Diretto da Roberto Cuppone, da un’idea di Cesare Galla, l’evento è organizzato da Accademia Olimpica e Comune di Vicenza e quest’anno si svolgerà in due momenti distinti, sempre a Vicenza, in tre sedi: Odeo, Basilica Palladiana e Teatro Olimpico
Tra gli ospiti di questa edizione, il regista e drammaturgo Gabriele Vacis, i giornalisti Andrea Porcheddu e Oliviero Ponte di Pino, lo storico del teatro Paolo Puppa e l’artista verbigeratore Giorgio Fabbris. In programma anche una conversazione-spettacolo su Shakespeare e la presentazione degli atti dell’edizione 2013 sul tema “Catarsi”
Un’edizione speciale, quella di quest’anno, che vedrà sabato 1 e domenica 2 ottobre l’annuale incontro di Rete Critica, dedicato per l’occasione ad una riflessione sul ruolo e sull’attualità dei festival; e successivamente, venerdì 14 e sabato 15 ottobre, il tradizionale convegno internazionale di studi promosso dal Laboratorio e dedicato, in questa tornata, ad un tema forte e di sicuro impatto come “Diagnosis – La rappresentazione del dolore”.
È dedicato ai festival, al loro ruolo e alla loro efficacia come formula di spettacolo e di promozione, l’intera giornata di sabato 1 ottobre, curata da Rete Critica e Laboratorio Olimpico e in programma, con inizio alle 10, nell’Odeo del Teatro Olimpico.
Aperto dagli interventi del vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci e del vicepresidente vicario dell’Accademia, il giornalista Cesare Galla, il confronto prenderà spunto dalle relazioni di Giulia Alonzo (I festival italiani: e il multiculturalismo?), Mario Bianchi (I festival e le vetrine di teatro ragazzi), Vincenza Di Vita (Feste a Sud), Lorenzo Donati (La critica dentro ai festival), Fabio Francione (Un sondaggio verso il futuro), Massimo Marino (La contemporaneità ovvero l’estasi), Rossella Menna e Simone Pacini (L’onda lunga dei festival: radicamento, diffusione e permanenza culturale), Oliviero Ponte di Pino (Festivalia: una tassonomia dei festival italiani), Andrea Porcheddu (Basta con i festival), Roberto Rinaldi (Festival e territori) ed Elena Scolari (Festival, dove sei? Manifestazioni teatrali itineranti). Numerosi gli operatori invitati a portare la propria testimonianza: tra loro, Franco Laera (Festival del Teatro Olimpico), Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla (Colline Torinesi), Lorenzo Bazzocchi (Crisalide), Stefano Delfino (Festival di Borgio Verezzi, 50°), Elena Di Gioia (Festival Focus Jelinek), Daniela Giordano (Festival d’Africa), Elena Lamberti (Progetto C.Re.S.Co.), Carla Peirolero (Suq festival di Genova), Luca Ricci (Kilowatt Festival), Maria Rosa Scapin (Opera Estate Festival Veneto) e Fabrizio Trisciani (In-Box).
Domenica 2 ottobre, alle 10, la prima due giorni di lavori si concluderà sulla Terrazza della Basilica Palladiana, dove si svolgerà la riunione (aperta alla stampa) della giuria della V edizione del Premio Rete Critica, con la proclamazione delle terne finaliste. Rappresentazioni degli spettacoli selezionati e proclamazione dei vincitori si svolgeranno a Padova, nella sede del Teatro Stabile del Veneto, martedì 13 e mercoledì 14 dicembre.
Laboratorio Olimpico: 14 ottobre
Ricca due giorni di lavoro venerdì 14 e sabato 15 ottobre, quando Laboratorio Olimpico affronterà, con appuntamenti nell’Odeo e al Teatro Olimpico, il tema “Diagnosis – La rappresentazione del dolore”.
Pensata come convegno interdisciplinare di studi sul teatro, la prima giornata del Laboratorio si svolgerà venerdì 14 all’Odeo dell’Olimpico, per concludersi nel tardo pomeriggio sul palcoscenico del teatro palladiano, con un momento di spettacolo e confronto.
Alle 9.30, via ai lavori, presieduti da Roberto Tessari (Università di Torino), con gli interventi di Paolo Puppa dell’Università di Venezia (Male-essere in scena: disturbi e disagi nel dialogo tra un millennio e l’altro), del “vagantivo” Giorgio Fabbris (Verbigerazione!), del regista e drammaturgo Gabriele Vacis (Awareness), del docente del Liceo classico «Pigafetta» di Vicenza Luciano Chiodi (Edipo:diagnosi di un enigma), dello stesso Tessari (Ciarlatani e spettacoli: per un’antropologia dei rapporti medicina-performances) e dello psicoterapeuta Stefano Masotti (Germi di sanità nelle pratiche teatrali: effetti collaterali o costitutivi?). Nel pomeriggio, dalle 14.30, con il coordinamento di Gaetano Thiene (Accademia Olimpica), la parola al giornalista Oliviero Ponte di Pino (Il teatro che cura… ma chi cura?), del regista e drammaturgo Alessandro Garzella (Il “gioco del sintomo”), del giornalista Andrea Porcheddu (Verso un confine della critica), di Fabrizio Fiaschini dell’Università di Pavia (Il “guado segreto nel fiume”: svelare, curare, profanare), dello stesso Thiene (La diagnosi in medicina), di Alessandra De Martino Cappuccio dell’università inglese di Warwick (Esperienze europee di liminalità del teatro) e di Chiara Mascardi dell’associazione culturale bolognese Dioniso nella Botte (I teatri anatomici: vederci e cercarci dentro).
Alle 17.30, trasferimento nel cuore dell’Olimpico, per “Thou, map of woe” da “Tito Andronico” di William Shakespeare e altri , conversazione-spettacolo in quattro movimenti con Giovanni Todescato e Gabriele Vacis; e con Alessandro Garzella e Francesca Mainetti, della compagnia Animali Celesti / Teatro d’Arte Civile, in “Canto d’amore alla follia”. L’evento sarà condotto da Paolo Vidali e Roberto Cuppone.
Laboratorio Olimpico: 15 ottobre
Sabato 15 ottobre, alle 17.30, il Laboratorio si chiuderà nell’Odeo del Teatro Olimpico tornando a guardare all’edizione del 2013. Sarà infatti presentato il volume “Catarsi. Storie ed esperienze di un teatro-che-cura”, atti del convegno internazionale che, il 25 e il 26 ottobre, animò il Laboratorio di quell’anno. La pubblicazione sancisce la nascita della nuova collana “Laboratorio Olimpico acts” e sarà illustrata, dopo un’introduzione di Cesare Galla, da Roberto Tessari, con l’intervento di Giuseppe Longo e alla presenza del curatore Roberto Cuppone.
C’è un forte legame fra il tema scelto per questa edizione del Laboratorio Olimpico – “Diagnosis: la rappresentazione della sofferenza” – e quello affrontato nel 2013: “Catarsi, il teatro-che-cura”. «Se infatti il teatro è in qualche modo ‘guarigione’ – commenta il direttore artistico Roberto Cuppone – lo è se e nella misura in cui riesce ad essere, prima, “dia-gnosis”, termine da intendersi non come “ri-conoscimento”, ma “conoscenza attraverso”, vale a dire capacità di condividere per la prima volta qualcosa che, all’inizio, è assolutamente indecifrabile e unico: nel momento in cui tale unicità è espressa e accettata, diagnosi e terapia iniziano a coincidere e il dolore comincia ad avere un “nome”».
La partecipazione alle due giornate, che si avvalgono della collaborazione organizzativa de La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale, è libera e gratuita.
Info: Accademia Olimpica, 0444 324376 – www.accademiaolimpica.it – segreteria@accademiaolimpica.it. Info anche su www.laboratoriolimpico.org.