TERRITORIO ROMAGNOLO: L’ ARTE DELLE TELE STAMPATE A MANO

Gambettola è un piccolo paese nell’entroterra romagnolo, in una posizione privilegiata, a pochi chilometri dal mare e altrettanti dalla zona collinare.

Da alcuni anni è il comune che a settembre ospita la famosa manifestazione “Arrivano dal mare”, il più antico festival del Teatro di Figura in Italia, nato nel 1975.

E’ un territorio legato al ricordo di personaggi famosi come il regista Federico Fellini, i cui nonni abitarono proprio nella campagna gambettolese, ed è “capitale” di una particolare forma d’arte-artigianato: le tele stampate a mano.

La bottega più antica e suggestiva della zona è quella della famiglia Pascucci, singolare per molteplici aspetti. Infatti, gli stampi utilizzati sono tutti intagliati a mano e su di essi viene applicata una pasta colorante a base minerale, dalle varie tonalità, tra cui il ruggine, colore della tradizione, ricavato dall’ossido di ferro. Dopo la stampatura, l’asciugatura al sole (se possibile), il viraggio e il fissaggio dei colori, le stoffe sono stirate per mezzo del mangano, un’antichissima pressa ottocentesca.

Quando si accede al locale, la visione è strabiliante: centinaia di tele di lino bianche pendono dal soffitto e mostrano i meravigliosi disegni che le caratterizzano. Si tratta non soltanto di figure ed immagini tradizionali, ma di vere e proprie opere legate ad artisti attivi sul territorio. Tra i più importanti ricordiamo Tonino Guerra, soggettista e sceneggiatore di fama internazionale, morto qualche anno fa. La sua arte si sprigiona nei tulipani e nelle farfalle tracciate con segno semplice ma incisivo, così com’era la sua poetica, la sua espressione lirica. Seguono gli “uccellini” dell’illustratore grafico Vittorio Belli che, in un volo immaginario, si rincorrono lungo i bordi delle candide tele; e ancora i disegni infantili di Gianfranco Zavalloni, decori allegri , un po’ comici ma istintivi, quasi gestuali, che accentuano l’aspetto artistico di questa antica forma artigianale.

A dare ulteriore valore a tale affermazione è la presenza di tele originali, ancora conservate in torselli e divenute preziose e introvabili perché ricavate lavorando il telaio a mano, e i circa 3000 stampi ordinati in un deposito-archivio.

La famiglia Pascucci percorre quindi un cammino fatto di ricerca e originalità, riproducendo opere di artisti contemporanei con una tecnica antica come questa, attivando così una sensibile ed affascinante compenetrazione tra tradizione e modernità.

Appena si esce dalla bottega e si volta l’angolo, ci si imbatte in un monumento estremamente singolare: lo “Strazz doni oh”, ovvero lo straccivendolo. In qualche modo, questa statua si lega alle tele stampate a mano dato che i cenciaroli, in tempi ormai antichi, raccoglievano proprio gli stracci di lino, cotone e canapa perché venissero lavorati e se ne ricavasse la carta; professionisti degni, quindi, di un monumento.

Daniela Marani

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