Una breve escursione a Grottammare ( Ascoli Piceno) per partecipare a due eventi indipendenti ma tra loro correlati il 19 e il 20 ottobre 2018: l’apertura del 24 esimo Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili e il walkabout “ La regina di Roma a Grottammare”dedicata a Cristina di Svezia, una delle donne più interessanti del XVII secolo, condotto da Carlo Infante e promosso da City Jump come apertura di un laboratorio successivo dedicato alla lettura ad alta voce.
Diversi gli organizzatori ma comuni sono sembrati essere gli intenti che hanno visto sia il teatro sia il progetto di City Jump di “lettura all’aperto come gesto pubblico” impegnati nel coinvolgimento della cittadinanza, in particolare giovane, anche attraverso un capillare lavoro nelle scuole, già avviato.
I frutti di questo lavoro, in ambito teatrale, si sono visti già la sera del 19 ottobre, in occasione dello spettacolo teatrale “ Amleto take away” della Compagnia Berardi Casolari, che ha visto il teatro gremito da scolaresche delle scuole medie superiori e dai loro insegnanti, già partecipi di progetti teatrali condotti nelle scuole e promossi dal Laboratorio Teatrale Re Nudo di Grottammare, anche fautore del 24° Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili.
Uno spettacolo, quello di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, particolarmente dedicato ai giovani e che, con linguaggio immediato ed efficace ha messo in guardia dalle contraddizioni del nostro vivere oggi, soffermandosi particolarmente sulla differenza tra l’essere e l’apparire, prendendo in prestito un Amleto inedito ed ironico, con le pecche però, dal mio punto di vista critico teatrale in ordine ai linguaggi utilizzati, dei monologhi centrati sull’attore e la parola, poco mediata dalle invenzioni creative che il teatro saprebbe e potrebbe offrire.
Anche in questo caso di monologo lo spettacolo è interamente affidato alla bravura dell’attore Gianfranco Berardi e alla sua presenza scenica, entrambe di impatto indiscutibile. (Viene lasciato il compito solo alla parola di creare i nessi logici, un testo peraltro anche capace di ironizzare sulle proprie disgrazie personali come la cecità, e i pochi oggetti vengono usati per ciò che sono, senza rimandi e dilatazioni capaci di prospettiva e leggerezza – anche se in alcuni momenti richiamano la poetica di Cesar Brie con cui l’attore ha lavorato).
Uno spettacolo di rimando etico, potremmo comunque dire, quantomai pertinente oggi e dedicato ad una gioventù allo sbando cui la società ha sottratto validi punti di riferimento.
Altrettanto interessante, come sempre appare ai partecipanti, il walkabout condotto da Carlo Infante per le vie del centro storico di Grottammare, il cui tema, pur centrato sulla figura di indiscussa autorevolezza della regina Cristina di Svezia,della quale si sono lette pagine biografiche, ha poi spaziato sul concetto di “cittadinanza attiva”, di “povertà lessicale delle nuove generazioni”, dell”‘importanza dell’ascolto e della lettura a voce alta”, sempre incrociando le osservazioni e i contributi di pensiero dei partecipanti con gli stimoli esterni: ulivi, piante particolari, monumenti, affreschi e tracce storiche, in un percorso geostorico in cui affondare le proprie radici.
Il walkabout è confluito quindi naturalmente, in un bell’esempio di sinergia, nel primo appuntamento della giornata del 20 ottobre dei Teatri Invisibili:il convegno “ Gli invisibili per Leo” nel decennale della scomparsa di Leo De Berardinis nel quale i relatori Marco De Marinis, Pierfrancesco Giannangeli, Laura Mariani e Cristina Valenti hanno ricordato figura e opere del maestro, in particolare la sua vocazione alla formazione teatrale, considerata più importante degli allestimenti scenici stessi.
Emanuela Dal Pozzo