Nella ricorrenza del primo centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916), il Comune di Milano e il Mart di Rovereto celebrano l’artista che più di tutti ha incarnato lo spirito futurista in pittura. Per quasi tutto il 2016, due mostre straordinarie evidenziano, alla luce anche di documenti inediti, il percorso artistico e la levatura internazionale dell’artefice delle più innovative teorie futuriste.
Dopo il successo a Palazzo Reale di Milano (23 marzo-10 luglio 2016), la mostra Umberto Boccioni. Genio e memoria ha ora una nuova e inedita versione espositiva nelle sale del Mart di Rovereto (5 novembre 2016-19 febbraio 2017).
A cura di Francesca Rossi (Castello Sforzesco di Milano) con la collaborazione di Agostino Contò (Biblioteca Civica di Verona), frutto di un lavoro di ricerca svolto dai Musei Civici di Milano e promosso dalla Soprintendenza del Castello Sforzesco, in collaborazione con il Museo del Novecento e Palazzo Reale di Milano, il Mart di Rovereto e la casa editrice Electa, la mostra è sostenuta da prestiti e collaborazioni di importanti istituzioni museali e collezioni private italiane e straniere.
Nel nuovo allestimento, ripensato appositamente per il Mart, la mostra Umberto Boccioni. Genio e memoria dialoga con l’attività espositiva del museo di Rovereto e con le opere presenti nelle Collezioni museali. L’esposizione si lega inoltre all’attività di ricerca dell’Archivio del ’900 del Mart.
L’attività di Umberto Boccioni viene esplorata a Rovereto attraverso accostamenti con le opere dei suoi contemporanei e con preziosi materiali d’archivio.
Vengono presentate oltre 180 opere di tipologie e tecniche diverse distribuite in cinque sezioni intitolate: Atlante, Sogno simbolista, Veneriamo la Madre, Fusione di una forma con il suo ambiente, Dinamismi, che si sviluppano in senso tematico, con l’Atlante delle immagini e le carte boccioniane della Biblioteca Civica di Verona esposti all’inizio del percorso, come una sorta di autobiografia dell’artista che funziona da sorgente irradiante del percorso: dal Divisionismo al Futurismo, da una dimensione intimistica, ancora affascinata dal clima simbolista di inizio secolo e ricca di rimandi all’arte del passato, a una vitalistica apertura al mondo esterno stimolata dall’ideologia di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista, nell’arco di poco più di un decennio, tra il 1903 e il 1916.
L’esposizione inoltre si basa sul rinvenimento di una serie di scritti e documenti inediti riferiti all’artista, riscoperti di recente presso la Biblioteca Civica di Verona, e sull’eccezionale corpus dei disegni del Castello Sforzesco, integrati dai documenti provenienti dai fondi archivistici dell’Archivio del ’900 del Mart di Rovereto e da alcuni dipinti determinanti nella produzione dell’artista.
In mostra, per esempio, il Nudo di spalle (Controluce) (1909), proveniente dalle collezioni del Mart; ma anche Forze di una strada (1911) del City Museum of Art di Osaka; Elasticità (1912) del Museo del Novecento di Milano; e la celeberrima scultura, icona della plastica futurista e riprodotta sulle monete italiane da venti centesimi di euro, Forme uniche della continuità nello spazio (1913), proveniente dall’Israel Museum di Gerusalemme (surmoulage del 1972).
La novità del concept espositivo è costituita da un nuovo approccio metodologico allo studio della produzione boccioniana, esplorata in rapporto ai referenti visivi antichi e moderni che segnarono profondamente la formazione dell’artista, individuabili in particolare nell’arte antica, nel Rinascimento italiano e nordico, nella ritrattistica barocca, nella cultura dell’Impressionismo e del Divisionismo, dei Preraffaelliti e del Simbolismo e nelle tendenze più aggiornate dell’arte visiva europea, dal Postimpressionismo al Cubismo.
Tutti questi riferimenti sono contenuti nei tre diari giovanili (rivelatori, per l’approfondimento del contesto culturale del periodo, resi disponibili dalla Getty Research Library di Los Angeles) e soprattutto nelle tavole dell’Atlante, un vero e proprio diario figurativo, costituito da ritagli di immagini di opere d’arte composte su grandi cartelle, grazie al quale è possibile approfondire ulteriormente i rapporti di Boccioni con i suoi referenti visivi nonché il metodo, le intuizioni e gli sviluppi del suo lavoro artistico. Un materiale eccezionale pubblicato integralmente nel giugno scorso da Agostino Contò e Francesca Rossi in un regesto edito da Scalpendi, intitolato Umberto Boccioni Atlas.
La mostra si inaugura il 5 novembre 2016 e rimarrà aperta fino al 19 febbraio 2017.