Mentre il sindaco Tosi di Verona si interroga sull’atteggiamento da tenere nei confronti dei “poveri”, problema che lo assilla talmente da giungere a tappezzare la città con manifesti di divieto di dare loro cibo ( forse pensa di eliminarli così definitivamente risolvendo il problema della povertà?), ben altri manifesti invadono negli stessi giorni il piccolo Comune di Costa di Mezzate, in provincia di Bergamo, impegnato ad accogliere compagnie e artisti di teatro di strada di tutto il mondo.
Parliamo del Festival “Magie al Borgo”: tre giorni di full immersion di spettacoli per le vie del centro, esibizioni gratuite ( nessun biglietto d’ingresso al paese, come succede invece in altri festival simili) e per tutta la giornata di venerdì solo artisti selezionati “ a cappello”.
Pare strano un accostamento tra due eventi come questi che parrebbero avere così poco in comune, eppure, visti sotto l’aspetto culturale ( sotto il profilo più strettamente politico ne parleremmo volentieri in altra sede) sono il simbolico segno di come la mente possa essere diversamente occupata: ristretta od allargata, ignorante o aperta alla conoscenza.
Né si può pensare che questa diversa occupazione sia determinata dalle ristrettezze economiche cui spesso si fa riferimento quando si tratta di cultura, perchè, lo ricordiamo, il piccolo Borgo di Costa di Mezzate conta solo 3000 anime che interamente si mobilita nell’organizzazione di un Festival che prevede 33 spettacoli in 94 repliche, per un’affluenza di pubblico stimata intorno ai 20.000-30.000 spettatori, con una sovvenzione comunale di 12.000 euro ( cui quest’anno sono stati aggiunti eccezionalmente da una Fondazione altri 8.000) e un capillare lavoro di volontariato.
“Cosa se ne ricava dunque da tutto ciò?” chiederebbe un qualsiasi politico. Tre cose: la prima un’educazione al rispetto, alla diversità, all’apertura mentale, all’ascolto per i cittadini; la seconda la conoscenza dei tanti linguaggi teatrali, non ultimo il confronto con le genialità creative ed inventive dei singoli artisti ( questo festival non smette mai di stupirci) e terza, la più cara ai nostri politici, il ritorno economico, nella frenetica attività dei negozi e dei punti di ristoro del paese.
Emanuela Dal Pozzo