Una interessante performance è andata in scena nella sede de “Il satiro” a Verona, quartiere Filippini, una sede storica che ha visto nascere spettacoli di diverse compagnie veronesi: un piccolo spazio adatto anche a laboratori teatrali, allenamenti, o a prove aperte con un pubblico selezionato di invitati, come è successo il 26 maggio 2013 con lo spettacolo multimediale “ Macellazione: Se una marionetta uccide un uomo”.
La performance è infatti un’azione teatrale per burattinaio, saxofonista e danzatrice, ideata e scritta da Maurizio Gioco che la interpreta e la agisce con i burattini e le marionette da egli stesso costruite, in un alternarsi tra il racconto/monologo d’attore, le azioni significative con oggetti e la relazione con i burattini e le marionette che compongono lo spettacolo.
Una significativa ed eterogenea prova ( anche d’attore) ci è sembrata, convincente e pregnante nei contenuti, ricca di immagini ed interessanti spunti di regia, che, seppur ancora in itinere, merita attenzione perchè, lontana da facili stereotipi, cerca una via nuova per riflettere ed occuparsi di cronaca e di attualità.
Dice Maurizio Gioco del suo spettacolo:
“ Sono sempre stato colpito da quegli “uomini che uccidono uomini perchè diversi”, nelle idee, nel modo di vestire, nei comportamenti. Da molti anni ho in mente di realizzare una breve pièce su questo argomento. Durante un mio viaggio a Roma, infatti, quando ero ragazzino, ho dormito con il mio sacco a pelo su un sagrato di una chiesa, all’aperto. Al mio risveglio un passante mi raccontò che proprio in quel punto, alcuni giorni prima, era stato dato fuoco ad un “ barbone”, così, senza motivo, per passatempo, un gioco da ragazzi.”
Per raccontare il senso profondo del testo di questo spettacolo Gioco si avvale delle suggestive e profonde improvvisazioni jazz dal vivo di Daniele Pasquali, della danza e della coreografia fluida di Libera Totaro, ma soprattutto delle espressioni verbali dei burattini agiti all’interno di una baracca classica e di quelle altrettanto comunicative non verbali delle marionette con cui interagisce in scena.
Se la scena dei burattini si rifa ad un testo estrapolato da un canovaccio della Commedia dell’Arte che induce alla riflessione sulla morte e il suo significato, ( Gioco non manca di sottolineare anche la differenza di qualità di relazione tra burattini e uomini: i primi che risolvono le dispute a suon di bastonate, i secondi ammazzandosi tra loro ) le marionette diventano in scena quanti, mossi da altrui fili e da altrui volontà, soccombono fino a morire.
“ L’azione scenica” spiega ancora Maurizio Gioco “ha lo scopo di far riflettere sulla facilità che l’essere umano ha di sopprimere la vita, pulsione che assume connotati ancora più forti e dirompenti quando questo gesto avviene contro chi vive ai margini della società, o abbraccia idee differenti, presupposti che evidentemente scatenano paure dentro le coscienze e reazioni umane abnormi.”
Buona l’accoglienza del pubblico. Molti i commenti positivi e viva l’attenzione anche critica, con suggerimenti costruttivi e apprezzamenti, indice di una fertilità ideativa capace di coinvolgere.
Emanuela Dal Pozzo