Giovedì 20 febbraio, presso la sala conferenze del Banco Popolare, via Cosimo 10, Verona, lo scrittore Gianrico Carofiglio ha intrattenuto commercialisti e avvocati su un tema di grande importanza per professioni, come le loro, che si articolano sull’uso della parola.
“Scrivere, argomentare, persuadere”, questo il titolo del seminario, organizzato dall’Associazione VE.G.A, Veronesi giuriste associate, che per quattro piacevoli ore ha calamitato l’attenzione sul linguaggio del diritto, incontro in cui non sono mancati riferimenti ironici e riflessioni pratiche.
Si tratta di un lessico tecnico, ma anche “sacerdotale”, ha sottolineato Carofiglio, in cui prevale l’oscurità come “negazione del linguaggio e della sua comunicativa”. Abbondano gli aggettivi e una sorta di pomposa e arcaica terminologia, spesso inutile e soprattutto stereotipata e poco funzionale al contenuto da esporre.
Il relatore, ex magistrato e quindi esperto conoscitore di questo ambito, ha invitato alla chiarezza e all’essenzialità e, da abile scrittore quale egli è, a ridurre l’uso delle subordinate che si snodano in gerghi ridondanti, a volte un po’ ridicoli.
Scopo del seminario, quindi, dar vita ad una scrittura giuridica asciutta, per essere realmente comunicativi ed efficaci e coinvolgere positivamente l’interlocutore.
Interessanti i riferimenti al grande narratore Italo Calvino, che difendeva l’uso di termini precisi e concreti per allontanarsi dalle espressioni generiche e astratte.
A corredo è stato consegnato ai partecipanti un opuscolo con gli estratti della conferenza e in appendice “le istruzioni” per migliorare il linguaggio attraverso suggerimenti di lessico, morfosintassi e stile.
Gianrico Carofiglio è uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei ed ha al suo attivo romanzi, racconti, saggi, audiolibri e sceneggiature televisive. Nel 2013 ha pubblicato, per Rizzoli “Il bordo vertiginoso delle cose”; del 2011 invece “Il silenzio dell’onda”, sempre edito da Rizzoli, romanzo in cui le vite dei protagonisti si intrecciano in un groviglio fatto di abbandoni e sensi di colpa. Ciascuno, a modo suo, sta compiendo una fuga e casualmente entrambe approdano alla stessa ancora di salvezza: lo studio di uno psicanalista.
Ancora una volta, lo scrittore mette in atto una collaudata strategia narrativa che fa perno attorno al mondo delle Forze dell’Ordine e della Giustizia, e, in linea con quanto affermato nel seminario a Verona, fa uso di un lessico immediato e pulito , trascinandoci in quel mondo che probabilmente sente ancora suo.
Daniela Marani