Prende il via venerdì 16 gennaio 2015 alle 21 la rassegna Modena Danza al Teatro Comunale Luciano Pavarotti. In scena uno spettacolo in prima italiana del Balletto del Teatro dell’opera di Tirana impegnato in un programma composto da un titolo classico, Coppélia, e da un brano contemporaneo, La stravaganza, firmato dal coreografo Angelin Preljocaj.
Coppélia è uno dei brani più celebrati del repertorio tradizionale e una pietra miliare del Balletto di Tirana, compagnia che affonda le proprie radici nella scuola russa dalla quale si è formato. Alla stessa tradizione si rifà la storica Accademia di Balletto di Tirana, i cui allievi popolano le migliori compagnie internazionali. Balletto francese di Arthur Sain-Léon, entrato in repertorio attraverso la versione coreografica creata da Petipa a fine Ottocento per la compagnia di San Pietroburgo, Coppélia è un’opera brillante, costellata di divertissement e danze di carattere popolare.
La seconda parte dello spettacolo nasce dal progetto franco albanese che nel maggio 2014 ha portato il coreografo Angelin Preljocaj in Albania, suo Paese d’origine, per una collaborazione con il Balletto dell’Opera di Tirana. La Stravaganza, creata nel 1997 per il New York City Ballet, rappresenta l’incontro fra due gruppi di interpreti e due mondi distanti e apparentemente disparati, la vecchia Europa e le luci sfavillanti di New York. Passato e presente, antico e moderno vengono accostati e si scontrano per mezzo di musiche, tecniche, costumi diversi rimandando alla storia personale di Preljocaj e al dramma di una doppia identità culturale.
“L’idea del nuovo continente è alla base di questa creazione – racconta il coreografo – che è stata fortemente influenzata dalla mia personale vicenda di immigrato europeo trasferito a New York, una città che ha sempre rappresentato un mito per me, il luogo dove chi lascia la propria casa e il proprio paese può iniziare una nuova vita. Da un lato vedevo la cultura di chi veniva dall’Est europeo portando con sé antiche tradizioni, dall’altra lo splendore dei teatri di Broadway. Ho voluto raccontare queste impressioni, e i miei sentimenti attuali, nella forma di un passato che ritorna a farsi sentire, come un boomerang. Persone ed emozioni che riemergono da un altro tempo per portare qualcosa di nuovo. Ripensando al sentiero che ho percorso, mi commuove vedere questo brano danzato dai ballerini albanesi del Teatro dell’Opera di Tirana con i quali ho lavorato in occasione di questo spettacolo.”
“Come Giselle è la grande tragedia del balletto classico, Coppélia è la sua grande commedia”, così il coreografo George Balanchine definiva due fra i maggiori capolavori sulle punte. Rappresentato per la prima volta il 25 maggio 1870 all’Opéra di Parigi, il soggetto era stato tratto dal racconto L’uomo della sabbia, di E.T.A. Hoffmann, una cupa storia nella quale una bambola di legno rivela sembianze umane grazie al genio eccentrico e ossessivo di un fabbricante di giocattoli e agli incantesimi di un malvagio alchimista stregone. Riconoscendo il fascino teatrale dell’idea centrale del racconto, gli autori del libretto riscrissero la storia trasformandola in un delizioso racconto fantastico, i cui protagonisti sono una giovane coppia, Swanilda e Frantz, entrambi affascinati dall’eccentrico Dottor Coppélius e dalla sua “muta” figlia Coppélia. La vicenda fu ambientata in un villaggio della Galizia, a quel tempo una provincia dell’impero austro-ungarico (oggi al confine fra Polonia e Ucraina) per poterla tingere dei colori brillanti e del fascino della tradizione popolare, un elemento cui fanno riscontro le numerose danze folkloriche scritte da Delibes, autore della partitura.