Si è aperto allo Spazio Teatro Idra di Brescia il Festival 2013 “Wonderland-Brescia tra fiabe e nuove creatività”, un ricco calendario di eventi offerti al territorio dal 1 febbraio 2013 al 24 marzo 2013, che va ad inserirsi in una più ampia programmazione annuale di concerti, laboratori, corsi e workshop, dalle arti visive viste nella loro storia e nelle tecnologie attuali, alla musica, con incontri monografici, guide all’ascolto e laboratori di ricerca musicale.
Wonderland è articolata in tre sezioni: con.fabula che vedrà in scena artisti nazionali e internazionali che operano nell’ambito della nuova drammaturgia, fabula.rasa che proporrà performance che sperimentano nella direzione dei linguaggi visivi e fabula in.stabile, uno spazio dedicato alle nuove compagnie sostenute da Residenza Idra.
Interessanti gli spettacoli teatrali in programma, alcuni dei quali consequenziali nella stessa serata. Ne abbiamo visti due nella sera del 2 febbraio 2013: “La stanza” dal testo di Harold Pinter e “Odyssee”, che hanno registrato la presenza di un folto pubblico motivato, che ha preso d’assalto lo spazio teatro ridotto, sotto i cento posti a sedere.
Due spettacoli tosti, ricchi di significati e di “abilità”, che pur rifacendosi ad epoche lontanissime tra loro, hanno preso in considerazione i testi di due autori importanti: Pinter ed Omero, reinterpretandoli con una raffinata ricerca del gusto del dettaglio.
I prossimi appuntamenti teatrali:
8 febbraio 2013 ore 21- “Senza niente-attore” produzione Teatro Magro
9 febbraio 2013 ore 20,45 – “Quiproquo” produzione Rapid Eye
9 febbraio 2013 ore 22,15- “Senza niente- presidente” produzione Teatro Magro
15 febbraio 2013 ore 21,00 – “Trasfigurata” Gianluca De Col/Spazi Vuoti
16 febbraio 2013 ore 21,00- “Comuni marziani” Tecnologia filosofica- spettacolo teatro-danza
23 febbraio 2013 ore 21,00 – “La dodicesima ora” Lo spiegone
2 marzo 2013 ore 21,00 – “The love box”- F.E.D.R.A. Ex Vuoto
9 marzo 2013 ore 21,00- “C&C Corpo & Cultura Massari Taviani
16 marzo 2013 ore 21,00 “Uno” Teatro Inverso – (Spettacolo adatto ad un pubblico adulto)
LA STANZA
“La stanza”, produzione di “Teatrino Giullare” /CSS Teatro Stabile di innovazione del FVG, in scena allo spazio Teatro Idra di Brescia il 2/2/2013 alle ore 20,45,, in scena ruota tutto intorno ad una stanza nella quale vive una coppia anziana. E’ uno dei tanti appartamenti di un palazzo di periferia, una casa rifugio per i due vecchi che si sentono ciononostante minacciati da rumori esterni, presenze indecifrabili, ombre e ricordi che pesano sulla coscienza. L’esterno sembra irrompere in modo inquietante e strappare la tranquillità che si indovina essere in precario equilibrio, fino a dare fisicità ai sospetti e violenza alle intenzioni.
Due soli attori interpretano i sei diversi e inquietanti personaggi che animano la scena, le cui maschere realistiche a tratti vengono deformate, a rendere ancor più mostruoso il clima di insicurezza e di pericolo.
Il richiamo all’attualità nella paura del “diverso”, del”extracomunitario”, dello sconosciuto è evidente e induce alla riflessione.
Notevole la capacità interpretativa dei due attori nello sdoppiarsi in diverse personalità catturando l’attenzione del pubblico.
Interessante la regia, capace di mantenere visibili in scena i diversi personaggi, senza tradire il loro “non esserci”.
Il Teatrino Giullare con i precedenti progetti su Beckett e Bernhard ha riscosso numerosi riconoscimenti come il Premio Nazionale della Critica, il Premio Speciale UBU, il Premio della Giuria Mess Festival di Sarajevo.
ODYSSEE
“Odyssee”in scena allo Spazio Teatro Idra di Brescia il 2/2/2013 alle ore 22,15, è la narrazione delle avventure di Ulisse, secondo la divertente rilettura di Patrizia Barbuiani e Markus Zohner. Analizzata tra le righe e oltre le parole, ricca di illazioni e dettagli resi con la voce, il linguaggio del corpo, la mimica facciale e tutti quegli strumenti attoriali che un attore possiede, sorprende per la freschezza comunicativa e l’invenzione degli effetti, l’originalità e la fantasia condotte con una rigorosa tecnica di ritmo e movimento.
Si narrano le arcinote vicende del viaggio di Ulisse di ritorno ad Itaca, i suoi incontri e le sue disavventure, scandagliando con ironia le debolezze e i punti di forza del suo carattere e tratteggiando al contempo le passioni e gli intrighi degli dei e di quanti egli incontra nel suo percorso, senza tralasciare la sofferta attesa di Penelope e il desiderio di conquista dei Proci.
La Markus Zohner Theater Compagnie, che ne firma la produzione, è considerata una tra le più innovatrici in Europa, impegnata in una ricerca teatrale capace di superare le barriere linguistiche, ragione che la rende presente con successo nei festival internazionali più importanti del mondo.
CONTINUA WONDERLAND ALLO SPAZIO IDRA DI BRESCIA
Continua la rassegna di spettacoli teatrali Wonderland allo Spazio Idra di Brescia che ha visto nelle serate di venerdì 8 febbraio 2013 lo spettacolo “Senza niente-Attore” del Teatro Magro e nella serata del 9 febbraio 2013 i due spettacoli “Quiproquo” in Prima Nazionale dei Rapid Eye e “Senza niente-Presidente” del Teatro Magro e nella serata del 16 febbraio 2013 Comuni Marziani della Compagnia Tecnologia filosofica.
Nonostante lo spettacolo” Quiproquo” non ci abbia del tutto convinto sul piano teatrale, il livello complessivo finora ci pare alto, con una particolare attenzione ai nuovi linguaggi, tematica rispetto alla quale anche la presenza di “Quiproquo” potrebbe essere una scelta felice.
QUIPROQUO
Ciò che nello spettacolo “Quiproquo”,andato in scena il 9 febbraio 2013 allo spazio Idra di Brescia, non ci ha convinto, è l’assenza di una drammaturgia come filo conduttore motivante a giustificazione dello spettacolo ( o se c’era non ci è arrivata), nel quale non era neppure chiara la funzione dei due attori in scena: Samuel Gustavsson e Niclas Stureberg, che si sono cimentati con le leggi fisiche della meccanica, capaci di imporre le proprie condizioni.
La motivazione non ci è parsa sufficiente a giustificare lo spettacolo, che si sarebbe riscattato per la particolare originalità o bellezza estetica delle immagini così create, ma, a nostro avviso, così non è stato.
Ne è risultata una performance fredda, con qualche problema di ritmo, essenzialmente centrata sul gioco con oggetti poveri: una ventina di mattoni, 2 canne, delle assi e una pallina, con qualche contaminazione di equlibrio circense, quasi una dimostrazione/tipo di allenamento teatrale sull’improvvisazione con oggetti, interessante solo per quanti non conoscono questo tipo di linguaggio.
In definitiva ci è parso più un esercizio di stile ben condotto, con qualche spunto interessante di foto/immagini teatrali, peccato inerti nello sfondo.
Un pregio la scioltezza fisica dei due attori in scena e la loro eleganza.
La compagnia danese ha riscosso apprezzamenti internazionali in Svezia, Belgio, Francia e Lituania.
SENZA NIENTE- ATTORE E SENZA NIENTE -PRESIDENTE
Molto interessanti i due monologhi del Teatro Magro di Mantova: “Senza niente- Attore” e “Senza niente 2- Presidente”, andati in scena rispettivamente venerdì 8 febbraio 2013 e sabato 9 febbraio 2013: due spettacoli all’insegna del teatro” povero”, in questo caso, come dice il titolo, senza costumi, scenografia ed oggetti di scena.
E’ un teatro ridotto all’osso, così come il testo di entrambi gli spettacoli suggerisce, non solo per la crisi economica che ha ridotto il teatro “senza palco, senza identità, senza soldi e senza pubblico”,cita la locandina, ma pare anche suggerirci il Teatro Magro nel contenuto dei due monologhi, per scarsa capacità imprenditoriale da un lato e per superficialità artistica dall’altro.
I due monologhi, poggiati interamente sulla bravura interpretativa dei due interpreti solisti, convincono tanto nei contenuti che nella presenza attoriale e analizzano in modo impietoso il teatro d’oggi, prendendo in considerazione la figura dell’attore, impreparato, superficiale e poco reattivo e quella del presidente/ imprenditore, in questo caso al femminile, analizzato nei nevrotici e contraddittori comportamenti.
In “Senza niente- attore” Alessandro Pezzali, dando sfoggio delle proprie abilità attoriali vocali , di presenza scenica e padronanza interpretativa, propone una carrellata degli innumerevoli generi teatrali: dal teatro parrocchiale, al teatro didattico, al teatro classico, al teatro sociale, alla commedia dell’arte, al teatro/danza, al teatro drammatico, al cabaret, al teatro canzone….con piccoli “estratti” riconoscibili per clichè, sequenze linguistiche specifiche facilmente riconoscibili, alcuni dei quali così centrati, da indurre all’ilarità quanti frequentano il teatro e che questi linguaggi conoscono.
L’ironia e la critica impietosa ad un attore superficiale che recita secondo schemi preconfezionati sono evidenti e muovono sorrisi negli spettatori, tanto sinceri quanto le scene cui si assiste, scevre da ogni aggiunta caricaturale: grande pregio dello spettacolo.
Ne esce lo spaccato di un teatro odierno realistico e banalizzato, che sembra non avere più nulla da dire e da dare, un teatro morto che lascia la sensazione del “già visto”, non fosse per il monologo finale che invita gli attori ad uno sguardo critico più attento, ad un percorso più profondo e personale, la vera chiave di lettura dello spettacolo, che da una denuncia spoetizzante del reale apre agli attori la possibilità di una svolta.
Il secondo monologo, agito dalla brava e poliedrica Marina Visentini, analizza in modo altrettanto impietoso la figura della “presidente donna tuttofare” ipercritica, presenzialista, nevrotica, che esercita il potere utilizzando tutte le armi a propria disposizione. La presidente/donna presiede anche una cooperativa teatrale: è l’occasione per confrontarsi con la donna/attrice di oggi, in perenne attesa della giusta occasione,un invito alle donne ad essere imprenditrici di se stesse.
Il monologo è un guardarsi dentro senza falsi pudori e per questo ricco di sensibilità e di sfaccettature, capaci di dare spessore e vita sia al personaggio che al contenuto.
I due monologhi “ Senza niente-Attore” e “Senza niente 2 – Presidente” fanno parte di un progetto più ampio che ne prevede altri due: “Senza niente 3- Amministratore” e “Senza niente 4- Regista”, l’ultimo dei quali attualmente in lavorazione: quattro figure cardine per raccontare la condizione di precarietà dell’arte e dello spettacolo, ma anche del lavoro in genere.
Un progetto appassionante e coinvolgente, che ci diverte e ci fa riflettere, in un momento in cui la riflessione è la condizione prima di ogni cambiamento e che ci insegna che per fare teatro due attori capaci, come lo sono Alessandro Pezzali e Marina Visentini, non hanno bisogno di luci, costumi, scenografie e oggetti di scena, ma solo di un minimo spazio scenico e un pubblico.
COMUNI MARZIANI
Coinvolgente e sensuale lo spettacolo “Comuni Marziani-Ovvero dell’omosessualità e dell’affettività”, di Stefano Botti e Aldo Torta, prodotto dalla Compagnia torinese Tecnologia Filosofica, in scena allo Spazio Idra di Brescia il 16 febbraio 2013.
Tre uomini e tre donne hanno raccontato l’amore omo ed etero sessuale, le difficoltà di una scelta, le ostilità dei pregiudizi, la consapevolezza del farsi strada di un sentimento, gli stereotipi culturali.
La messa in scena, che si colloca all’interno di Open- up,una settimana dedicata all’argomento gay, ricca di colori, immagini e poesia, ha attinto alla danza, al canto, al teatro d’attore per raccontare la propria intimità, in modo delicato e non banale.
Capace di catturare il pubblico,con una scenografia povera ed essenziale, curata nelle luci da Cristian Perria e nelle atmosfere, ha saputo entrare nel cuore, nell’anima e nella mente degli spettatori, peccato poco numerosi, che hanno applaudito a lungo.
Notevole la capacità interpretativa degli attori/ cantanti/ballerini: Stefano Botti, Francesca Cinalli, Riccardo Maffiotti, Roberta Rossetti, Aldo Torta ed Elena Valente.
Suggestive le musiche di Paolo De Santis, capaci di assecondare i cambi di atmosfera e di trascinare gli spettatori all’interno dello spettacolo.
“Comuni Marziani” selezionato dal Sistema Teatro Torino nell’ambito di “Rigenerazione 2007”, come uno dei migliori lavori presentati alla vetrina, è a nostro avviso un’ottima proposta per le scuole medie superiori, stimolante strumento di riflessione e di crescita nell’ambito dell’affettività e dell’identità sessuale.
La compagnia Tecnologia Filosofica è una” comunità di artisti tra ricerca e contaminazione dei generi ai confini tra teatro e danza, con una predilezione particolare per il lavoro sul corpo e la presenza, nell’idea di un teatro concepito come atto totale con la figura del danzatore attore, non solo interprete, ma anche autore del suo lavoro.”
UNO
Un sipario di garza separa il pubblico dal palcoscenico. Perdurerà per tutto lo spettacolo, a smorzare i toni violenti di “Uno”, la nuova produzione “sfida” del Teatro Inverso, realizzata in soli sette giorni, tesa a contrastare le difficoltà del fare teatro oggi e che chiude in bellezza Wonderland Festival di Residenza Idra a Brescia.
Elegante e incisiva questa messa in scena del regista Davide D’Antonio, anche direttore artistico di Wonderland Festival. L’eleganza emerge dall’essenzialità con cui si è saputo trattare di un tema importante e quanto mai attuale quale la violenza sulle donne, l’incisività dalle modalità adottate. Lo spettacolo ripropone in modo sintetico ma martellante, così come reiterati sono anche nella realtà gli atti di violenza contro la donna pressochè simili nelle modalità e nelle drammatiche conclusioni, la dinamica della violenza e il contesto che la contiene.
Dice il regista: “ Uno è il primo movimento di una musica ossessiva che batte le ore della disperazione. Una è la dinamica.Una è l’incapacità di comprendere. Una è la violenza, una l’agonia dopo la violenza. Una è la scena: casa, letto, tavolo. Una la donna, uno l’uomo che la colpisce. Uno…si è sempre soli. Uno è il giorno in cui si muore.”
La piece è un susseguirsi di brevi quadri emblematici in cui i due convincenti protagonisti Jessica Leonello e Luca Serafini, si misurano nei rispettivi ruoli vittima-carnefice,in uno spazio claustrofobico con pochi oggetti di scena, che inducono a qualche indagine in chiave introspettivo-psicologica, mentre sul sipario di garza splendide immagini prendono forma: volti che si compongono e si trasformano, fino ad una sorta di manuale d’istruzioni accompagnata da una voce fuori campo sul trucco appropriato per coprire i lividi delle percosse ricevute.
Non manca sul finale un esplicito invito alla ribellione e una proiezione/ desiderio verso un futuro di riappacificazione.
Magistrale il lirismo dell’ultima scena con Roberto Perata e Nadia Eugheben, di grande poesia e spessore espressivo.
Sinceri apprezzamenti per questo lavoro acuto, conciso, misurato ed esteticamente interessante, nonostante gli scabrosi contenuti.
Emanuela Dal Pozzo