Un Requiem intenso , morbido nell’espressione, giocato ed espresso con mirabile equilibrio di piani sonori atti a creare una dinamica in cui i pianissimi ed i fortissimi orchestrali concorrono a determinare un insieme di straordinaria intensità è quello che il M. Fabio Luisi, alla guida dell’Orchestra stabile ha presentato al Teatro Carlo Felice di Genova lo scorso 27 ottobre 2013. La direzione di Luisi si è distinta per la precisione della dinamica nelle diverse sezioni e per la spiccata teatralità ( le trombe dislocate in punti diversi della galleria, secondo il dettato verdiano, contribuivano ad aumentare la drammatica potenza di questa teatralissima , ma non per questo meno spirituale. pagina verdiana) e, nonostante qualche disequilibrio nell’esecuzione orchestrale , riusciva a trasmetterne tutta la drammatica compattezza .
Il cast , che vedeva la sostituzione di Kristin Lewis con Maria Josè Siri e di Saimir Pirgu con Giorgio Berrugi e che confermava invece Daniela Barcellona e Andrea Mastroni si comportava con sostanziale professionalità senza comunque raggiungere le vette di eccellenza che il capolavoro verdiano , scoglio temibile per qualsiasi artista , pretenderebbe.
La Siri è un’artista molto interessante , specie per la miscela di buona vocalità, tecnica e attenta cura all’ espressività mai disgiunta dalla parola ed anche nella temibile partitura verdiana si è sostanzialmente ben comportata. Forse non sempre perfettamente calibrata nell’emissione, la brava artista ha comunque assai ben compensato qualche imprecisione prettamente tecnica con un’interpretazione assai sofferta e partecipata e, in pieno accordo con la lettura di Luisi , ha cantato sul fiato e la parola sempre attenta all’espressiva e solenne profondità del testo latino.
Daniela Barcellona , ormai votata al repertorio verdiano, confermava le sue qualità artistiche ma rimaneva sempre concentrata su di una lettura, certo precisa, ma pervasa da una certa freddezza . In realtà la Barcellona avrebbe il timbro ideale per questa partitura in quanto Verdi, quando la scrisse, aveva come interprete Maria Waldmann, di cui amava ed apprezzava le tonalità contraltili e per cui scrisse il “Liber scriptus”, ma le manca forse ancora quella potente carica drammatica che nel teatro di Verdi non può mai mancare. Resta comunque distinta interprete di riferimento in questo momento per questo ruolo, che ha cantato con tutti i più grandi Direttori.
Giorgio Berrugi , pur mostrando una bella timbrica ed un ‘altrettanto attenta cura musicale, non mostrava di trovarsi particolarmente a suo agio nella partitura verdiana che risolveva senza particolare spessore espressivo o brillantezza esecutiva.
Buona per il timbro molto profondo ed espressivo ma nel complesso deludente la prova del basso Andrea Mastroni che , specie nel “Confutatis “ mostrava troppe incertezze nell’ intonazione ed anche sul fronte più prettamente musicale ed espressivo non raggiungeva il grande spessore musicale ed interpretativo richiesto in partitura.
Sostanzialmente coinvolto il Coro del Teatro Carlo Felice di Genova diretto dal M° Patrizia Priarone.
Platea sostanzialmente piena per questo interessante Requiem (dedicato peraltro alla memoria delle vittime della tragedia di Lampedusa) che, nelle mani di Luisi, trovava giusta pienezza drammatica ed espressiva.
Silvia Campana