“FICCASOLDI” AL TEATRO TDIX DI ROMA E IL PROGETTO DI SMITIZZAZIONE DELL’ “NDRANGHETA”.

Volentieri pubblichiamo queste note pervenuteci, relative allo spettacolo “Ficcasoldi” in scena dal 20 al 25 gennaio 2015 al Teatro TdiX Tordinona di Roma ( adiacente a Piazza Navona), senza entrare in merito alle qualità dello spettacolo perchè non visto, per due motivi: da un lato ci sembrano emblematiche di un filone di teatro contemporaneo che si interroga sulla realtà attuale offrendone delle interpretazioni ed interrogandosi su tematiche che riguardano tutti, dall’altro lato ci spiegano come nasce uno spettacolo, il pensiero che sottende e che anima certe scelte, la motivazione prima che non dovrebbe mai mancare a giustificazione della nascita di un’opera.

Entrambi rappresentano a mio avviso due squarci ,e per fortuna non rari, a rompere quel muro di omertà, di convenzioni e di falsità patinata che interessano tanto la società quanto la cultura spesso figlia di quella società.

Emanuela Dal Pozzo

COMUNICATO STAMPA

Un progetto curioso che riproduce tematiche degne di segni e umori propri di un disagio contemporaneo che ci riguarda da vicino ed evidenzia una patologia sociale sempre più diffusa: l’ossessione del gioco d’azzardo con i connessi elementi che lasciano intravedere in questo progetto possibili sviluppi legati ad un tema di grande attualità”. Con questa motivazione Ficcasoldi, lo spettacolo scritto e diretto da Rosario Mastrota, ha vinto il Premio Nazionale Giovani realtà del Teatro a Udine.

Lo spettacolo, che inquadra una società vittima di una crisi celebrata, che cede alle lusinghe del “vincere facile” sarà in scena dal 20 al 25 gennaio 2015 al Teatro TdIX Tordinona di Roma.

In scena Dalila Cozzolino, Andrea Cappadona e Gianni Spezzano a raccontarci la storia di Ettorino, un barista, che ha accolto nel suo bar diverse slot machines: in tempo di crisi fare solo caffè non è molto retributivo. Qualcuno ritorna spesso, qualcuno è di casa. Un uomo senza nome, un Ficcasoldi, vive la deteriorante ascesa della ludopatia, l’erosione dell’autocontrollo, l’impossibilità di venirne fuori, ficcando la sua vita, pezzo dopo pezzo, nella macchinetta infernale.

L’ebbrezza del gioco apparirà più fragile dell’altra malattia celata nel bar: un’organizzazione malavitosa gestisce quel business, trasformando le slot in casseforti di denaro da riciclare.

Note di regia

E’ dalla realtà che parte questa storia. Parte da un pomeriggio di fine giugno, affacciati alla finestra per un incontro casuale, vediamo una ditta di traslochi che impacchettava libri in scatole di cartone.

Focalizziamo meglio l’attenzione e vediamo che gli operai vanno e vengono da quella che prima era una libreria, la mitica libreria di filosofia. I proprietari in un angolo, a testa bassa, consegnano le chiavi ad un rossiccio signore, l’unico sorridente. Fino all’ultimo libro respirammo quella condanna, poi il camion partì e ne arrivò un altro, lucido, splendente. Scesero degli operai in nero, scaricavano slot machines. L’insegna verde “libreria” venne staccata con rapida facilità da due ometti calvi, altri due, capelloni, attaccarono la nuova mastodontica insegna rosso e nera, la scritta cancellò la nostra speranza: Las Vegas era nostra dirimpettaia. All’inaugurazione, la stessa sera, c’era una moltitudine di gente, ci apparvero tutti uguali, fotocopiati. I nuovi clienti. Era la sesta sala slot del quartiere, la centesima della città. I conti in Italia decidemmo di non farli, sarebbero stati fantasmagorici.

La difficoltà maggiore quando si cade nel vortice del gioco da dipendenza è uscirne, è quasi sempre impossibile. Esistono delle possibilità, dei gruppi di ascolto, alcune forze di volontà, ma mai definitive.

Pertanto l’obiettivo primario di questo progetto muove dal mostrare una fenomenologia dilaniante che schiavizza chi ci si intrappola. Di seguito far luce sulla gravitazione della criminalità organizzata in questo “gioco” e la sua intoccabilità. Ficcasoldi, fa parte di un progetto più ampio che la Compagnia Ragli sta portando avanti da tre anni. Un processo di smitizzazione della ‘ndrangheta. Smitizzare vuol dire rimpicciolire l’ego spettacolare dei malviventi, chiunque essi siano. Pare che l’Italia operi esattamente il processo opposto: esalta la fama del cattivo. Gli show e l’esaltazione dell’efferatezza di boss quali Riina, casalesi o maglianesi, allontana ogni speranza. Noi proviamo a partire da un’altra visione dell’eroe. Per noi l’eroe è lievemente più debole. Soffre e vive il male. Oppure ci abita dentro e non lo sa, quindi non lo sa neanche combattere. I deboli, come Carletta, la scema del paese che denuncia un rapimento famoso in L’Italia s’è desta o il panettiere innamorato che uccide per la sua donna due usurai che gli chiedono il pizzo e viene arrestato, in Panenostro, o ancora il patto di amicizia e novità amorosa che due figli omosessuali di boss stipulano rompendo le sacre regole della ‘ndrangheta in Salve Reggina!, si animano nel meccanismo teatrale, inventato e semplice: combattere la piaga è innato, basta solo sapere di poterlo fare. Il nostro secondo obiettivo è questo: reagire

Compagnia Ragli

Fondata da Rosario Mastrota e Dalila Cozzolino nel 2008 si occupa, nella sua poetica artistica, di affrontare tematiche civili e sociali, svolte attraverso un linguaggio drammaturgico contemporaneo. Il primo spettacolo (Ragli, di R. Mastrota) debutta nel 2009 al festival sui nuovi linguaggi sulla drammaturgia contemporanea Primavera dei Teatri. Ne segue Fine, finalista al Premio di Drammaturgia “Dante Cappelletti”, al Premio Kantor, al Premio Controscene Biella e al Premio Cantiere Opera Prima di Roma. Nel 2011, il testo Salve Reggina!, storia di ‘ndrangheta smitizzata, è selezionato al Napoli Teatro Festival, sezione Fringe E45 e lo stesso anno è finalista al Premio Hystrio Scritture di Scena_35, di nuovo al Premio Dante Cappelletti e al premio di Drammaturgia Oltreparola. Nel 2012 la Compagnia apre con L’Italia s’è desta, un piccolo [falso] mistero italiano, una trilogia sulla smitizzazione della ‘ndrangheta. Lo spettacolo è vincitore di numerosi premi di teatro e drammaturgia (Uno per Monologhi, Teatropia, Premio Centro alla Drammaturgia, Premio Dirittinscena Università di Roma, Premio Restart Antimafia e Premio Politicamente Scorretto), è finalista al Premio Hystrio Scritture di Scena e debutta in forma di lettura scenica al Teatro Valle di Roma. Lo spettacolo effettua una tournèe in tutto il territorio nazionale con ben 60 repliche, arrivando ad essere selezionato per il festival In SCENA NY! dove viene rappresentato nella città di New York. Seguono nel 2013 gli altri due spettacoli della trilogia: Panenostro, vincitore del concorso Per Voce Sola – Teatro della Tosse di Genova e Ficcasoldi, vincitore del Premio Giovani Realtà del Teatro della Civica Accademia Nico Pepe di Udine, con una menzione speciale della critica. Nell’estate del 2014, l’ultimo testo Onions, partecipa al progetto Collaborazioni 2014, diretto da una regista internazionale Orly Noa Rabinyan. Per il progetto Fango (finalista al Premio Teatri del Sacro 2014) la compagnia si avvale della collaborazione con il drammaturgo e attore Mauro Santopietro (vincitore di una borsa di studio Europea in scrittura, finalista al premio Scenario 2011, collaboratore del Globe Theater di Roma e in passato dell’Università La Sapienza, autore di pièce teatrali con le quali ha partecipato a diversi festival Nazionali e Internazionali); e con la regista Israeliana Orly Noa Rabinyan (membra del Lyncoln Center di NY e co-fondatrice del World Wide Lab – collettivo di registi teatrali Internazionali).

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