Ancora due spettacoli di teatro etico a Padova e a Verona, il primo il 3 novembre 2012 nella Rassegna “Insieme a Teatro” di Villafranca Padovana, il secondo il 3 e il 4 novembre all’Arsenale, sede del Teatro Scientifico di Verona.
Per coincidenza fortuita i due spettacoli si possono accomunare nei significati, nonostante più di un secolo li separi.
Il primo dal titolo “Antonio Fogazzaro: Il linguaggio dell’anima”, con una selezione attenta e significativa dell’intera opera dello scrittore ottocentesco, condotta da Guido Rebustello che ne firma anche la regia, racconta con il corpo e la voce di Toni Andreetta valori, credenze, proponimenti e conflitti di Fogazzaro.
Incredibilmente il testo ci sembra a tutt’oggi attuale nelle analisi politiche, nel rapporto stato /chiesa, scuola ed educazione religiosa e nelle tematiche più interiori poetiche che attraversano il protagonista, in un filo conduttore esistenziale che ci tocca da vicino.
L’autore si lascia andare a confidenze, indugiando sui momenti di “caduta” dei propri sensi e sulla lotta innaturale tra le esigenze del corpo e le richieste della morale religiosa, facendoci sorridere ma anche riflettere. E’ un’indagine sottile che rispecchia la concezione del mondo di un Fogazzaro poeta, testimone critico del proprio tempo ma incapace di vera ribellione, che pur nella ricerca di una coerenza interiore e nel riconoscimento degli errori delle istituzioni, con la messa al bando ad esempio di un suo romanzo, si sottomette alla volontà del potere.
Intensa e partecipata l’interpretazione di Andreetta, capace di portare gli spettatori nel proprio mondo fatto di pochi oggetti densi di significati: una rosa bianca a simboleggiare l’amore per le donne, un calamaio e un foglio di carta per far scaturire poesie e pensieri dall’animo, il raccoglimento di uno studio per potere prendere le giuste distanze dal mondo.
Applaudito dal motivato pubblico che, seppur non numeroso, secondo il dibattito avviato dall’autore/regista presente in scena, si è rivelato anche competente conoscitore di Fogazzaro. Apprezzamenti meritati al regista, cui il pubblico ha riconosciuto la capacità di un ritratto fedele dello scrittore e al convincente intimismo interpretativo attoriale.
Più estroversa ed aggressiva la presenza scenica di Roberto Vandelli, nell’interpretazione dello spettacolo “ Rosso profondo in punto di morte” , dell’autore Luigi Lunari presente in sala.
Lo spettacolo affronta con ironia il pensiero di un ipotetico Presidente di Consiglio dei giorni nostri, che all’assunzione della propria carica scopre di avere una malattia incurabile e i giorni di vita contati. Nella percezione di una fine prossima il suo pensiero politico cambia. Ripercorrendo la vita a ritroso riscopre gli antichi ideali giovanili che all’inizio della sua carriera lo avevano spronato, decidendo di metterli in pratica, contro la volontà del suo partito.
Convincente l’attore, applaudito dal pubblico, capace di coinvolgere l’uditorio nel lungo monologo ricco di colpi di scena e di passare con scioltezza da un personaggio all’altro, in uno stile ad effetto che cattura l’attenzione dello spettatore più sul piano dell’azione che della riflessione.
Contento anche Lunari che sottolinea di essersi commosso e di avere apprezzato la messa in scena.
Emanuela Dal Pozzo