“DONNE SHAKESPEARIANE” DEL TEATRO SCIENTIFICO-TEATRO LABORATORIO IN CORTE MERCATO VECCHIO A VERONA.

Cosa desiderate che mi avete fatta chiamare-124Nella sezione prosa dell’Estate Teatrale Veronese in Corte Mercato Vecchio, particolarmente interessante l’omaggio dedicato a Shakespeare, nel quarto centenario della morte, dal Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio. Un omaggio tutto al femminile, su progetto e regia di Jana Balkan e Isabella Caserta, titolato “Cosa desiderate che m’avete fatta chiamare?-donne shakespeariane.

Le protagoniste, in un insolito intreccio di anime e vicende, sono le eroine dei drammi del Bardo inglese. Fragili o forti, dominate o dominanti, hanno ruoli importanti nello svolgimento degli eventi, con le loro personalità ben connotate e menti fini. Rappresentano il poliedrico universo femminile secondo Shakespeare: Ofelia, Desdemona, Caterina, Venere, le comari che sbeffeggiano Falstaff, Giulia, Lady Macbeth, Lucrezia, Giulietta, Caterina d’Aragona.

Ma le registe vanno oltre l’omaggio letterario, associando, tra l’altro, simbologie archetipiche o moderne ai vari personaggi (rosmarino, per non dimenticare; scarpe rosse, attualmente assurte a sinonimo di femminicidio; candide vesti, per le vittime innocenti… ) a sottolinearne la valenza emblematica e universale, e facendo così rientrare a pieno titolo la loro nuova produzione nel più ampio progetto “Femminiletrapassatopresente”, di denuncia e riflessione sulla condizione della donna, già ricco di lavori significativi quali “Amiche”, “Donne nella storia”, “La bisbetica non domata”, “Una vedova poco scaltra”…

Pur carico di intenti “politici”, nel senso più alto e nobile del termine, lo spettacolo, che unisce musica (dal vivo, di Elisa Goldoni e Valerio Mauro, che pure la eseguono), danza (i movimenti corografici sono di Martine Susana), proiezioni video (di Luca Caserta), non manca di farsi apprezzare per le qualità estetiche che lo caratterizzano, oltre che per una spiccata impronta di femminile “pietas” che lo informa.

Le eroine, in scena, parlano poco, e non tutte. Abituate come sono, le donne (ahimè), a soffrire tacendo. Mimano la loro storia, la “urlano” nel linguaggio dei segni, la danzano in modo traumatico e scomposto, quando non si fanno mere apparizioni. Talora dicono qualche parola, talora recitano brevi scene, talora si scatenano in incisivi monologhi (travolgente Isabella Caserta nel ruolo di Caterina), mentre Jana Balkan, voce fuoricampo, unisce le tessere del puzzle con i giusti accenti che scaturiscono dal cuore.

I modi teatrali fluidamente mixano in armonica amalgama quelli del teatro di ricerca e del teatro di provocazione, del teatro danza e della commedia dell’arte, con la grande lezione del Living Theatre, elaborando uno stile che feconda e sviluppa, in ideale continuità, gli insegnamenti lasciati da Ezio Maria Caserta al “suo” Teatro Laboratorio-Teatro Scientifico.

Cosa desiderate che mi avete fatta chiamare? donne shakespeariane” entrerà nel prossimo cartellone invernale del Teatro Camploy, in una cornice diversa da quella tutta speciale di Corte Mercato Vecchio, nella quale le registe lo hanno abilmente articolato, durante i giorni dell’Estate”, nei punti più suggestivi a reciproca valorizzazione.

Franca Barbuggiani

condividi questo articolo:
SOCIALICON