LE SORELLE BRONTE. RECENSIONE

Bell’affondo culturale mercoledì 10 agosto nel giardino della Biblioteca di Montecchio Maggiore (Vicenza) con lo spettacolo “Le sorelle Bronte”.

In scena le due attrici Isabella Caserta e Anna Zago, insieme per quest’occasione,( coproduzione Teatro Scientifico di Verona e Theama Teatro di Vicenza) si sono alternate nella lettura interpretata di un testo sfaccettato, teso ad indagare la vita della numerosa famiglia Bronte e in particolare quella delle tre sorelle Emily, Charlotte e Anne, la cui morte prematura non ha impedito al loro indiscusso talento letterario di manifestarsi.

Una vita anticonvenzionale non facile quella delle tre sorelle, vissuta al lume di candela nella brughiera dello Yorkshire, e che, pur nella diversità dei caratteri e delle scelte, ha loro permesso di imporsi al mondo culturale dell’epoca, anche pubblicando sotto pseudonimo maschile, fino ad arrivare ai giorni nostri.

E’ di Charlotte il noto romanzo “Jane Eyre”, dal quale è stato tratto l’omonimo film, mentre il romanzo “Cime Tempestose” è considerato il capolavoro della scrittrice e poetessa Emily e di Anne ricordiamo i romanzi “La signora di Wildfell Hall” e “Agnes Grey”.

Tornando allo spettacolo visto, ci siamo trovati di fronte ad una performance estroversa e briosa, pervasa da vene ironiche e momenti toccanti più intimisti, lontani da cliché e forzature; una scelta, quella delle due  attrici protagoniste, capace di reggere il palcoscenico per più di un’ora, senza ausilio di scenografie od oggetti di scena, catturando sempre l’attenzione degli spettatori presenti.

Tanti i meriti di questo spettacolo: nel testo ( la ricerca storica sottesa nel delineare le caratteristiche dell’epoca vittoriana nella quale i protagonisti sono collocati; l’analisi psicologica e relazionale tra i membri della famiglia; il far affiorare le contraddizioni dell’epoca, l’accurata scelta dei testi emblematici scritti di pugno dalle stesse sorelle Bronte); nell’interpretazione, professionale e coraggiosa, capace di sondare l’animo femminile con consapevolezza ed ironia, sia con occhio esterno smaliziato, che con una più intima e profonda capacità introspettiva; nella regia, capace di mantenere insieme le tante sfumature presenti, ma soprattutto capace di gettare un ponte tra il passato e il presente, complici anche le immagini animate sullo sfondo, a richiamare personaggi e spezzoni di film più attuali collegati a questa storia e a quell’epoca.

In tutto ciò la rivoluzione delle sorelle Bronte: tre donne umili ma caparbie che hanno avuto il coraggio, senza aiuto alcuno, di provare a cambiare gli equilibri del tempo, proponendo una figura femminile soggetto e che oggi ci suggeriscono una rivoluzione più vissuta che urlata, attraverso la trasformazione di una donna consapevole di sé e della propria unicità.

Infine un plauso per questa bella iniziativa, particolarmente intrigante e pertinente in uno spazio/biblioteca, sollecitazione alla lettura e all’approfondimento, grazie ad un testo sfaccettato e pregno, in un momento in cui tutto sembra scivolare in superficie, con molti luoghi comuni e poche domande.

Emanuela Dal Pozzo

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