Arena in delirio e tutto esaurito anche a Verona, dopo i successi di Firenze e Roma, per “Roberto Bolle & friends”. Appuntamento estivo ormai consolidato di Fondazione Arena con il balletto classico e contemporaneo, proposto in assolo e passi a due dall’étoile del Teatro alla Scala e dell’American Ballet Theatre, Roberto Bolle per il quarto anno consecutivo, in collaborazione con Artedanza srl.
La formula è l’equivalente del recital operistico, un’antologia di brani eseguiti da interpreti diversi che apre così una doppia panoramica, su artisti e autori. L’offerta è, per sua natura, non omogenea, però interessante proprio per l’eclettismo.
Con la partecipazione del noto attore e doppiatore Francesco Pannofino in veste di maestro, Roberto Bolle ha aperto lo spettacolo con “Ballet 101”, scherzosa incursione nel mondo delle posizioni della danza, dalle più elementari e basilari (prima, seconda, ecc.) alle più impegnative (piroette, spaccate, ecc.) a mostrare l’aspetto fisico-ginnico-atletico dell’arte coreutica. Un prologo propedeutico prima di passare a coreografie di valenza più artistica ed emozionale. Sapientemente cadenzando la scaletta dell’ideale passerella, Bolle si è quindi riproposto in varia veste. Da impeccabile porteur, ne “La bayadère” di Petipa-Minkus, a sensuale partner, in “Carmen” di Petit-Bizet, con Polina Semionova, danzatrice agguerrita, anche se non proprio seduttiva quale ci si aspetterebbe, forse, nei due ruoli, a étoile di prima grandezza con l’irlandese Melissa Hamilton, splendida solista del Royal Ballet di Londra, nello statuario passo a due “Caravaggio” di Bigonzetti-Moretti (da Monteverdi), esaltazione di armonia e bellezza della figura umana in plastici e inediti intrecci; nelle allucinazioni di “Take me with you” di Bondara-Radiohaed; e nel multimediale “Rencontre” di Volpini-Aubry con visual effects di Staff s.a.s., che ha concluso, con tanto di fuochi d’artificio, la serata.
Uno splendido mix di tecnica, eleganza, bellezza, vigore, humour ed emotività.
Straordinari, inoltre, Daniil Simkin, primo ballerino all’American Ballet Theatre di New York, sia negli accademismi del “Don Chisciotte” di Petipa-Minkus con la brava Misa Kuranga, del Boston Ballet, sia nei balzi e volteggi di “Les Bourgeois” di Van Cauwenbergh-Brel, non senza la giusta componente attorale.
A contorno, Anna Ol e Young Gyu Choi, del Dutch National Ballet di Amsterdam, impeccabili ed espressivi nel notturno e allucinato “Penumbra” di Wörtmeyer-Rachmaninov, impegnati, inoltre, nella pura accademia di “Esmeralda” di Petipa-Pugni; con Herman Cornejo, dell’American Ballet Theatre, un po’ pesante in “Ciaikovski” di Balanchine-Ciaikovski eseguito con la aerea e leggera Misa Kuranga.
Nel corso dello spettacolo, Pannofino è nuovamente intervenuto, insieme con Roberto Bolle, per invitare il pubblico a fare una grande “ola” con le luci dei cellulari, quale emblematica testimonianza di solidarietà nei confronti delle molte problematiche che il comparto artistico coreutico sta attraversando.
Franca Barbuggiani