A teatro pressoché esaurito, per il Settembre dell’Accademia, Festival internazionale di musica 2018, organizzato dagli Accademici Filarmonici di Verona nella storica sala del Bibiena, il 17 settembre è stata la volta della Filarmonica della Scala in “Tutto Beethoven”, comprendente la Sesta (“Pastorale”) e la Settima Sinfonia.
A dirigere era il maestro coreano Myung-Whun Chung, che con l’orchestra della Scala vanta un sodalizio quasi trentennale.
Con gesto riservato, quasi schivo, esibito centellinato a occhi chiusi con rare accensioni (soltanto proprio al bisogno) di perentoria vigoria, Chung ha evocato un Beethoven elegante, di serena, vibratile bellezza, dal sapore più neoclassico che romanticamente estroverso e plasticamente titanico (ma Beethoven è da leggere sempre e solo così?); adottando finali, specialmente per la “Pastorale”, inaspettatamente asciutti e tranchant.
Un’offerta che può aver sollevato non poche perplessità tra gli spettatori più tradizionalisti, ma certamente non priva di un suo inedito fascino. E che, soprattutto, ha consentito di evidenziare le qualità di suono prezioso, morbido e cangiante della formazione scaligera, dagli archi compatti e dagli splendidi fiati (strumentini in testa).
Applausi scroscianti ma che hanno anche palesato qualche sottile riserva, senza peraltro inficiare il successo della performance.
Un travolgente (stavolta sì!) bis fuori programma, nel nome di Rossini.
Visto il 17 settembre
Franca Barbuggiani