l Festivaletteratura – che si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre – raggiunge la maggiore età, e con i suoi diciotto anni riafferma la propria indipendenza e riconferma la passione per la narrazione che l’ha sempre contraddistinto. Come suggerisce Jonathan Gottschall, atteso ospite di quest’anno, “la specie umana non sa resistere al richiamo della narrazione”: ed è proprio il piacere del racconto a far muovere Festivaletteratura. Il primo evento pubblico, nell’ormai lontano 1997, non è stato altro che questo: la messa in scena –laboratoriale, partecipata, aperta – di un’idea, portata in piazza per trovare ascolto, corrispondenze, contraddizioni.
Da allora ogni anno, al principio dell’estate, il Festival incontra la città, come succede oggi, per raccontare chi saranno i protagonisti della nuova edizione, quali i temi in discussione e le sorprese attese. Ed è bello osservare come poi la voce si diffonde per biblioteche, gruppi di lettura, librerie e associazioni in tutta Italia. È la comunità di Festivaletteratura che cresce, nella discussione, nello scambio di suggerimenti e impressioni, e che sostiene il festival. Ed è proprio in virtù del rapporto di fiducia costruito con la comunità dei lettori che Festivaletteratura continua, ancora indipendente e controcorrente in questa diciottesima edizione, la sfida della ricerca di nuovi talenti: sono diversi gli emergenti della narrativa italiana e internazionale su cui il festival vuole quest’anno porre l’attenzione del pubblico, una ricerca che, negli anni, ha portato alla manifestazione alcuni scrittori in anticipo sul loro successo internazionale: da Nathan Englander a Herta Müller, passando per Mohsin Hamid, Jonathan Lethem, Jumpa Lahiri.
Proprio in quest’ottica, la nuova edizione di Festivaletteratura lancia le nuove proposte: la brasiliana Adriana Lisboa, tra i più significativi autori under 40 dell’America Latina; Olivier Rohe, considerato una delle promesse del romanzo francese; NoViolet Bulawayo, che con il suo romanzo d’esordio è entrata nella shortlist del Man Booker Prize 2013; Lavanya Sankaran, giovane cantatrice delle fantasmagoriche contraddizioni dell’India contemporanea, Jurica Pavičić, una delle voci più impegnate e in vista della letteratura croata; il tedesco David Wagner, vincitore del Leipziger Buchpreis nel 2013, l’olandese Tommy Wieringa, che la critica ha paragonato a Salinger, John Irving e Paul Auster. Pavičić, Rohe, Wagner e Wieringa scriveranno per il Festival un testo originale dedicato a una parola della propria lingua. L’occasione sarà quella del Vocabolario Europeo, il grande vocabolario condiviso promosso da Festivaletteratura che conta a oggi oltre sessanta lemmi, ai cui incontri gli autori parteciperanno – sotto la guida di Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese – insieme a Dulce Maria Cardoso, Roger McGough, Antonio Moresco e Colm Tóibín.
La città e il racconto sono due parole chiave, quasi itinerari ideali per iniziare a percorrere il lungo elenco degli ospiti dell’edizione 2014. Reinterpretare e riscrivere un genere classico, il memoir urbano, in condizione d’esilio, è caratteristica comune di alcuni tra gli autori invitati. Alla ricerca di un luogo di cui potersi appropriare, in bilico tra presente e memoria, scrive di New York e Lagos il nigeriano Teju Cole. Di Sarajevo e Chicago Aleksandar Hemon, di una lunga teoria di città mediterranee – Roma, Parigi, la natia Alessandria – André Aciman. E una riflessione sul senso e sulla forma della città, sugli elementi che la distinguono e che ne fanno un organismo vivente, il corpo di mattoni e strade di una comunità, sarà il filo conduttore degli incontri che vedranno protagonisti l’architetto Jacques Herzog e Michael Jakob, teorico del paesaggio, insieme a Luca Molinari.
Il sentimento di sradicamento, di perdita della patria come sintomo della crisi di identità individuale e collettiva del nostro tempo, torna peraltro nel focus – senza pretese di esaustività – che Festivaletteratura ha voluto dedicare quest’anno alla letteratura palestinese. La Palestina, nelle pagine dei suoi poeti e narratori contemporanei, è anche, spesso, metafora dell’esilio, la condizione esistenziale di chi non può più tornare a una patria perduta, di chi deve esibire e giustificare quotidianamente la propria identità; la letteratura diventa l’unico mezzo per riaffermare la propria esistenza, come individui e come popolo. Nell’ambito del programma 2014, il Festival prevede una serie di incontri con alcuni degli autori che hanno contribuito a costruire un nuovo immaginario letterario della Palestina: Suad Amiry, scrittrice, architetto e intellettuale attiva a tutto campo nonché autrice di numerosi romanzi ricchi di sense of humour; Mourid Barghouti, uno dei poeti più apprezzati del mondo arabo; il libanese Elias Khoury, che nei suoi romanzi ha forse disegnato meglio di ogni altro la storia del popolo palestinese.
Se la Palestina e la sua letteratura hanno una valenza quasi paradigmatica nel testimoniare la condizione dell’essere straniero e l’impossibilità del ritorno, molti sono gli scrittori ospiti al Festival in cui ritroviamo il tema di un’identità disconosciuta, del ritrovarsi estranei nella propria terra in seguito a tragedie assolute – come per la rwandese Scholastique Mukasonga – o a eventi meno noti e silenziosamente dolorosi, come quelli raccontati da Dulce Maria Cardoso sulla comunità portoghese rientrata dall’Angola, da Vanna Cercenà sull’emigrazione italiana stagionale in Svizzera o da Mario Desiati sui giovani albanesi che arrivano sulle nostre sponde.
D’altro canto la rappresentazione della patria è stata più spesso l’invenzione di un sistema di simboli e valori collettivi cui costringere l’identità di un popolo da parte di un regime dai tratti totalitari che la sofferta conquista di una comunità. Era certo il caso dell’Unione Sovietica, che ha programmaticamente costruito un immaginario traducendo il comunismo in una favola radiosa – come racconta Francis Spufford –, addirittura in una serie di oggetti oggi religiosamente adorati dai nostalgici. Oggetti, slogan, icone che nelle mani dei più acuti scrittori contemporanei sono diventati elementi grotteschi per descrivere la Russia di oggi secondo una comicità nera – come in Vladimir Sorokin e Gary Shteyngart –, capace di mettere in risalto contraddizioni e derive di un paese che desta attrazione e inquietudine, o – come in Olivier Rohe – a disegnare parabole universali sui perversi effetti dell’eccesso simbolico, per cui uno strumento di morte come il kalashnikov può diventare allegramente un’icona pop. Una lettura storica di questo repertorio sovietico di immagini ad uso pubblico e privato sarà proposta da Gian Piero Piretto secondo il metodo dei visual studies, mentre la ricostruzione di Charles King delle intricate vicende del Caucaso dall’epoca medievale ai nostri giorni e l’incontro con lo scrittore Andrei Kurkov aiuteranno il pubblico a penetrare la complessità culturale dell’Ucraina, territorio oggi al centro di una clamorosa contesa internazionale.
Autori come Robert Macfarlane e Jean-Christophe Rufin ci riportano invece al viaggio come ricerca di sé ed esplorazione del mondo, assecondando una vocazione nomade dell’esistenza: è la strada, in questo caso, a diventare racconto, e la prova con cui si cimentano questi autori è quella di tradurre in parole l’ignoto che appare davanti ai loro occhi. Un’analoga e millenaria sfida è quella che ha visto l’uomo impegnato nel rappresentare la Terra su un foglio di carta – per desiderio di dominio e di conoscenza – come mostrerà Jerry Brotton ripercorrendo i principali capolavori della storia della cartografia. Il tema del confronto con i propri limiti e con quelli della natura si proporrà in modo più radicale nei racconti che Reinhold Messner ed Ermanno Salvaterra terranno sulle proprie imprese alpinistiche.
Tra gli scrittori stranieri presenti a Festivaletteratura 2014 vanno senz’altro citati il premio Pulitzer Elizabeth Strout, considerata tra le più profonde e raffinate interpreti della narrativa americana contemporanea; Rafael Chirbes, scrittore che ha saputo raccontare nei suoi romanzi la complessa trasformazione della Spagna dalla fine della guerra civile al tramonto delle facili illusioni di inizio millenio; Annie Ernaux, autrice di potenti romanzi in cui l’occasione autobiografica incontra poi temi sempre universali; David B., ritenuto uno dei più grandi narratori del fumetto a livello internazionale; Julian Fellowes, universalmente noto come autore della serie televisiva Downton Abbey; Elif Shafak, narratrice che ha rivendicato alla letteratura un ruolo politico fondamentale nel superamento delle barriere culturali che dividono Oriente e Occidente. Proseguendo idealmente il dialogo avviato in occasione della loro precedente partecipazione, saranno nuovamente a Mantova Michael Cunningham, Éric-Emmanuel Schmitt, Colm Tóibín e, tra gli autori per i ragazzi, Elvira Lindo, popolare autrice della saga di Manolito Gafotas, e i francesi Pef e Bernard Friot.
La spazio principe di promozione dei giovani autori europei resta comunque Scritture Giovani. Il progetto che coinvolge come da tradizione l’Hay Festival e l’internationales literaturfestival Berlin, porterà a Mantova tre scrittori che ancora non sono stati pubblicati al di fuori del proprio paese: l’italiano Luca Giordano, il tedesco Florian Kessler, la britannica Jemma L. King. Gli autori di Scritture Giovani 2014 saranno impegnati in un due appuntamenti intorno alle proprie letture e ai racconti scritti per la raccolta di quest’anno, dedicata al tema Sarajevo, nel centenario dello scoppio della Grande Guerra.
Per questa ricorrenza, Festivaletteratura cercherà di restituire voce e volto agli uomini gettati in battaglia, attraverso due appuntamenti che vogliono riavvicinare alla nostra sensibilità e intelligenza un evento che ci sembra ormai infinitamente distante. Grazie all’installazione sonora curata da p.o.p produzioni, alla Cripta di San Sebastiano sarà possibile ascoltare le voci dei tanti italiani chiamati alle armi, così come sono rimaste nelle interviste rilasciate da molti soldati dopo la guerra, o trasposte nei diari e nelle lettere arrivate fortunosamente fino a noi e recuperate grazie al paziente lavoro degli studiosi di storia popolare. Alla Sagrestia dell’Archivio di Stato, attraverso la consultazione dei registri dei ruoli matricolari, si potranno invece ricostruire le vicende militari di parenti e antenati che hanno partecipato alla Grande Guerra. Come già lo scorso anno con Genealogie, l’idea è di permettere al pubblico del Festival di ritrovare le proprie radici nei territori della grande storia, e di trasformare un evento universale in una viva memoria personale.
Sempre intorno al primo conflitto mondiale – tra denunce, riflessioni, tentativi di restituire un’esperienza indicibile – il programma del Festival prevede anche alcuni eventi di narrativa con protagonisti Andrea Molesini – doppiamente impegnato su questo tema con Hans Tuzzi e con Fabrizio Silei –, il vincitore del Premio Goncourt Pierre Lemaitre, Chiara Carminati e Pia Valentinis, e soprattutto l’anteprima nazionale di E Johnny prese il fucile, l’audiodramma in ascolto olofonico tratto dall’omonimo romanzo (e poi film) di Donald Trumbo, diretto da Sergio Ferrentino e interpretato da Marco Baliani.
La memoria come narrazione orale entra a Festivaletteratura in un progetto finalizzato a rileggere alcune figure della cultura italiana del Novecento, la cui vicenda personale è rimasta finora, in tutto o in parte, ancora poco riconosciuta. Con Testimoni d’archivio Festivaletteratura punta a raccogliere, dalla viva voce di persone che sono state a lungo a loro vicine, il racconto sull’attività, sulle relazioni intellettuali, sulle passioni, sulla vita quotidiana di queste figure, per evitare che questo patrimonio di conoscenze vada irrimediabilmente perduto. Le registrazioni video degli incontri – tra i quali segnaliamo quello di Raffaella Podreider su Rosa Genoni, misconosciuta pioniera della moda italiana del Novecento, di Carlo Zucchini sulle relazioni intelletuali di Giorgio Morandi e di Cesare Gallo
sull’industriale e mecenate Riccardo Gualino – daranno vita a una raccolta di materiali che saranno messi a disposizione successivamente attraverso l’Archivio di Festivaletteratura.
La cifra della testimonianza diretta che entra in relazione con il materiale documentario e d’archivio accomuna anche altri importanti incontri previsti nel programma di quest’anno, come ad esempio quelli di Angela Terzani Staude “in conversazione” con i diari del marito Tiziano o di Antonella Tarpino, Corrado Stajano e Marco Revelli intorno a Nuto Revelli. Parlando del suo archivio personale donato al Funaro Centro Culturale di Pistoia, Andrés Neumann tornerà sulle produzioni con cui ha cambiato la storia del teatro del Novecento; Italo Lupi ripercorrerà la sua carriera riaprendo idealmente progetti grafici, libri, riviste insieme a Beppe Finessi. Due musicisti di pianeti diversi – Francesco De Gregori e il grande pianista Alfred Brendel – e un’autentica outsider del cinema come Lorenza Mazzetti, compiranno un analogo percorso tra memorie, aneddoti, questioni compositive e relazioni con colleghi e amici.
Tra rigore documentario e trasposizione iconica si gioca invece il confronto a otto mani tra Tuono Pettinato, Pietro Scarnera, Alessia Petricelli e Sergio Riccardi sulle biografie a fumetti di uomini e donne illustri. Un omaggio che assume la dimensione dell’orazione civile è quello dedicato da Luisa Muraro alla scrittrice e filosofa irlandese Iris Murdoch. E l’omaggio torna anche quest’anno nella sezione dedicata alla poesia come modalità privilegiata per riprendere il dialogo con alcune figure del Novecento che hanno lasciato un’eredità viva e parlante alle generazioni immediatamente successive: ad Umberto Bellintani si rivolgeranno Antonio Prete e Nella Roveri; a Mahmoud Darwish Suad Amiry, Mourid Barghouti ed Elisabetta Bartuli. A Raffaello Baldini sarà dedicato un tributo per pianoforte e letture di Romagna da Carlo Boccadoro e Paolo Nori.
A completare la proposta di poesia saranno gli incontri con Jorie Graham – considerata una delle più alte voci della poesia americana contemporanea –, Chandra Livia Candiani, Alba Donati, Vivian Lamarque e il gradito ritorno dell’inglese Roger McGough per un doppio appuntamento con i grandi e con i bambini. Il felice esperimento di antologia – che ha visto lo scorso anno coinvolti decine di adolescenti a scegliere autori e testi per una raccolta di narrativa da loro curata – quest’anno sarà ripetuto per la poesia: sul palco con i ragazzi saranno Vivian Lamarque e Bruno Tognolini.
Un palazzo da principi pieno di libri preziosi da sfogliare con le mani e con gli occhi, un giardino poco meno che incantato dove si leggono storie di orchi, streghe, animali magici e piccoli eroi senza paura che si muovono lungo le pareti delle stanze o tra i cespugli. È una biblioteca da favola quella che si aprirà quest’anno alla fantasia dei lettori del Festival, o più precisamente una biblioteca da favola d’autore. Il tradizionale progetto di collaborazione con i sistemi bibliotecari sarà dedicato quest’anno alla tradizione della fiaba letteraria italiana del Novecento, un patrimonio pressoché dimenticato in cui si nascondono autentici gioielli della nostra narrativa. Tra le pagine degli oltre trecento volumi che il pubblico potrà consultare – in volume o in scansione digitale – nello spazio dell’Atrio degli Arcieri, si potranno ritrovare le favole di Guido Gozzano, Italo Calvino, Massimo Bontempelli, Alfonso Gatto, Alberto Moravia, Luigi Capuana, Leo Longanesi, Yambo, Elsa Morante, Tommaso Landolfi, Pietro Citati e di moltissimi altri autori, con le figure di illustratori e artisti quali Antonio Rubino, Bruno Angoletta, Mario Sironi, Emanuele Luzzati, Mino Maccari, Bruno Munari. Nell’antistante giardino di Piazza Lega Lombarda, in vari momenti della giornata, i volontari della Compagnia della Lettura interpreteranno, per la gioia del pubblico, alcune fiabe di questo straordinario repertorio.
Il programma sulle fiabe d’autore si completa con due eventi tenuti dal curatore Luca Scarlini: il racconto/spettacolo L’atlante dei sogni e la traccia intorno all’immaginazione di Guido Gozzano. Un evento speciale, con la partecipazione di Bianca Lazzaro e Mimmo Cuticchio, sarà dedicato invece a un capolavoro delle fiabe della tradizione popolare: Il pozzo delle meraviglie di Giuseppe Pitrè.
Sempre a favole e dintorni sono ispirate le storie da ascoltare e costruire attraverso le macchine per il teatro incosciente proposte da La Voce delle Cose, nientemeno che all’Orlando Furioso quelle che racconteranno ai bambini Simone Frasca e Sara Marconi. Decisamente nel territorio del fantasy si collocano invece l’incontro con Licia Troisi – durante il quale il pubblico sarà invitato ad esprimersi su quali personaggi richiamare in vita per un possibile prequel di una delle sue popolari saghe – e il dialogo su Tolkien a partire dal suo epistolario condotto da Chiara Codecà e Wu Ming 4; mentre un voluto sconfinamento fantascientifico si compirà con Paolo Bacigalupi, una delle indiscusse stelle della science fiction americana, presentato al Festival da Tullio Avoledo.
Alla misteriosa forza dell’immaginario, al potere che la letteratura ha di trascinarci dentro una storia, facendoci identificare nel suo protagonista o addirittura di provare il desiderio di emularlo è dedicato il percorso degli eroi, un ciclo di tre incontri in cui Michela Murgia, Francesco Piccolo, Licia Troisi, Chiara Valerio, Wu Ming 4 – stimolati da Stefano Jossa – parleranno dei loro eroi letterari, dei personaggi che hanno suscitato la loro immediata e incondizionata venerazione, segnando una svolta nella loro vita o nel loro rapporto con la lettura, per farci capire “come funziona” un eroe, quali meccanismi – letterari e no – entrano in gioco perché un personaggio riesca a incarnare i sentimenti, le aspirazioni, i moti dell’animo di un’epoca o di un’intera nazione. A uno dei più celebri eroi generazionali – il giovane Holden – sarà dedicato uno dei translation slam previsti a Festivaletteratura 2014, che vedrà sfidarsi Matteo Colombo, autore della nuova traduzione del romanzo di Salinger, con Anna Rusconi, che prenderà le difese della storica versione di Adriana Motti.
Tra i narratori italiani presenti quest’anno a Mantova Alberto Arbasino, Ermanno Rea e Sebastiano Vassalli, insieme a scrittori che recentemente si sono imposti all’attenzione della critica come Francesco Pecoraro, Elisa Ruotolo e Giulio Questi (con una pubblicazione alla soglia dei novant’anni). Tornano poi a Festivaletteratura Pierluigi Cappello (al suo esordio nel romanzo), Donatella Di Pietrantonio, Antonio Moresco, Paolo Nori, Lidia Ravera, Chiara Valerio e – per la narrativa per ragazzi – Francesco D’Adamo e Fabrizio Silei.
Gipi sarà uno dei principali protagonisti degli incontri dedicati al graphic novel. Gaetano Cappelli e Piersandro Pallavicini daranno vita a un incontro dedicato alla nuova commedia italiana, e sempre sul filo dell’ironia si svolgerà il dialogo tra Diego De Silva e Francesco Piccolo. Il tradizionale focus sul giallo italiano vedrà la partecipazione di Elisabetta Bucciarelli, Roberto Costantini, Sandrone Dazieri, Patrick Fogli, Davide Longo e Stefano Tura. Claudio Magris parlerà dei diversi tavoli della letteratura, di come un autore possa mantenere distinti e vicini il tempo della narrazione, l’impegno saggistico, la scrittura privata e di corrispondenza. Stefano Benni verrà a spiegare a che cosa serve la letteratura. Incanto e consapevolezza si fondono nel Laboratorio di magnetismo rivoluzionario, durante il quale i Wu Ming insieme a Mariano Tomatis tenteranno di ricreare gli esperimenti tra magia razionale, mesmerismo e uso illusionistico della parola, capaci di innescare sommovimenti paragonabili a quelli che ha innescato la Rivoluzione Francese.
Liberté, Egalité, Fraternité: alla prova delle tre parole-simbolo della Rivoluzione Francese verrà finalmente sottoposta al Festival la radicale trasformazione che l’avvento di Internet e dei nuovi media sta portando nel mondo contemporaneo. Attraverso una serie di tre incontri coordinata da Roberto Casati e che si avvarrà dei contributi di Antonio Casilli, Juan Carlos De Martin e Marina Petrillo si cercherà di capire se quella digitale è (o è stata) una piena rivoluzione o – piuttosto – una rivoluzione mancata, se ha segnato cioè un passo in avanti nel cammino verso l’universale conseguimento delle libertà fondamentali, il superamento delle diseguaglianze, la fine dei conflitti, o se si sta rivelando l’ennesima occasione perduta o, ancor peggio, uno strumento raffinato per creare nuove dipendenze o servitù. Su Internet s’interroga anche l’Oxford Style di quest’anno, e più precisamente sull’utilità di Internet a scuola: a confrontarsi saranno Gino Roncaglia e Simone Ferri (a favore), Antonio Calvani e Raffaele Simone (contro). Due gli incontri per i ragazzi intorno alle nuove tecnologie: uno
con Marco Rossi Valentini e Federico Taddia, l’altro con Monica Marelli. A ragionare invece su come sta cambiando – o dovrà cambiare – la letteratura nell’era del web saranno, tra gli altri, Michela Murgia e la scrittrice israeliana Miki Ben-Cnaan, che deve il proprio successo alla diffusione dei suoi romanzi attraverso internet, nonché Gianluigi Ricuperati nel suo intervento sul mondo post-letterario. Anche Jeremy Rifkin parlerà delle straordinarie trasformazioni in corso nella tecnologia e nella comunicazione e dei dirompenti effetti che questo potrà avere sulle organizzazioni sociali e sull’economia.
Dalla riflessione sulle conseguenze che l’avvento dell’era digitale ha segnato per le modalità di produzione e di accesso all’informazione, nasce un altro dei nuovi progetti che caratterizzano questa diciottesima edizione. Meglio di un romanzo è lo spazio che Festivaletteratura vuole dedicare al giornalismo narrativo, alle scritture di impianto documentaristico che – a fronte di un’overdose di aggiornamenti in tempo reale – si stanno sempre più diffondendo per rispondere all’esigenza di raccogliere storie più “lunghe” e profonde, che sanno catturare il pubblico più e meglio di un romanzo. Con Meglio di un romanzo il Festival farà conoscere al pubblico alcuni dei migliori giornalisti-narratori italiani e stranieri oggi attivi sul web o sulla carta stampata, e inviterà giovani aspiranti giornalisti a cimentarsi con questo tipo di scrittura. Attraverso un call for papers – Meglio di un romanzo (in bozze) – saranno selezionati alcuni progetti di lavoro che, durante il Festival, saranno oggetto di tre sessioni aperte di pitching, in cui i ragazzi potranno confrontarsi con alcuni professionisti del settore, offrendo al pubblico l’occasione di assistere alla gestazione di un progetto giornalistico e di prendere coscienza dei meccanismi che ne portano alla realizzazione.
Grazie anche ai pitching di Meglio di un Romanzo (in bozze), lo spazio di piazza Leon Battista Alberti accentuerà quest’anno la sua connotazione giovanile e sperimentale. Continuando a rimanere sede degli incontri di Scritture Giovani, la tenda di piazza Alberti accoglierà anche Blurandevù – le serate condotte dai volontari di Festivaletteratura che vedranno quest’anno protagonisti tra gli altri Suad Amiry, Fabio Geda e Massimo Recalcati. Sempre in piazza Alberti, come da tradizione apriranno le giornate del Festival gli appuntamenti di Pagine della Cultura, dedicati agli approfondimenti delle testate culturali di tutto il mondo e condotti da Alberto Notarbartolo e Piero Zardo: tra gli ospiti di quest’anno Teju Cole, Adriana Lisboa, Lavanya Sankaran.
La necessità di trovare un respiro narrativo capace di restituire ai fatti la loro verità, senza maneggiarli come materia inerte e muta, è sensibile anche negli scrittori che provano ad affrontare il nostro passato più recente o le vicende – vicine o remote – che ci chiamano in causa come cittadini. La ricerca di una forma di narrazione civile attraversa gli incontri sul terrorismo tra Giorgio Fontana e Benedetta Tobagi, sull’eterna emergenza migratoria tra Davide Cammarone, Andrea Segre e il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, sulle mafie tra Salvatore Lupo e Carlo Lucarelli. A un più alto livello di riflessione sulle pratiche e sulle virtù civili si riportano in confronto tra Adriana Cavarero ed Elena Loewenthal, la lezione sul linguaggio della politica tenuta da Luciano Canfora, l’intervento sul contrasto alla corruzione di Piercamillo Davigo. Due testimonianze d’eccezione su come raccontare l’attualità attraverso lo strumento della fotografia verranno da Monika Bulaj e da Mario Dondero.
Sono inevitabilmente orientati al futuro i principali eventi inseriti quest’anno nel percorso di Consapevolezza Verde. Al centro della discussione non saranno però tanto gli scenari climatici e i mutamenti dell’ecosistema a medio e a lungo termine, ma piuttosto il nostro destino come comunità umana in seguito a tali cambiamenti. Sulle conseguenze che il clima e lo sfruttamento del territorio possono avere sugli assetti geo-politici e sulla pace nel mondo verterà l’incontro tra Grammenos
Mastrojeni e Franca Roiatti, mentre Jostein Gaarder – insieme a Stefano Caserini – si interrogherà su come la letteratura possa aiutare a creare la giusta consapevolezza per affrontare i problemi e immaginare nuove forme di convivenza in relazione a un ambiente mutato. Alla terra, ai semi, alle piante, alla possibilità di imparare a coltivarle e a rispettarle e a diventare attori positivi nel preservare il virtuoso equilibrio della terra saranno dedicati i laboratori di Nadia Nicoletti e Semi di futuro, la lezione/spettacolo per giardinieri di Lorenza Zambon, e l’incontro con l’architetto-giadiniere Paolo Pejrone. Fiori e giardini sono anche al centro dei due appuntamenti con Beatrice Barni e con Andrea Di Robilant che si terranno alla Galleria dei Fiumi di Palazzo Ducale, e dell’escursione a Corte Eremo, durante la quale venti diversi fiori verranno descritti dal punto di vista botanico da Nadia Nicoletti e secondo la loro vita letteraria da Luca Scarlini.
In un momento di risveglio della terra e di nuovo protagonismo dei contadini, uno degli ambiti su cui si sta concentrando la riflessione ambientale è indubbiamente quello dell’agricoltura e dell’alimentazione. Come coltivare, come trattare la terra, quali colture scegliere, quale equilibrio tenere tra coltivazione e patrimonio forestale e – ancor più a monte – che cosa possiamo e dobbiamo mangiare per rispettare noi stessi e l’ambiente che ci sta intorno, sono alcune delle domande che si rincorreranno negli eventi con Giorgio Boatti e Tiziano Fratus, con il giornalista americano Michael Pollan e con Hans Rudolf Herren, agronomo tra i più impegnati a livello mondiale nello studio di metodi biologici applicati all’agricoltura. E per fornire gli ingredienti di base per mangiare in modo nuovo, Festivaletteratura proporrà quest’anno alla Tenda dei Libri Le parole del cibo, sei incontri – accompagnati da una degustazione finale – durante i quali Giovanni Bietti, Lella Costa, Elisabetta Foradori, Alessandro Marzo Magno, Michael Pollan, Hans Tuzzi metteranno sul piatto una parola per ripensare a pregi e limiti delle nostre abitudini e tradizioni alimentari. Restano “in cucina” le divagazioni con assaggio di Roberta Corradin sulle ossessioni alimentari che hanno segnato gli oltre sessant’anni della nostra storia repubblicana e i laboratori per adulti e bambini sulle coltivazioni e sulla cucina degli etruschi tenuti dall’équipe didattica del Parco Archeologico del Forcello in collaborazione con Gianfranco Allari.
Dalle parole del cibo alla carne delle parole: passando dalla Tenda di piazza Sordello a piazza Mantegna si abbandonano le regole alimentari e si passa a quelle proprie della lingua. Sarà la linguistica la disciplina principe delle Lavagne di quest’anno. A ragionare dei limiti strutturali del linguaggio, delle norme profonde che lo regolano al di là degli accidenti storici di superificie, saranno – con abbondanza di esempi e gesso alla mano – Valentina Bambini, Cristiano Chesi e Andrea Moro. Il programma diurno delle lavagne si completerà con dimostrazioni e ragionamenti intorno alla biologia, alla chimica, alla fisica e persino all’architettura, mentre nella fascia di tarda sera verrà proposta una nuova serie di lavagne musicali. Gli altri interventi previsti in programma di argomento scientifico riguarderanno in particolare la storia dell’evoluzione umana (Giorgio Manzi), l’origine animale dei nostri comportamenti sociali (Dario Maestripieri), le implicazioni filosofiche delle più recenti acquisizioni della fisica contemporanea (Carlo Rovelli). Per quanto riguarda la psicologia e la psicoanalisi, vanno segnalate le presenze di Carol Gilligan – una delle fondatrici del pensiero della differenza -, dello psichiatra statunitense Frances Allen e di Eugenio Borgna, nuovamente a Festivaletteratura per un intervento sulle relazioni tra creatività e follia.
Le metamorfosi sono una delle suggestioni più potenti e prolifiche che hanno operato sull’immaginario letterario. Marco Di Domenico, esperto di biologia animale, mostrerà attraverso un laboratorio-percorso di osservazione a Bosco Fontana come si tratti di un fenomeno assolutamente frequente, anzi del tutto normale. Nel corso di un reading serale, il pubblico del Festival potrà ascoltare decine di queste storie raccolte da Di Domenico: un nuovo, vero “libro delle metamorfosi” in cui bruchi, granchi, anguille ci insegnano che il ciclo della vita non prende l’uomo a proprio modello. Ad aiutare i ragazzi – e gli adulti – a cambiare il modo di guardare la natura saranno anche le osservazioni astronomiche
diurne tenuti da Roberto Casati e Nicoletta Lanciano attraverso i piccoli e grandi mappamondi sparsi per la città e i laboratori sul funzionamento del cervello tenuti dall’unità didattica del Master.
Di grande interesse i laboratori e le performance che si collocano al confine tra arte, fumetto e illustrazione. Una vera e propria jam session per matite colorate, fogli e tastiera è quella proposta in Matita, un progetto d’interazione visivo e sonoro per otto partecipanti dove chi disegna, suona. In cerca di barocco per le strade e i palazzi di Mantova andranno bambini e genitori accompagnati dai Ludosofici; Silvia Bonanni si dedicherà al collage e Dario Zeruto ai pop-up; mentre a condurre i workshop di ri-tratto saranno Elisabetta Bucciarelli e Simone Sarasso (per la scrittura) e Giacomo Bagnara (disegno). Dopo la sospensione di un anno riprendono anche le temporary stories, le storie illustrate frutto della fantasia di uno scrittore, di un disegnatore e del pubblico dei ragazzi e destinate a durare giusto il tempo di un incontro. Nei due appuntamenti previsti per quest’anno Marco Malvaldi e Tuono Pettinato proporranno al pubblico di scrivere una storia sugli eroi del quotidiano, mentre Sualzo, Massimo Cirri e Matteo Corradini inviteranno a scegliere come tema un momento cruciale della vita.
Due grandi interpreti della letteratura americana del Novecento saranno le stelle indiscusse di Pagine Nascoste, la rassegna di documentari su libri e scrittori proposta al cinema Oberdan. Beauty in Truth è il film dedicato ad Alice Walker, esponente della cultura beat e afroamericana e autrice di Il colore viola, Regarding Susan Sontag è un omaggio commosso all’indimenticata scrittrice newyorkese. Tra gli altri documentari in programma, spiccano senz’altro il film di Martin Scorsese dedicato alla New York Review of Books e View of Krakow, primo titolo della serie Poets and Their Cities, che vede protagonista il poeta polacco Adam Zagajewski.
Non mancherà l’amore a Festivaletteratura, grazie alle riflessioni di Gustavo Pietropolli Charmet e di Massimo Recalcati e grazie all’happening dedicato al rapporto tra sesso e adolescenza nella storia dell’umanità che vedrà sul palco, insieme a una rock band di under 18, Alberto Pellai, Telmo Pievani e Federico Taddia. Non vanno dimentcati, nell’ampio panorama di proposte, l’incontro dedicato al lavoro teatrale di Stefano Massini su Lehman Brothers, la più importante banca d’affari americana; l’insolito ritratto di Tazio Nuvolari proposto da Philippe Daverio; le sessioni di racconto e lavoro a maglia condotte dalla maestra Emma Fassio con l’intervento di scrittori e storici della moda; i vertiginosi poeti dell’aria raccontati da Chicca Gagliardo. La segnalazione di chiusura è dedicata alle bande: alla Banda Osiris, che con la straordinaria partecipazione di Telmo Pievani e Federico Taddia dispenserà in forma di spettacolo imprescindibili consigli per chi voglia diventare musicista; alla Banda Città di Mantova, che insieme a Bruno Gambarotta celebrerà in musica i sessant’anni della televisione italiana.
Nei giorni di Festivaletteratura sarà presentato anche Prototipi, officina di provocazioni e idee su futuribili oggetti di lettura che aprirà nell’autunno 2014. Prototipi, insieme a Meglio di un romanzo, al focus sulla letteratura palestinese e a Scritture Giovani rientra in Diciotto+, un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo e pensato per dare più forza al Festival diventato maggiorenne. Diciotto+ prevede inoltre una serie di azioni finalizzate a ripensare gli spazi e la segnaletica del Festival, a migliorare l’accoglienza del pubblico giovane e a diffondere nel corso dell’anno immagini, voci, realizzazioni delle passate edizioni attraverso l’Archivio e il sito di Festivaletteratura.