L’INNO ALLA PACE “REVELATIONS”

Succede di rado. E quando succede, per ragioni casuali o, chissà, per particolari congiunzioni astrali, è un evento. O meglio, un grande evento. Proprio quello che accade al Teatro Romano, nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese, il 7, 8 e 9 agosto con inizio alle ore 21. Per la terza volta nella nostra città (la prima volta fu nel 1968 e la seconda nel 1989) va in scena il più celebre balletto di Alvin Ailey, Revelations, che può essere considerato un inno di tutti i popoli della Terra alla libertà. Creato nel 1960, su spiritual, gospel e blues afroamericani, Revelations è un’intensa “esplorazione dei luoghi del dolore profondo e della gioia spirituale dell’anima”. Alvin Ailey (prematuramente scomparso nel 1989) ha sempre sostenuto che uno dei più grandi tesori d’America è il patrimonio culturale afroamericano, “a volte doloroso, a volte gioioso, ma sempre pieno di speranza”. Questo classico intramontabile, tributo a quel patrimonio e al talento di Alvin Ailey, torna dunque a Verona. E se nel 1968 fu una sorta di inno-grido antirazzista (quattro mesi prima era stato assassinato Martin Luther King) e nel 1989 poteva incarnare il dolore per i tragici fatti di piazza Tienanmen, questa volta il capolavoro di Ailey arriva in riva all’Adige come messaggio di pace in un mondo martoriato da guerre e sconvolto da milioni di profughi alla ricerca di un futuro che sia a misura d’uomo. L’insegnamento di Ailey (maturato dal suo grande maestro Lester Horton che fu autore di balletti di forte valenza politica creati attingendo dall’accademico, dal genere “musical”, dal teatro giapponese e persino dalle danze degli indiani d’America) che prima ancora di essere danzatori si è uomini, suona più che mai attuale. E con esso il suo Revelations che veramente sembra essere stato creato oggi, non cinquantaquattro anni fa.

A interpretarlo questa volta non è, come nel 68 e nell’89, l’Alvin Ailey American Dance Theater ma l’Alvin Ailey II, ensemble nato nel 1974 per operare parallelamente alla “compagnia madre” con un compito ben preciso: dare spazio ai migliori talenti della giovane danza americana e favorire i migliori coreografi emergenti. E infatti, prima di Revelations che chiuderà la serata, l’Alvin Ailey II (che a Verona festeggia quarant’anni di successi in tutto il mondo) proporrà delle vere e proprie perle della danza statunitense d’oggi. Ad aprire la serata sarà Virtues di Amy Hall Garner (coreografa emergente con una formazione che spazia da Broadway al balletto classico) su musica di Karl Jenkins. In una commistione di forza ed eleganza, Virtues è un travolgente mix di danza moderna e jazz. A seguire Splendid isolation di Jessica Lang, suggestivo assolo che su una musica corale medievale vede in scena una ballerina che indossa un’ampia gonna a ruota, sorta di “citazione” della gonna divenuta negli anni un’“icona” di Ailey. Seguirà The hunt di Robert Battle, atletica coreografia per sei uomini ispirata al lato predatore della natura umana e al brivido primitivo della caccia. Sulle fragorose e trascinanti percussioni di Les Tambours du Bronx, The hunt reinterpreta anche certi sport moderni e i rituali dei gladiatori. E, per finire, i “fuochi d’artificio” di Revelations.

Diretta da Troy Powell, la compagnia vedrà in scena, a Verona, Samantha Barriento, Riccardo Battaglia, Shay Bland, Aubree Brown, Nathaniel Hunt, Chalvar Monteiro, Annellyse Munroe, Deidre Rogan, Courtney Ross, Terrell Spence, David Freeland e Jamal White. Nel cast anche un italo-americano proveniente da Pescara (Riccardo Battaglia) nello spirito di Ailey che – impegnato da sempre nella lotta per i diritti civili di tutti gli esseri umani – non si soffermò mai sui colori della pelle. Anche all’interno della sua compagnia per quanto composta preminentemente da neri. «Ailey – ebbero modo di scrivere parecchi giornali riportando sue dichiarazioni – è il direttore di compagnia più meraviglioso al mondo. Scrittura bianchi, neri, gialli, rosa e, se esistessero, come dice lui stesso con un rimando al film di Joseph Losey, ne scritturerebbe anche di verdi». Un grande coreografo e, prima ancora, un grande uomo.

Info: tel. 045/8066485-8066488, ore 10.30- 13.00 e 16.00-19.00 dal lunedì al sabato.

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