Titolo accattivante per lo spettacolo con Paolo Hendel, in scena al Teatro Civico di Dalmine (BG) il 15 novembre 2014, secondo appuntamento della Rassegna “Comico Teatro 2014/2015”, organizzata dal Comune di Dalmine in collaborazione con l’associazione cultural teatrale Ambaradan: un titolo curioso con un testo firmato dallo stesso attore in collaborazione con Francesco Borgonovo e Marco Vicari che, pur rimandando esplicitamente alla realtà contemporanea, poteva far presupporre qualche nuova ironica analisi.
Invece lo spettacolo, accolto da un teatro tutto esaurito con i non prenotati alla porta, non si è librato in alto quanto avremmo sperato, limitandosi a ricalcare temi e personaggi politici, con relative dichiarazioni, che ormai tutti conosciamo.
Nulla di nuovo dunque, aldilà della professionalità di un attore di lunga carriera cui tributiamo merito, che in questo caso ha confezionato uno spettacolo d’intrattenimento, più inseguendo, secondo il mio parere, il consenso del pubblico, con tante bandierine piantate a difesa di posizioni ideologiche largamente condivise, che proponendo una rilettura originale della realtà, o quantomeno prospettive nascenti sull’onda di conoscenze aggiunte.
Non possiamo nascondere che questo modus operandi in teatro non funziona più. Già le trasmissioni televisive sono piene di citazioni, commenti ed attacchi. Gli stessi ministri, compresi nella propria parte, recitano copioni comici alla perfezione: tutto il resto, quando si parla di cattiva politica, comici a teatro compresi, sono pallide imitazioni più o meno riuscite.
Né sono suonati nuovi il primo ingresso di Hendel, nei panni del già collaudato Carcarlo Pravettoni, in questo caso sindaco usurpatore di turno a promettere cose impossibili, come portare il mare laddove non c’è, o al contrario incredibilmente reali, come le cementificazioni in luoghi impossibili, o l’ironico video pubblicità in bianco e nero dell’era di Renzi, con molti rimandi al periodo fascista e post fascista; il trattamento di tematiche quali l’abolizione dell’art.18, il precariato, i diritti dei gay o l’attacco diretto a politici noti, temi che in qualche momento hanno preso la piega del comizio elettorale.
Molte le battute, alcune delle quali hanno indotto a sinceri sorrisi, particolarmente divertenti nell’enunciazione di buffi epitaffi legati a nomi autorevoli passati e presenti, reali e immaginati, anche se di questo spettacolo preferisco ricordare la sincerità smaliziata del protagonista che si “denuda” nella propria quotidianità, innestando immediata empatia con gli spettatori, qualche interessante citazione filosofica in merito alla differenza di genere e una sua dissertazione “documentata” sull’esercizio terapeutico della parolaccia, che lenirebbe il dolore.
L’attore è stato supportato in scena dalle musiche dal vivo di Ranieri Sessa.
Il terzo ed ultimo appuntamento sarà sabato 24 gennaio alle ore 21 al Teatro Civico di Dalmine con MICROBAND classica “for Dummies”, uno spettacolo comico interamente dedicato alla musica classica.
Emanuela Dal Pozzo