LA MAHLER CHAMBER ORCHESTRA OSPITE A VERONA DEL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA. RECENSIONE

Il 30 settembre 2018, per il Settembre dell’Accademia si è esibita al Teatro Filarmonico di Verona la Mahler Chamber Orchestra.

Fondata nel 1997 grazie all’impulso artistico di Claudio Abbado e Daniel Harding su una formazione di base di 45 musicisti provenienti da venti paesi diversi, viene gestita in modo collettivo, incentrando il repertorio sul periodo classico viennese e il periodo romantico, mantenendo, però, anche un occhio di riguardo verso le novità contemporanee.

Dal 2016 ha quale Artistic Advisor il direttore d’orchestra Daniele Gatti, mentre il primo violino Metthew Truscott – musicista versatile, apprezzato sia nel repertorio moderno che in quello classico, attivo specialmente in ambito cameristico – la dirige regolarmente in concerti di musica da camera quale maestro concertatore.

Tra gli impegni educativi, l’Orchestra include seminari mirati ad aprire la fruizione del mondo musicale ai bambini sordi o con problemi di udito.

Al Filarmonico è ritornata con un programma che riflette la sua particolare vocazione musicale. Tecnicamente impeccabile, si è fatta particolarmente apprezzare nella asciutta e tesa offerta della drammatica “Sinfonia da camera in do minore Op. 110a” di Šostakovič, protagonista la omogenea e musicalissima famiglia degli archi.

In Mozart, riscoperto in slancio e freschezza nella “Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore K364 (320d)” dopo una corretta lettura dell’ “Adagio e fuga in do minore K 546”, ha messo in evidenza le qualità solistiche della violinista Alexandra Conunova, temperamento grintoso, tecnica agile e suono prezioso, in ottima intesa con la violista Béatrice Muthelet dal suono rotondo e la frase elegante.

Ha concluso il concerto, ottimamente condotto da Matthew Truscott quale maestro concertatore, una pagina bachiana, la “Cantata per basso, oboe, archi e continuo in do minore BWV 82”.

Canto solista, il baritono Peter Harvey, dalla voce piccola, al limite dell’udibilità, ma agile e precisa e dal timbro gradevole.

Pieno successo di pubblico.

Franca Barbuggiani

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