Ci siamo concessi una breve incursione a Casole d’Elsa ( Siena) il 20 luglio 2018 per seguire l’evento Borgonero, in un centro storico fasciato da stoffa nera e illuminato dalla luce delle candele e non siamo rimasti delusi, al contrario, con il senno di poi, la resa ci è parsa superiore alle aspettative.
Un evento teatrale itinerante “immersivo”,originale e corale, dalle 20, 30 alle 24, difficilmente associabile a format già noti, che ha preferito alla linearità consequenziale di una drammaturgia unica a tappe, lo snodarsi di personaggi, situazioni, performance e spettacoli legati tra loro da un contesto storico comune medievale e dalla figura principale di una strega, secondo l’ideazione di Luciana Calamassi e a cura dell’Associazione “CasoleEventi”.
La piena riuscita dell’operazione, non nuova nella sua coralità paesana che vanta l’annuale “presepium” d’ambientazione romana cui partecipano in veste di personaggi e comparse gli abitanti di Casole d’Elsa, sempre sotto la guida di CasoleEventi, non è tanto dovuta al suggestivo contorno peraltro ricco di angoli scenografici, personaggi, simboli e fiaccole infuocate che hanno “abitato” il centro storico di Casole, piuttosto alla selezione delle scelte in un’indagine del noir ricco di sfaccettature, oltre gli stereotipi di facile effetto.
Un filo conduttore intelligente e variegato che senza mai interrompersi ha saputo offrire con la stessa intensità comunicativa approcci, registri e sensibilità diverse, alternando momenti spettacolari ed onirici dai rimandi mitologici (Zoè, il principio della vita) , a momenti poetico lirici ( il teatro danza tra le tombe del cimitero), fino a situazioni crude storiche ( il rogo finale della strega, con Gli inquisitori della Compagnia Teatrale Campana), eventi accompagnati dal teatro itinerante di “kalofen”, dai personaggi inediti del Minotauro e della Mietitrice e da figure soliste di contorno dai raccapriccianti rimandi grazie ad un trucco accurato.
Particolarmente apprezzabile ci è parso il contrasto voluto tra la delicatezza quasi impalpabile della danza spettrale nel cimitero ad opera dei danzatori della Dance Group 2000 e la crudezza delle scene più storico veritiere, come il rogo finale, ma anche il passaggio della strega a cavallo, che nulla parevano avere di “finto teatrale” quanto piuttosto di fedele ricostruzione di clima e ambiente, anche nella essenziale riproposizione delle scene ( peraltro affidate ad attori occasionali del luogo), contrasto mediato dal vero e proprio spettacolo atteso nella piazza principale del paese “Zoe, il principio della vita”.
“ Zoe, il principo della vita”, spettacolo clou dell’evento, ha affascinato gli spettatori assiepati intorno alle transenne dello spazio scenico per gli spettacolari giochi di luce, di fuoco e pirotecnici che la Compagnia del Piccolo Nuovo Teatro di Perugia ha portato in scena. Una ventata d’innovazione nel teatro di strada, in cui la Compagnia è specializzata da diversi anni, capace di unire la straordinaria abilità tecnica degli interpreti, che vale la pena citare: Alessio Papini Lorenzo Incontri Roberto Capocchia Giuliapaola Fagioli Jessica Bruni Agnese Menzoli Marco Serrau e Amedeo Grilli, nella danza aerea, nel teatro danza sui trampoli e nella giocoleria, con l’invenzione di macchine sceniche e nuovi effetti in cui il fuoco ( pirotecnico e non ) diventa l’elemento principe.
Tutti sui trampoli gli attori, per l’intera durata dello spettacolo, impegnati in danze e in figure coreografiche acrobatiche per raccontarci il rapporto dialettico tra uomo e natura attraverso la figura di Demetra, Natura Madre e la figlia Persefone che donandosi all’uomo scatenerà l’ira degli dei fino al compromesso finale: l’alternarsi delle stagioni. Uno spettacolo ricco di umori e passioni ( dall’amore, all’inganno, all’odio) di capacità interpretativa, di dettagli curati tanto nelle scene che nei ricchi costumi, sottolineato da una nutrita e poliedrica colonna sonora suggestiva ed evocativa, con autori come Ronand Hardiman, Two Steps From Hell, Immediate Music, E.S. Posthumus, Klint Marsell e Kronos Quartet, Thomas Bergersen, e titoli come ” Tears of blood” , ” Empire of angels”, “Requiem for a dream”, “The lord of the dance“. Uno spettacolo con scelte di grande qualità che non hanno puntato al risparmio.
Un contesto “immersivo”, questo di Borgonero, in cui gli spettatori ( almeno un migliaio in questa serata), curiosi e a proprio agio, hanno facilmente perdonato gli intoppi e gli imprevisti di questa prima ( di tre giornate) Edizione Zero, che oltre a qualche incidente tecnico causato da spettatori distratti, ha visto forse a tratti eccessiva dilatazione dei tempi tra una performance e l’altra.
Oltre alle profondità tematiche, allusive a possibili futuri sviluppi almeno nelle tre direzioni delineate, ( chissà se in futuro questa manifestazione si arricchirà di nuove visioni del noir con la stessa attenzione con cui è stata preparata quest’anno), ci è parsa ottima la scelta dei personaggi di contorno, che si aggiravano per le vie, ottima la scelta che alcuni di essi camminassero sui trampoli o viaggiassero a cavallo per una maggiore forza d’impatto, ricercato lo studio dei costumi e accurato il trucco. Labile inoltre il confine tra professionisti e non, in questa parata allargata giocata sugli effetti speciali, i suoni e la precisione tecnica e pensata secondo le specifiche competenze di ciascuno, che in futuro potrebbe nutrirsi di maggiori presenze, capaci di alternare professionisti e non, nella logica intrapresa, sia con performances ad hoc, che con situazioni credibili storiche di ricostruzione del tempo capaci di interagire con gli spettatori.
In conclusione un evento studiato nei particolari e pensato “con gli occhi di chi guarda” e il cui successo si sembra sia stato proprio in quel non seguire la tendenza oggi dilagante ( anche in teatro) di pressapochismo e superficialità di preparazione da un lato, di narcisismo ( il punto di vista dell’attore) e supponenza dall’altro, anche se non sarebbe guastata lungo il percorso una presenza più massiccia di figure e situazioni.
Emanuela Dal Pozzo