IL QUARTETTO DI CREMONA AL TEATRO RISTORI DI VERONA

Al Teatro Ristori di Verona, per gli “Amici della Musica” che da più di un secolo ininterrottamente offrono proposte musicali ai numerosi soci e appassionati attraverso concerti tenuti dai più prestigiosi solisti e gruppi cameristici del mondo, il 14 ottobre, al secondo appuntamento della stagione 2018-19, era protagonista il “Quartetto di Cremona”.

Attivo dal 2000 e apprezzato da critica e pubblico di tutto il mondo in un ampio repertorio che da Haydn spazia fino alla musica contemporanea, è considerato il legittimo erede del mitico “Quartetto italiano”.

Eclettico il programma proposto a Verona. Cristiano Gualco, violino, Paolo Andreoli, violino, Simone Gramaglia, viola, Giovanni Scaglione, violoncello, hanno aperto la serata con una composizione pucciniana, “Crisantemi”, offerta con intensa adesione al clima mesto e doloroso che ispira la pagina, scritta in occasione della morte di Amedeo di Savoia. Il resto del programma ha compreso due pagine della maturità dei sommi Mozart e Beethoven: il “Quartetto per archi n.20 in Re maggiore K499”, dedicato all’editore Offmeister (che lo pubblicò e dal quale prese anche il nome) caratterizzato da una certa libertà stilistica rispetto ai precedenti sei quartetti dedicati a Haydn, e scritto dopo circa un anno da quando il Salisburghese aveva abbandonato il genere data la tiepida accoglienza registrata delle sei composizioni precedenti (ora invece considerate ai vertici della letteratura cameristica); e, del secondo, il “Quartetto per archi n.15 in La minore op.132”, caratterizzato da una sorprendente articolazione in cinque movimenti, in luogo dei canonici quattro, e da una varietà agogica che riflette situazioni espressive alquanto contrastanti.

L’affiatatissimo quartetto, le ha esplorate con straordinaria sensibilità musicale e impeccabile tecnica, avente nell’eleganza del fraseggio e nell’omogeneità di suono i principali punti di forza.

Un suono mirabilmente omogeneo, favorito anche dal privilegio, per i quattro musicisti, di potersi esibire su strumenti quali quelli del “Paganini Quartet” di Antonio Stradivari, concesso in prestito dalla Nippon Music Foundation, e che la formazione di Cremona alterna con altri quattro mirabili “arnesi”, un violino Guadagnini e un Testore, una viola Turazzi e un violoncello Amati, affidati loro dalla Kulturfond Peter Eckes.

Suono, peraltro, opportunamente variato per adeguarsi ai diversi mondi dei diversi autori eseguiti e che nella beethoveniana “Canzona di ringraziamento” si è fatto particolarmente essenziale e asciutto, a sottolineare il ricordo della sofferenza patita.

Prima di congedarsi, il “Quartetto di Cremona” ha voluto rendere omaggio, con l’esecuzione fuori programma dell’Andante dal “Quartetto KV465” di Mozart, all’indimenticato presidente degli Amici della Musica di Verona, m.o Guido Begal, che intuendo la valentia della formazione allora agli inizi di carriera, la invitò per la prima volta a esibirsi per gli Amici della Musica di Verona. Pubblico in visibilio.

Ascoltato il 14 ottobre

Franca Barbuggiani

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