Interessante incontro con il regista e critico Mario Bianchi giovedì 21 gennaio alle ore 18 al Caffè Galla di Vicenza, secondo appuntamento di “Incontri con l’autore”, dopo il precedente con Remo Rostagno ( Manifesto per una rivoluzione della scuola) del 22 settembre 2015.
Il critico Mario Bianchi, molto noto negli ambienti del settore, è stato invitato da Carlo Presotto, direttore artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia di Vicenza, ad illustrare come autore l’”Atlante del Teatro Ragazzi”, ( 2009, Titivillus Edizioni): una mappa preziosa per quanti vogliano conoscere la storia del Teatro Ragazzi degli ultimi 50 anni, fatta di luoghi, spettacoli, date, eventi, immagini, tesi a ricostruire i momenti più significativi e innovativi del suo percorso.
C’è da aggiungere che Mario Bianchi è uno dei critici italiani più informati e più appassionati del settore, coinvolto come direttore artistico del Teatro Città Murata di Como, del Festival nazionale della narrazione di Mariano Comense e co-direttore del Festival “Una città per gioco” di Vimercate, oltre ad essere direttore della rivista online “Eolo”, sito ufficiale del Teatro ragazzi italiano.
Presotto, che ha condotto la conversazione con l’ospite in modo affabile e in modo tale da indurre il pubblico ad intervenire in modo spontaneo con commenti e considerazioni, ha partecipato attivamente al dibattito che si è rivelato particolarmente interessante non solo per le luci gettate sull’argomento da Bianchi, ma anche per le angolazioni diverse emerse nell’incontro tra diverse professionalità, ciascuna con la propria storia e le proprie difficoltà: quella attoriale, quella critica, quella pedagogico-didattica, quella da spettatori.
Il rimando al libro è stato quindi un pretesto per affrontare nodi cruciali legati al mondo dell’infanzia e particolarmente alla percezione che gli adulti hanno di quel mondo che spesso induce a censurare le fondamentali tematiche filosofiche della vita e della morte, “perchè, afferma Bianchi non bisogna avere paura di affrontare anche tematiche spinose con i bambini, si tratta solo di trovare il linguaggio adatto.”
Interessanti gli spunti emersi per possibili futuri approfondimenti come “il non confondere, nel fare teatro a scuola, i contenuti con i linguaggi” ( trattare il tema della raccolta differenziata a teatro non significa fare “teatro educativo”), “il non dare per scontato che il teatro in quanto tale vada bene a tutti, né che tutti gli attori sono capaci di fare teatro ragazzi” ( ci sono tanti teatri e tanti linguaggi che parlano ad età diverse), “ il pensare che il teatro ragazzi sia un teatro semplificato” ( c’è una complessità che rimanda ad una profondità anche nel teatro ragazzi, lontana da facili cliché e scorciatoie ammiccanti), considerazioni non così scontate talvolta nemmeno per gli addetti ai lavori.
Ci auguriamo che questi incontri piacevoli e ricchi di contenuti possano ripetersi e coinvolgere una platea sempre più ampia nel tentativo di invertire una rotta di atteggiamento sociale diffusamente acritica.
Emanuela Dal Pozzo