Nel significativo titolo aggiornato all’anno in corso, “ Commedia dell’Arte 2013”sta il senso principale dello spettacolo prodotto dal Teatro Scientifico- Teatro Laboratorio e allestito nella coinvolgente corte medievale del Mercato Vecchio dal 23 al 26 luglio 2013, all’interno delle proposte dell’Estate Teatrale Veronese.
Da subito non mancano i collegamenti con la realtà attuale, dalle barche cariche di uomini che si indovinano essere quelle “della speranza”, presenti nel video di Stefania Tramarin, agli intrecci e bugie amorose che si rincorrono lungo i passaggi laterali alla platea, di giovani ragazzi d’oggi al cellulare, alla composita compagnia di “guitti” che irrompe in palcoscenico e che abbraccerà durante lo spettacolo ogni fascia d’età in un trade union tra le nuovissime generazioni ( è presente anche un neonato) e quelle già vissute.
La freschezza dello spettacolo e la sua attualità, pur nel filo della tradizione, è da subito evidente: non sarà uno spettacolo preconfezionato ma si avvarrà di canovacci, come era d’uso all’epoca, alcuni dei quali celebri e non scelti casualmente, che diventeranno corali e spina dorsale dello spettacolo, come “ la fame” e “la pulce”, con le coinvolgenti musiche dal vivo in scena di Valerio Mauro e Elisa Goldoni.
Già nel prologo si avvisa il pubblico che la Commedia farà rivivere le maschere tradizionali pescate dal repertorio del ‘400 e ‘500 e Isabella Caserta sorprende nell’interpretazione di una servetta del tutto distante dalla Colombina cui siamo abituati, vezzosa e furbetta, piuttosto donna di mondo smaliziata e navigata negli affari della vita, capace di intrattenere e provocare il pubblico fino a farlo partecipare direttamente alla grande festa dei guitti di piazza.
Ugualmente i canoni stilistici cui Goldoni ci ha abituato, con la sua rilettura della Commedia poi diventata di patrimonio diffuso, vengono decisamente stravolti per tornare alle origini di quest’arte popolare, giocata sull’improvvisazione e sulla verità delle maschere.
Ne esce un miscuglio piacevolmente sorprendente, in cui la lingua pavana sostituisce quella veneziana, “il Magnifico” soppianta la maschera più conosciuta di Pantalone, e i bambini Riccardo e Angelica Caserta, in una fortunata scelta di regia, scimmiottano in un doppio ciò che “i grandi” recitano in scena. ( A parte la piacevolezza estetica di questa trovata è evidente il senso di continuità di una tradizione che vuole essere tramandata). Ma soprattutto lo spettacolo, nella carrellata di maschere proposte, sottolineate più nelle singole caratteristiche ( bravo Andrea de Manincor nel suo agile Arlecchino) che nella serratezza e nel ritmo dei dialoghi, comunica il piacere dello stare insieme, nella variopinta e a tratti spumeggiante diversità di ciascuno, ( non manca nemmeno una carrozzina con un disabile guidata da Jana Balkan che attraversa ad un certo punto la scena) a significare che la piazza è di tutti, che il teatro è vita: la vita in questo caso di una famiglia che celebra proprio in questi giorni la scomparsa di Ezio Maria Caserta, e lo spettacolo diventa un corale tributo al fondatore del Teatro Laboratorio.
Il cast oltre agli attori citati: Elisa Bertato, Davide Bertelli, Martina Colli, Francesco Laruffa, Alberto Novarin, Andrea Pasetto, Maurizio Perugini, Stefano Sorpresa, Luigi Vandelli, Dunya e Nina Cominacini.
Le maschere sono di Donato Sartori e della Fucina dei Miracoli, i costumi di Mariana Bardega.
La compagnia professionista veronese Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio, impegnata a settembre nell’organizzazzione di “Sguardi- Festa Vetrina del Teatro Contemporaneo”, nella quale parteciperà con lo spettacolo “Orgia” di Pasolini, si accinge alla preparazione della nuova produzione “Edema/Medea”, prima della consueta programmazione invernale al Teatro Scientifico.
Emanuela Dal Pozzo