IL BILANCIO DELLE NOSTRE VISIONI TEATRALI PER IL 2014

Ci pare interessante , a conclusione d’anno, ripercorrere con uno sguardo d’insieme le produzioni teatrali viste, spesso in realtà teatrali residenziali consolidate ma di nicchia, altre volte legate ai catelloni dei teatri più noti, oppure ospiti di festival teatrali di respiro nazionale, sempre con quella curiosità tesi a rintracciare le novità, i segnali e le “atmosfere” trasversali abilmente indotte dai direttori artistici. – Ci sembra particolarmente importante sottolineare la capacità di coinvolgimento di alcuni festival “full immersion” o a valenza multipla, che allargano l’orizzonte prettamente teatrale amplificando l’esperienza oltre il sensoriale e il cognitivo, perchè diventi esistenziale, inducendo nello spettatore e fruitore dell’evento un cambio di rotta e di atteggiamento attivo non solo nei confronti del singolo spettacolo, ma anche sollecitando la propria partecipazione quale cittadino consapevole: un reale intervento culturale teso quindi a modificare stili di vita e cattive abitudini.- Infine la nostra attenzione è stata soprattutto attratta dagli attori solisti, spesso anche autori e registi delle proprie produzioni, non sempre e non necessariamente sostenuti da Compagnie o nomi autorevoli, ma capaci di ideazioni originali ed intelligenti, frutto di percorsi di ricerca personale.

Abbiamo anche avuto modo di incontrare altri critici, di confrontare opinioni e gusti, a volte di esprimere posizioni e valutazioni diverse.

Non abbiamo potuto essere presenti sempre dove avremmo voluto, ma abbiamo allargato i nostri orizzonti per abbracciare un territorio non solo veneto e più nazionale, quindi il nostro sguardo si è accesciuto di esperienza, forte delle sollecitazioni artistiche incontrate, delle persone conosciute, degli scambi relazionali con attori, organizzatori, critici e direttori artistici.

Ci piacerebbe nominare e rianalizzare tutti gli spettacoli e gli artisti incontrati, ciascuno portatore di una propria ricchezza e di una propria diversità, di identità e di storia.

Ci limitiamo invece a citare le esperienze/spettacolo che più ci sono piaciute, non solo per la bravura o l’originalità dei linguaggi, per gli allestimenti scenici o la regia, ma perchè ci hanno coinvolto nel profondo, sono riusciti cioè più di altri a trasmetterci emozioni e ad entrare in relazione con noi spettatori.

Le citiamo alla rinfusa e senza dare una valutazione assoluta, rimandando alle singole recensioni l’approfondimento, ma quali segnali di un teatro ancora vivo, capace di irretire lo spettatore nel suo gioco trasformandolo:

“ Il principio dell’incertezza” di e con Andrea Brunello,con le musiche originali di Enrico Merlin, produzione Arditodesio; “Riccardo III” di e con Michele Sinisi, produzione Piccolo Teatro di Pontedera; “ Scese giù per Toledo” di Giuseppe Patroni Griffi regia e con Arturo Cirillo; “The Walk” compagnia Cuocolo Bosetti, “The best of” di e con Leo Bassi.

Per distinzione nella qualità di linguaggio segnaliamo invece:”Namur( o della guerra e dell’amore)” di Antonio Tarantino con Teresa Ludovico e Roberto Corradino, produzione Teatro Kismet Oper/A, “Ballata per Venezia. Dialogo armato tra una donna e un violoncello” con Juliette Fabre, musiche originali di Giulio Boato, produzione Doyoudada, “Cuor” di e con Eleonora Fuser.

Emanuela Dal Pozzo

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