Siamo tornati volentieri al Teatro Stabile di Bolzano per l’allestimento scenico “Amore” della Compagnia Delbono, produttore esecutivo Ert/Teatro Nazionale, il sostegno del Ministero della Cultura Italiana, innumerevoli co-produttori associati italiani e stranieri, la regia di Pippo Delbono, certi che non avrebbe deluso le aspettative e così è stato.
L’amore è una costante tensione che attraversa la nostra vita, è un’urgenza- dice Pippo Delbono– è un uccello rapace, è passione, è nostalgia, è paura, è abbandono, è solitudine, è assenza, è distanza.
Si scelgono le atmosfere portoghesi , così malinconiche, struggenti ed elegiache, dice il regista, un luogo di passione, nostalgia e morte, per trascinare gli spettatori in questo ballo dell’anima, dalle quali emergono gli attori e i cantanti poeti.
Amore e morte verranno celebrati a più riprese nello spettacolo -un vecchio canto che ricorda la guerra civile in Angola, colonia portoghese, il canto “morire d’amore” e altre suggestioni, come se la morte/negazione d’amore aleggiasse nell’aria.
La poesia attraversa tutto lo spettacolo. Ma è la voce struggente fuori campo di Delbono a catturare quasi subito, a imbrigliare lo spettatore e a catapultarlo in scena.
Uno ad uno si animano i personaggi, con i propri costumi, i propri strumenti, la propria voce, il proprio canto di vita e ci parlano, sostenuti dalle accattivanti musiche che irrompono in scena per spostare gli equilibri, unire, aggiungere chiavi di lettura. Sparisce quasi subito il confine tra palcoscenico e platea, in un gioco che dilata e restringe il campo: lo spettatore si sente in scena e fuori scena, accanto agli attori e tra gli spettatori.
E’ la cosa più stupefacente di questo spettacolo: il sentirsi parte, l’essere “compreso”. A tratti accade che ci si sente spettatori/osservatori e un attimo dopo sparisce ogni distinzione. Accade in modo naturale e ci si sente parte di quella poesia, di quel canto, della scena stessa che si dilata fino a inglobare tutta la platea di spettatori/attori.
Esperienza splendida e commovente.
Diversi minuti di applausi. Qualcuno chiede il bis.
Ed è già nostalgia.
Visto il 16.01.2022
Emanuela Dal Pozzo
Compagnia Delbono:
Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazao, Mario Intruglio, Pedro Joia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella.
Musiche originali di Pedro Joia e autori vari. Costumi di Elena Giampaoli. Luci di Orlando Bolognesi. Scene di Joana Villaverde.
Co-produttori associati: Sao Luiz Teatro Municipal Lisbona, Pirilampo Artes, Camara Municipal e Rota Clandestina, Setubàl, Ministeri da Cultura Dgartes Portogallo, Fondazione Teatro Metastasio di Prato.
In Coproduzione con :Teatro Coliseo, Istituto Italiano di Cultura e ItaliaXXI- Buoenos Aires, Comedie de Geneve, Theatre de Liege. Les 2 scènes sn Besancon. KVS- Bruxelles, Sibiu International Theatre Festival