LO SPETTACOLO ROBERTO BOLLE E FRIENDS ALL’ARENA DI VERONA. RECENSIONE.

Bolle Verona 2015_foto Francesco Squeglia_9130Parata di stelle della danza all’Arena di Verona, auspice Roberto Bolle con i suoi “Friends” di fama internazionale, per la terza volta tra le antiche pietre nell’ambito del Festival Lirico veronese. E, ancora una volta, l’anfiteatro romano le ha accolte con uno strepitoso esaurito e applausi a non finire.

Il nome di attrazione era, ovviamente, quello di Bolle, atletico e prestante dall’alto della sua classe e nonostante i suoi 41 anni. Ha aperto lo spettacolo con “Prototype”, una creazione di Massimiliano Volpini nella quale fisicità e movimento corporeo spettacolarmente dialogano con tecnologia ed effetti speciali (di Avantgarde Numerique e Xchanges Vfx Design, come la regia) su interessante musica originale di Piero Salvatori prodotta da Fausto Dasé.

In atmosfere più intimiste ed espressive, Bolle si è ripresentato, quindi, in una coreografia di Roland Petit, il “pas de deux” da “Proust, ou les intermittences du coeur” con lo straordinario ballerino russo, ora alla Scala di Milano, Timofej Andrijashenko e, a chiudere con arguzia lo spettacolo, ne “Le grand pas de deux” su musica di Gioachino Rossini, coreografia di Christian Spuck, avendo come partner Viktorina Kapitonova, portatrice della grazia elegante della migliore tradizione russa. Con la Kapitonova, Bolle si era precedentemente esibito nella suite da “L’Arlesienne”, su musica di Bizet, nel tipico stile classico-moderno di Petit. Esecuzioni straordinarie, ai vertici della serata.

Un mirabile esempio di alta accademia lo ha offerto la coppia formata dalla russa Anna Tsygankova con il canadese Mathew Golding, sia nel celebre passo a due dal terzo atto del “Don Chisciotte” di Minkus-Petipa – trionfo di piroette e fouetté per l’una, di balzi elevati per l’altro – come pure negli schemi più liberi, se pur nel solco della tradizione, di “After the Rain”, coreografia di Christopher Wheeldon su musica di Arvo Pärt.Bolle Verona 2015_foto Francesco Squeglia_9125

Si può considerare un raffinato omaggio a Bach l’esibizione della splendida coppia russo-tedesca Elena Vostrotina–Christian Bauch. Dapprima nella moderna coreografia di Stin Celis “Vertigo Maze”, un delicatissimo passo a due dove le figurazioni sottolineano in particolare la plastica bellezza del corpo umano, poi nell’accademico “Duet from new Suite”, coreografia e luci dello stesso Forsythe, al quale, insieme con Yumiko Takeshima, si devono pure i costumi.

Strepitoso successo personale, infine, per il cubano Osiel Gouneo (dal 2013 al Balletto Nazionale Norvegese) che ha sfoggiato eccezionali doti fisiche e tecniche, in particolare in elevazione, nella purezza accademica del passo a due “Il corsaro” di Drigo-Petipa, insieme con la aerea Nicoletta Manni (Teatro alla Scala) e in “Diana e Atteone” (coreografia di Agrippina Vaganova su musica di Cesare Pugni adattata da Riccardo Drigo) insieme con la agguerrita statunitense Sarah Lane.

Franca Barbuggiani

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