Il fascino della fiaba è, da sempre, potentissimo in quanto genere che parla ed interagisce spontaneamente con la nostra sfera più privata ed emozionale , se poi viene raccontata attraverso una partitura musicale fluida ed armonicamente ben costruita e visualizzata in maniera teatralmente coinvolgente ed efficace il risultato non può che essere del tutto positivo . Ciò è difatti avvenuto in occasione dell’allestimento dell’opera “Hänsel e Gretel” di Engelbert Humperdinck presentata dal Teatro Regio di Torino nel corso della corrente stagione .
L’allestimento del Teatro Massimo Bellini di Catania è quello storico di Emanuele Luzzati con i costumi della fedele Santuzza Calì che si conferma sempre teatralmente straniante , fantasioso ed efficace e qui riproposto con la sobria ed intelligente regia di Vittorio Borrelli.
Come suo costume (dopo di lui copiatissimo) Luzzati parte dalla tradizione reinterpretandola attraverso la sua straordinaria lente variopinta mantenendosi perfettamente in linea con l’allure narrativa creata dai fratelli Grimm, in seguito rafforzata e vivificata da una tradizione illustrativa ricchissima quanto diversificata, ed inquadra lo spazio scenico in una serie di quinte boscose tradizionali che circondano una struttura unica che girando ed aprendosi come un giocattolo svela tutti i luoghi della storia ( la dimora dei genitori dei bimbi , la golosa ed invitante casetta della strega , il terribile forno che cucina i bimbi trasformandoli in biscotti di marzapane) donando alla narrazione, già di per se assai ben dipanata attraverso spartito e libretto (impostato su di un gioco infantile e divertente intorno alle rime delle filastrocche ) una continuità visiva magica, coerente quanto teatralmente affascinante . I costumi di Santuzza Calì contribuiscono perfettamente a completare il quadro che ci inserisce a tutti gli effetti nell’impalpabile magia dell’elemento fiabesco di questo allestimento raffinato in cui nulla è scontato e tutto è riportato e narrato con grande eleganza e raffinatezza.
Apparentemente elementare la partitura di E. Humperdinck, necessita altresì di un cast vocalmente ottimo nella sua interezza e teatralmente accattivante e disinvolto .
Annalisa Stroppa, impegnata nel ruolo di Hänsel, si conferma una delle giovani mezzosoprano piu interessanti del momento e questo grazie ad una vocalità morbida , una tecnica sempre al servizio della parola e dell’accento ed una teatralità misurata ed attenta al ruolo così come professionale e disinvolta appariva la Gretel tratteggiata con grande dolcezza da Regula Mühlemann. Dominante per vocalità e carisma la simpatica e contemporanea Knusperhexe (strega marzapane) interpretata da Natasha Petrinsky e di ugual levatura Tommi Hakala, nel ruolo del padre Peter e Atala Schöck in quello della madre Gertrud e l’ottima Bernadette Müller nel doppio ruolo dei nanetti Sandmännchen e Taumännchen .
Perfettamente in linea con lo spirito di regia e partitura l’ottima orchestrazione del M° Pinchas Steinberg, attento a cesellare fraseggio e sezioni con grande rispetto e collaborazione con artisti e regia ed il lavoro si è visto e sentito nell’armoniosa compattezza della sua lettura.
Platea gremita da un pubblico che spaziava in ogni fascia d’età e che tributava agli artisti ( autentiche ovazioni allo splendido ‘lebkuchen’ raffigurante la strega) applausi divertiti ed emozionati.
Torino, 10/05/2015
SILVIA CAMPANA
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