Nella grande kermesse che ogni anno Veronafiere (al traguardo della 118ma edizione) dedica con Fieracavalli al mondo equestre, ci piace evidenziare il tradizionale “Gala d’Oro” (ancora una volta prodotto da Fieracavalli con Proeventi) quale momento clou per il grande pubblico, tra i circa 200 appuntamenti organizzati — gare sportive, show, convegni — che fanno della manifestazione veronese la più importante del settore a livello internazionale. (I numeri del 2016 annoverano 3.000 cavalli di 60 razze; oltre 760 espositori da 24 nazioni; più di 130mila metri quadrati tra padiglioni, campi di gara e aree esterne; 35 associazioni allevatoriali; circa 160mila visitatori da 80 paesi).
Il sottotitolo della attuale edizione del gala è “Sensations”, che rimanda, come tiene a sottolineare il regista Antonio Giarola, alla “sensazionalità” dei protagonisti, umani e animali. Ma noi, queste “sensations”, vorremmo collegarle, in un ulteriore libero gioco di parole, anche alle “sensazioni” che ogni numero, al di là del rispettivo livello di difficoltà e spettacolarità tecnica, trasmette allo spettatore. Sensazioni sottili, di perfezione formale, delicata poesia, giocosità e tenerezza, accanto a quelle travolgenti di spericolata audacia.
Che dire del dolcissimo, comico asinello Anouky (addestrato da Laurent Jahan) che, docile e intelligente, nobilita il suo umile rango gareggiando in dignità e maestria con il più blasonato cavallo? E dell’impeccabile carosello “basico” di Villa Buon respiro, che sulle note del violino di Saule Kilaite (special guest dello spettacolo) in apertura di serata, dopo la baldanzosa introduzione della rodatissima e applaudita Fanfara della Polizia a Cavallo diretta dall’Ispettore Capo Silverio Mariani, dimostra l’efficacia del ruolo riabilitativo dell’animale sull’uomo in stato di necessità, all’insegna del motto “a cavallo siamo tutti uguali”? O dell’esempio del quotidiano lavoro dei “cow boys” di casa nostra, i butteri maremmani? Sensazioni sottili che vanno diritte al cuore, stimolando la mente a riflettere.
E c’è l’alta scuola. Anzi, altissima.
Quella “in nero” dei frisoni di Andrea Giovannini, Marco De Masi e Gino Giuseppe Castellana. Della grazia regale di Dajana Pfeifer sul cavallo Olimpo, tra “le onde del mare” ottenute con abili effetti teatrali. Dello straordinario dialogo tra il cavallo condotto da Salvatore Cusenza e il violino della brava Saule, su uno spartito di Bach.
E, ancora, l’adrenalina pura dei volteggi mozzafiato del team Aragonas di Bartolo Messina, con gli “ospiti” Alessandro Conte, da “Appassionata”, il francese Lionel Dufourcq e, su due pony, il giovanissimo Rorò Castellana. Oltre alla “fiammeggiante” spettacolarità di “Firewind”, emozionante favola raccontata con il fuoco da uomini e cavalli, dallo “Excalibur Horse Show diretto da Dajana e Nichi Pfeifer, con il tocco, di gusto circense, di allampanati trampolieri. Un sapore circense che caratterizza appieno il numero di Santi Serra Champs, “Complicità”, con cavalli e cani “in libertà”.
E, per concludere, non potevano mancare le memorie storiche. Quella nostalgica del carosello di carrozze d’epoca del Gruppo italiano Attacchi, sull’onda musicale della Grande Vienna degli Strauss, e quella patriottica del carosello dei Lancieri di Montebello, in alta uniforme del 1884 e lancia di frassino esibita con una sola mano.
Franca Barbuggiani