“ La Sfida della mummia” di Elizabeth Peters Edizioni Teadue (2010) è il primo capitolo dell’entusiasmante saga che ha come protagonista Amelia Peabody, un’ultratrentenne britannica che alla fine del 1800 decide di usare l’eredità paterna per visitare i luoghi che l’avevano da sempre affascinata. Il suo tour la porterà in Egitto e la terra dei faraoni diventerà in breve tempo la sua vera casa. Qui conoscerà persone che entreranno prepotentemente nella sua vita e la cambieranno in modo imprevedibile, sempre alternando scavi archeologici e delitti.
Infatti sembra che il crimine non riesca a starle lontano e ogni spedizione – a partire da questa – sarà sempre movimentata dai più incredibili e a prima vista inesplicabili misteri.
Elizabeth Peters – che è poi lo pseudonimo di Barbara Mertz, famosa egittologa statunitense – sa raccontare l’Egitto e il periodo storico di inizio novecento in modo chiaro, coinvolgente e soprattutto ‘garbato’.
Durante la lettura non si può non provare simpatia per l’irriducibile Amelia che porta avanti la sua battaglia di convinta suffragetta, mentre scava nel memorabile sito di Amarna.
I suoi scontri con Radcliffe Emerson, l’archeologo misogino che occupava precedentemente il sito, diventano una consuetudine insieme alla presenza inquietante di una mummia che sembra prendersela soprattutto con Evelyn, la dolce compagna di viaggio della Peabody che nasconde un triste segreto.
La storia di Amelia e della sua famiglia si snocciolerà attraverso ben 17 romanzi, di cui solo 12 tradotti in italiano.
Devo dire che l’elemento meno valido è per me la traduzione dei titoli: sarebbe stato meglio usare quella letterale invece di quella sensazionalistica e banale che i libri presentano nella nostra lingua.
Faccio un esempio. Il titolo del sesto episodio in italiano è “Il mistero della città perduta” , mentre quello originale recita “The Last Camel Died at Noon” che è sicuramente più intrigante.
Adriana Barattelli