Colorato, ricco di effetti, curato nei dettagli e incisivo nella caratterizzazione dei protagonisti, il musical “ La Fabbrica magica”, liberamente tratto dal libro “ La fabbrica di cioccolato” di Rohal Dahl, per l’ottima regia di Gianni Gastaldon e di Franca Pretto che ne firma anche la drammaturgia, è andato in scena il 17 marzo 2013 al Kitchen Teatro Indipendente di Vicenza, di fronte ad una vivace platea di adulti e bambini.
La produzione, rivolta al mondo dell’infanzia, una delle poche “ leggere” del kitchen Project, ha preferito raccontare la storia attraverso le parole degli operai della fabbrica: suggestivi personaggi “fumettistici” per trucco e modalità espressive, capaci di catalizzare l’attenzione con invenzioni originali, stagliandosi in un gruppo composito di giovanissimi attori promettenti, altrettanto bene caratterizzati.
Oltre alla convincente e fresca capacità interpretativa di tutti gli attori: Enrico Stecchezzini, Elisabetta Luise. Marta Scaccia, Serena Mabilia, Martina Camani, Sebastaino Lubian, Emma Barbacini, Andrea Lanza, Andrea Agostini, Greta Lodi e Ottavia Clemente, il pregio di questo spettacolo va alla coralità d’insieme, dosata con sapiente maestria e particolarmente ai contenuti veicolati ed evidenziati, già presenti nell’opera letteraria.
La visita alla mirabolante fabbrica di cioccolato, agognata da tutti i bambini, è riservata solo ai cinque fortunati vincitori che troveranno un foglio d’oro all’interno della confezione di cioccolata prodotta dalla fabbrica, ma il vero premio finale andrà solo a quel bambino che dimostrerà, con il suo comportamento, rispetto, umiltà, pazienza e saggezza, qualità tali da renderlo degno di proseguire l’opera della fabbrica ereditandone la proprietà ed il segreto. Non mancano le stigmatizzazioni contro i disvalori odierni che colpiscono il mondo dell’infanzia e non solo: l’arroganza, la presunzione, il narcisismo e la schiavitù dai modelli negativi televisivi e dal mezzo televisivo in sé, mentre in propositivo viene offerta un’inedita passarella di creature ingenue e sagge, capaci di cogliere le “verità” della vita e la forza dei sogni.
Lo spettacolo ha il pregio, nonostante le premesse “didattiche”, di rimanere sempre nel piano teatrale, mantenendone la complessità dei linguaggi: mimici, ritmici, interpretativi, per questo aldilà dei contenuti, rimane un’opera affascinante e centrata.
Sottolineiamo questo perchè ci pare sempre più difficile, soprattutto per le opere teatrali nuove, di ricerca e soprattutto di contenuto, trovare soluzioni estetiche e teatralmente espressive a sostegno delle tematiche affrontate, perlopiù affidate quasi all’esclusivo uso della parola.
Aldilà di queste considerazioni questo spettacolo ci pare anche il pretesto per una bella tavola di discussione, ricca di spunti di conversazione e di situazioni intriganti, da poter proporre alle scuole, sia primarie per i contenuti più generali, sia ad un’età più adolescenziale, collocandosi esattamente nel momento del passaggio verso il mondo adulto, che richiede consapevolezza delle proprie scelte e della propria identità.
Efficace l’idea scenografica di base di Paola dal Pra, Pretto e Gastaldon: un ponteggio neutro di tubi d’acciaio percorribile dagli attori e adatto a creare sia la ricchezza dei movimenti scenici fatta di salti, rincorse e piroette, che i percorsi di visita alle diverse stanze della fabbrica. I diversi luoghi che prendono corpo e sostanza nello svolgersi delle scene, invasi dalla vitalità degli ospiti che li colorano con i propri umori e il proprio eccentrico abbigliamento, vengono disegnati da un sapiente uso di luci ( Gastaldon)che completano le scelte di una regia calda e avvolgente.
Senza un attimo di respiro gli interpreti si alternano tra coreografie, parti recitate e cantate, grazie al preparatore musicale Marino Girotto e a quello vocale Linda Viero, in un ritmo incalzante rock e roll con testi originali in italiano, con molti interessanti “ click” fotografici d’immagini d’insieme.
Infine uno spettacolo divertente e coinvolgente che consigliamo di vedere.
Kitchen Project è una compagnia teatrale nata nel 2007 da un’idea di Franca Pretto e Gianni Gastaldon: fondatori di Ossidiana Centro Culturale e di Espressione ( Vicenza) e della scuola triennale di Teatro Corale, nella quqale insegnano con Carlo Presotto e Linda Viero. Visiting professor: Enrico Bonavera, Carlos Alsina e Laura Curino.
Emanuela Dal Pozzo