“Unigeniti figli di Dio” è il vincitore della III edizione dei Corti Teatrali. Una bella satira dai toni surreali ed ironici, quella portata in scena da Valerio Vestoso, giovane regista e autore del corto, che ha saputo incantare e divertire sia il pubblico, sia gli addetti ai lavori tra critici, registi e autori, dimostrando che il teatro non è morto, anzi si fa sentire più forte di prima sotto l’influsso di nuove idee e di talenti che ogni giorno lottano per ottenere uno spazio per potersi mettere in gioco. La commedia ha come protagonisti tre Messia, Salvatore, Nazzareno e Gesù che dopo la morte della Madonna si presentano dal notaio (Ponzio Pilato) per accaparrarsi i beni che la madre ha lasciato a loro in eredità. Lo spettacolo, in linea con lo spirito del festival, è risultato brillante, frizzante, ben scritto e ben interpretato da Alfredo Calicchio, Luca Carbone, Matteo Cecchi e Lorenzo Parrottoda, giovani attori provenienti dall’accademia Silvio D’amico che con l’ottima presenza scenica sono stati in grado di appropriarsi dei rispettivi personaggi, portandosi a casa il premio da 2000 euro messo a disposizione dal festival.
Si è conclusa cosi la terza edizione del Festival dei Corti che ha visto in gara 21 compagnie che hanno presentato i lori coinvolgenti, sintetici e originali spettacoli (4 in scena ogni sera) per 6 giorni consecutivi al Teatro dell’Angelo di Roma. Ogni produzione ha portato in scena i propri “fili della fantasia” rilegandoli bene sul palcoscenico, dalla commedia al cabaret dallo sperimentalismo al teatro di ricerca, affrontando temi attuali e forti. È Il caso dell’emarginazione sessuale trattata dalla compagnia Planets Art con lo spettacolo “#Salvobuonfine” che ha lanciato buoni spunti di riflessione sull’argomento trattato. Altro corto che ha incuriosito per la buona interpretazione degli attori e per l’appropriato climax registico è stato “Labirinti”, scritto, diretto e interpretato da Daniel De Rossi con Jessica Zanella, un testo carico di energia, enigmatico, dove l’elemento visivo pieno di gesti, di sussulti, di pause e dei crescendo si è mescolato molto bene con quello sonoro.
La rassegna, organizzata e diretta da Massimiliano Caprara (inventore e direttore artistico già delle precedenti edizioni nel 1997 e nel 1998 svoltesi al Teatro Vittoria) accompagnato in questa nuova edizione da Veronica Milaneschi, è tornata a distanza di 18 anni ad essere protagonista con l’intento di “mappare” le nuove forme drammaturgiche teatrali ma anche di porsi come finestra per i nuovi talenti, studiarne i contenuti, le tendenze e gli orientamenti. Un risultato ben riuscito perché al contrario di altri festival di corti teatrali le 21 compagnie che si sono esibite hanno potuto godere di mezzi messi a disposizione dal festival stesso. Un festival, quindi, senza filtri e come ha giustamente ripetuto Caprara – «è molto più interessante vedere tutto il teatro che si fa, per tirare fuori i nuovi talenti e soprattutto per capire i gusti che lo spettatore predilige»-
Al centro del festival infatti c’è stato proprio il pubblico che ogni sera, fornito di un tagliandino numerato da 1 a 4 era chiamato a dare la sua preferenza scegliendo il corto da premiare in base al testo, alla regia o all’interpretazione degli attori.
La scelta del pubblico si è aggiunta in fine al verdetto della giuria tecnica composta da Cinzia Leone, autrice e attrice televisiva e teatrale, Angelo Orlando e Francesco Apolloni, attori, autori e registi cinematografici e teatrali e Pietro Favari, critico teatrale, che nell’ultima serata hanno decretato il corto vincitore.
Paolo Pitotti
Il link della sintesi del festival. https://www.youtube.com/watch?v=h4RDH5BAIE4&feature=youtu.be