LA MOSTRA DEL POST IMPRESSIONISMO ALLA GRAN GUARDIA DI VERONA

La visita all’interessante mostra alla Gran Guardia di Verona, tesa ad analizzare alcune tra le opere più significative del Post Impressionismo in Europa, provenienti dal Kroller Muller Museum di Otterlo (Olanda) richiede, come spesso succede con l’arte, un’immersione in un tempo- spazio quasi privato, un salto in altra dimensione che “lascia fuori” le pressioni sociali attuali. Ci si deve dimenticare cioè tanto dell’orologio quanto di tutte le preoccupazioni o impegni che accompagnano le nostre giornate e forse per questo per arrivare alle stanze, contenute e ovattate, camminiamo tra pannelli neri che ci invitano implicitamente a cancellare tutto quanto possa disturbare o non essere pertinente a questa visita: l’attenzione che ci verrà richiesta è equamente distribuita tra il sensoriale e il cognitivo.

La vocazione prima della mostra è senza dubbio di natura didattica, non solo per la prevista possibilità di un percorso rivolto alle scuole, quanto piuttosto per la scelta di offrire a tutti, quegli elementi atti a spiegare tanto il significato di ogni singola opera quanto la sua collocazione all’interno di un preciso contesto artistico, concatenato ai precedenti e ai successivi.

In particolare il periodo post impressionista preso in considerazione, a cavallo tra l’800 e il ‘900, capace di rompere i canoni pittorici tradizionali e anticipatore dei movimenti artistici successivi prende le mosse dal “pointillisme” o divisionismo, la cui influenza presto si impone nel mondo pittorico dell’Europa di quegli anni, contagiando molti maestri della pittura dell’epoca.

Nato grazie alla sensibilità nei confronti della luce, colta a tutto campo nelle tele nella sua vibrazione e capace di pervadere ed illuminare soggetto e sfondo al punto di non porre priorità tra l’uno e l’altro, i massimi esponenti di questo movimento sono Seurat e Signac, rappresentati qui da diverse opere, mentre l’ influenza di questo stile pittorico si estende ad altri maestri (appartenenti al movimento pittorico “gruppo dei 20”) ed in modo più personalizzato in chiave religiosa o in chiave sociale, con soggetti in povertà o in condizioni di lavoro massacrante all’interno delle proprie fabbriche.

L’efficacia del pointillisme e della “luce che invade” è particolarmente evidente nella tela di Henri Edmond Cross dal titolo “Studio per le Reuelagh: parco con figure” del 1889, ma la tecnica del colore picchiettato e diviso, che rimanda allo sguardo la ricomposizione della visione d’insieme, viene ripresa particolarmente da pittori olandesi e belgi come Theo Van Rysselbergh, qui ampiamente rappresentato.

Gli anni successivi vedono l’applicazione della nuova tecnica ad altri soggetti: interni, figure umane, simboli sacri ( Maurice Denis e Johan Thorn Prikker) e indagini sull’uomo all’interno della nuova realtà industriale che caratterizza l’inizio del nuovo secolo, spesso in una rielaborazione personale che porterà dall’utilizzo del punto al tratto.

Ci sono anche opere di un Van Gogh meno noto che pare esercitarsi con questa nuova tecnica divisionista sia nel disegno che nella pittura delle tele, anche se in esse sembra prevalere più l’esercizio e lo studio che non la sua pregnanza comunicativa tipica cui siamo abituati.

Alla fine di questo excursus artistico/storico l’attenzione del visitatore si sposta sulla ricerca cromatica sviluppatasi a partire dal puntinismo, anche grazie allo sviluppo della ricerca fisica con le relative leggi sulla visione: le proporzioni di colore necessarie per un equilibrio cromatico e la scoperta dei colori complementari, percorso che porterà in ambito pittorico all’abbandono della rappresentazione figurativa per abbracciare l’astratto con Mondrian, capace di giocare con lo spazio e il colore, attraverso quadrati e rettangoli nei soli colori giallo, rosso blu, bianco e nero.

La mostra aperta dal 28 ottobre 2015, in anteprima europea, è promossa dal Comune di Verona e con il supporto della Fondazione Arena.

Curata da Stefano Zuffi è prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con il Kröller Müller Museum e rimarrà aperta al pubblico fino al 13 marzo 2016.

Orari: da lunedì a domenica con orario 9,30- 19,30 e chiusura alle 18,30; il 24 e il 31 dicembre 9,30-17,30: il 25 dicembre 14,30-19,30; il 1 gennaio 12,30-19,30; il 26 dicembre e il 6 gennaio 9,30- 19,30.

info e prenotazioni: www.ilpostimpressionismoineuropa.it tel 39 045 8538186

Vista il 18.12 2015

Emanuela Dal Pozzo

 

condividi questo articolo:
SOCIALICON