Come da anni è ormai tradizione, nella prestigiosa cornice del Teatro Filarmonico di Verona gremito di pubblico, si è tenuta, nella sera del 29 settembre, la cerimonia ufficiale della consegna del Premio Masi, 37ma edizione: somma di denaro e bottiglia di vino Masi, che vanno ad aggiungersi alla botte di amarone firmata dai vincitori nel pomeriggio alle cantine Masi.
Presentati in filmati che ne hanno delineato il profilo umano e professionale, i vincitori hanno dato vita a un interessante talk show, per il secondo anno consecutivo amabilmente condotto da Piero Badaloni. Tra i premiati, di particolare spicco la presenza del Cardinale Mario Zenari, da nove anni nunzio apostolico in Siria, nella sede di Damasco, mai abbandonata nonostante la guerra in atto dal 2011. Lì egli presta la sua opera di soccorso alle vittime del conflitto. In particolare attraverso il progetto “Ospedali aperti”, gestito con spirito umanitario che trascende ogni valutazione di appartenenza. Al cardinale è andato il “Grosso d’Oro veneziano”, riservato a personalità di spessore internazionale, impegnate nella diffusione della cultura e a sostegno della pace attraverso il grande valore della solidarietà per il progresso civile nel mondo. Con questo premio al Nunzio Zenari – quarta personalità veneta che lo riceve – come ha sottolineato Sandro Boscaini, vicepresidente del Premio Masi e Presidente di Masi Agricola, si è voluto rendere onore ai molti missionari e volontari che, dalle terre venete, hanno donato il loro impegno solidale ad altri popoli.
Non meno prestigiosi i nomi dei prescelti per il “Premio Masi Civiltà Veneta”, dedicato a personalità venete che si sono distinte nei vari campi della cultura e della professione.
A partire dal vicentino Christian Greco, attuale direttore del Museo Egizio di Torino, la più antica struttura museale dedicata a questa civiltà per valore e quantità di reperti, dopo quella del Cairo. Dal 2014, sotto il suo impulso, ne è stata valorizzata e ottimizzata la fruizione perseguendo una nuova visione dei siti museali, che intende questi luoghi – ben oltre la loro funzione di semplici contenitori di testimonianze del passato – come centri di incontro, educazione e ricerca.
Altro nome della terna vincente, lo scrittore Ferdinando Camon, originario della provincia di Padova. Tra i suoi libri dedicati al declino e alla scomparsa della civiltà contadina, di grande successo “Un altare per la madre”, Premio Strega 1978, entrato tra i classici della letteratura italiana contemporanea. Ma nella sua narrativa, Camon ha affrontato anche altri temi, quali il terrorismo, la psicanalisi e l’impatto dei migranti sulla nostra cultura e società.
Completa la terna veneta Carlo Nordio. Magistrato di origine trevigiana, per quattro decenni è stato in prima fila nella lotta al terrorismo e ai sequestri di persona (tra gli anni ’80 e ’90) e quindi nella lotta alla corruzione.
Il “Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino”, dedicato a chi si è distinto nella diffusione della cultura del vino nel mondo, è andato al sommelier di origine francese, ma inglese di adozione, Gerard Basset, nel 2010 eletto migliore sommelier del mondo. Nel talk show, ognuno per la propria parte, hanno approfonditi i temi della guerra, del terrorismo, della corruzione, dei valori della antica cultura contadina, della solidarietà, della violenza. In apertura di serata, dopo il saluto del sindaco di Verona Sboarina, Isabella Bossi Fedrigotti, presidente del Premio Masi, e Sandro Boscaini, vicepresidente dello stesso e presidente di Masi Agricola, avevano ricordato motivazioni e finalità del premio e i criteri di individuazione dei vincitori, mentre, in chiusura, Sandro Boscaini ha consegnato la “Targa Giorgio Boscaini” agli olandesi Bert e Gino De Boer, distintesi nella loro opera di diffusione, in particolare, del prestigioso Amarone.
Visto il 29 settembre
Franca Barbuggiani