondano e se ne va in città per frequentare il liceo. Anche Edouard scrittore stravolge il suo destino: nel 2011 vince una borsa di studio e diventa uno dei migliori studenti alla Scuola Normale Superiore di Parigi; nel 2013 cambia cognome e rinasce a nuova vita come ragazzo gay e come giovane, promettente scrittore.

Durante una delle tante interviste rilasciate (è diventato celebre e corteggiato da TV e giornali) Louis ha dichiarato di “voler fare della violenza uno spazio letterario … quella violenza che caratterizza il mondo del sottoproletariato” che reagisce con crudeltà alle soprafazioni e alle continue emarginazioni sociali.

Ai giovani che attraversano la sua stessa situazione, egli suggerisce di non sprecare troppe energie nello sforzo di diventare come gli altri, di omologarsi al sistema precostituito; al contrario è necessario sradicarsi dai legami che avviluppano in modo soffocante e “reinventarsi”, proprio come ha fatto lui abbandonando famiglia e paese per dedicarsi allo studio, alla lettura e ora alla scrittura, ma soprattutto per vivere la sua reale identità.

Nel testo si sovrappongono diversi livelli espressivi, in cui l’autore privilegia il linguaggio popolare e l’immediatezza comunicativa della struttura dialogica. L’autobiografia dispiega una forte tensione che cattura il lettore per tutta la durata; una storia di angoscia e sofferenza, intensa, bella e avvolgente.

Ha già venduto più di 200 mila copie, ha guadagnato consensi e suscitato critiche. Sono in polemica soprattutto coloro che accusano Louis di aver posato uno sguardo troppo freddo e severo sulla sua famiglia e il paese in cui è cresciuto, che certamente non hanno accolto amorevolmente la pubblicazione.

Schierati dalla sua parte, invece, molti giovani che si identificano in lui e vorrebbero emularlo, ma anche chi crede nella forza del cambiamento, nella grandezza della letteratura che fa emergere talenti anche se solo ventenni, i difensori di una società che affondi le sue basi nel cemento solido dell’egalitarismo e del rispetto.

Daniela Marani

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