Verona festeggia il 4 maggio 2014 la giornata mondiale della danza al Teatro Camploy di Verona, per l’occasione concesso dal Comune di Verona al ballerino coreografo Leo Doria Picchirallo, ideatore ed organizzatore dell’iniziativa.
L’iniziativa, svoltasi con il Patrocinio della Regione Veneto e dell’Ufficio Scolastico Provinciale è stata presentata, oltre che patrocinata, dall’Assessore al Decentramento del Comune di Verona Antonio Lella, quale progetto denominato “ Quartieri in Danza” capace di “diffondere e far conoscere in tutti i quartieri anche questa importante ed apprezzata disciplina artistica… (con) il duplice obiettivo di divertire e stimolare l’amore per questa disciplina, soprattutto nei nostri giovani.”
All’importante obiettivo di valenza educativa didattica sottolineato dalle autorità, che ha visto nel corso della giornata un fitto calendario di lezioni/evento aperte al pubblico, con l’accompagnamento musicale al pianoforte di Michele Pellegrino in una panoramica composita di stili e tipologie di danze, si sono aggiunti però, e non solo a nostro giudizio, una eccezionale qualità delle proposte grazie ai personaggi invitati, tra i quali M° Elisa Scala, docente della scuola di ballo del Teatro alla Scala, M° Elena Cipollini, docente della scuola di ballo del Teatro Carcano di Milano, M° carmen Ragghianti, diplomata Maitre de ballet del Teatro alla Scala e docente Dancehause a Milano, M° Iguasel Sancez dell’Accademia Joan Magrina di Barcellona, M° Emanuela Tagliavia, docente di danza contemporanea della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano.
L’alto livello complessivo è stato poi particolarmente evidente nel Galà di danza conclusivo denominato “Danza e Danze”, nel quale si sono esibiti artisti internazionali e giovani talenti, alternati a particolari percorsi di ricerca nell’ambito della danza “storica” della Compagnia “Baroccocò”, in quello della danza contemporanea, e nell’esibizione dei giovani allievi dell’Accademia di Danza “Settantasettebisdance” diretta da Leo Doria Picchirallo.
Il Galà, presentato dalla critica teatrale Fernanda Hrelia, cui ha assistito un folto pubblico, non solo ha saputo stupire piacevolmente per l’alta qualità di alcune performance, ma ha offerto anche, nell’eterogeneità degli approcci e dei livelli, un messaggio di fondamentale valenza: la danza è uno strumento di espressione e in quanto tale adatto a tutti e a tutte le età.
Gioioso il clima che si è respirato, tanto da ricordare il messaggio di Lindsey Kemp l’ultima volta che ha tenuto una lezione aperta al pubblico al Teatro Nuovo: la danza è un messaggio di gioia da donare agli altri.
La giornata, ad ingresso libero, è stata anche occasione di raccolta fondi per l’Associazione LE.VISS.
L’INTERVISTA A LEO DORIA PICCHIRALLO
Avvicino il M° Leo Doria Picchirallo nel suo camerino al Camploy. Mi concede una breve intervista tra un evento e l’altro della giornata.
Qual’è il suo percorso artistico?
Ho fatto un percorso per certi versi anticonformista, cioè al contrario. Ho cominciato con le trasmissioni televisive, ma abbastanza presto ho capito che se mi fossi fermato lì non avrei imparato tutto quello che poi ho appreso. Mi guardavo intorno, viaggiavo molto, volevo conoscere, imparare e per alcuni anni ho fatto diverse esperienze. Sono andato quindi a Milano e ho avuto la fortuna di entrare nel corpo di ballo di Carla Fracci alla Scala. Poi è subentrato il mio desiderio di fermarmi, di avere una famiglia, degli affetti, così sono approdato al corpo di ballo dell’Arena di Verona. Ci sono rimasto vent’anni. Quando sono andato in pensione ho capito che il mio desiderio era quello di insegnare, ma insegnare in una scuola che non fosse mia mi avrebbe portato ad accettare compromessi che non volevo, così capii che l’unica strada percorribile era quella di dirigere una scuola di danza, cosa che feci nel 2005 quando trovai a Verona uno spazio adatto. E’ così che è nata l’Accademia di Danza “Settantasettebisdance” che tuttora dirigo. Ho cominciato con 3 allievi ora sono quasi 100.
La scuola è rivolta solo ai ragazzi?
No, ci sono anche adulti, anche se l’obiettivo principale della scuola è quello di offrire ai ragazzi di Verona e provincia la possibilità di frequentare una scuola specializzata per la preparazione di danzatori ad alto livello e propedeutica al loro inserimento nelle importanti Accademie italiane ( Accademia della Scala) o europee. Questo per sopperire alla difficoltà delle famiglie di vedere lontani dalla famiglia gli allievi danzatori, che dovrebbero cominciare già all’età di 10 anni se intenzionati ad intraprendere la carriera professionale.
Qual è il suo rapporto con la città di Verona e con le altre scuole di danza?
Con il Comune di Verona è ottimo, così come con il Provveditorato agli studi con cui collaboro con saggi su tematiche civili o ricorrenze particolari. A Verona esistono una cinquantina di scuole di danza, anche di buon livello. I rapporti sono buoni anche se credo che a Verona manchino l’apertura e la collaborazione che ci dovrebbero essere. Si tende a chiudersi nel proprio ambito. Sono di origine pugliese, ho viaggiato e sono stato molti anni a Milano e queste cose le noto.
Ha finanziamenti pubblici, ad esempio per l’organizzazione di questa giornata?
No, diciamo che il Comune contribuisce offrendomi il Teatro Camploy ma l’intera organizzazione dell’evento dipende da me e tutti gli artisti invitati vi partecipano a titolo gratuito, solo con un rimborso spese, grazie all’amicizia che ci lega e all’amore per la danza.
Esiste, secondo lei, una ricerca nella danza oggi?
Assolutamente si. E’ tutto molto veloce. Io cerco di portare i miei allievi a vedere tutto ciò che posso perchè aprano la mente e si confrontino e loro me ne sono grati. Poi certo oggi mancano i grandi maestri, quelli che ho avuto la fortuna di incontrare io, i possessori di un bagaglio enorme personale, unico e irripetibile.
Emanuela Dal Pozzo