INTERVISTA A RICCARDO CARBUTTI, DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL DI ANDRIA CASTEL DEI MONDI, PER LA SEZIONE “INTERNAZIONALE E NUOVE TECNOLOGIE”

Intanto i miei complimenti per la bellissima creazione visiva “Tapis Magiques- L’origine du monde” che ieri ho avuto occasione di vedere nella corte del Castel del Monte e che mi ha particolarmente colpito anche per come è stata accolta dal pubblico. Come nasce la scelta di eventi di questo tipo all’interno di un Festival teatrale nella sezione da lei diretta ?

Ho una forte capacità immaginativa. Vedo il realizzarsi dell’evento e la reazione della gente prima che ciò accada. Ritengo di avere una particolare sensibilità che mi viene sia dalla lunga esperienza nel settore, sia dalla conoscenza del territorio ed ero certo che l’installazione sarebbe stata particolarmente apprezzata dalle famiglie, tanto dai bambini quanto dagli adulti.

L’idea di queste forme artistiche interattive si concretizza già nel 2009, nella piazza Cardura di Andria, in un momento in cui si cerca di rilanciare la piazza allora deserta anche in chiave imprenditoriale. In occasione del termine dei lavori urbani tesi al rilancio della piazza cittadina quale luogo attivo della città, il festival già attivo dagli anni precedenti, diventa momento di rigenerazione del territorio. In quell’occasione porto qui ad Andria “Obludarium” dei Fratelli Forman, una sorta di “Planetarium dei mostri”, espressione dell’immaginario poetico di figura del teatro della Repubblica Ceca, una struttura aperta agli spettatori e allestita nella piazza, all’interno della quale vengono agite delle scene. Dopo il primo momento di perplessità da parte della cittadinanza è stata una corsa al biglietto per potersi accaparrare l’occasione di entrare. A questo primo successo se ne è aggiunto gli anni successivi un altro, sempre nella stessa piazza e all’interno del Festival, stavolta più centrato nella commistione musica/teatro. Ma per capire la necessità e l’evoluzione di questo apporto/ innesto in un festival di teatro inizialmente tradizionale bisogna fare un passo indietro nel 1989, quando attratto dalla ricerca del nuovo nel teatro ho improvvisamente interrotto la tradizione classica degli spettacoli dei “ De Filippo” e Company proponendo compagnie emergenti italiane, qui in Puglia del tutto sconosciute. Fu un flop rispetto all’adesione del pubblico che mi diede modo di pensare e di comprendere che il salto era troppo lungo: il pubblico non era pronto e se avessi voluto conquistarlo avrei dovuto” educarlo” un po’ per volta, portandolo gradatamente verso le nuove forme di teatro, obiettivo perseguito già dai primi anni di direzione artistica del festival. Particolarmente nei due trienni, dal 2006 al 2011, il Festival, sotto la mia direzione, si concentra su un teatro popolare ma di qualità, fino ad arrivare alle contaminazioni più avanguardistiche di oggi, legate tanto alle nuove tecnologie quanto ad un’idea di internazionalità. Al contempo il Format del Festival ha privilegiato la coproduzione con compagnie allora poco conosciute, sulle quali ha investito con successo dato il risultato ottenuto a livello nazionale, come quella di Gianfranco Berardi, La luna nel letto e Ricci Forte.

Come vede il teatro lei oggi?

Oggi credo che debba essere cambiata la politica dei Teatri Stabili, che spesso infilano nella loro programmazione nuove compagnie solo per dimostrare la propria “apertura” al nuovo, privilegiando la loro notorietà già acquisita, piuttosto che ricercare la creatività insita nelle produzioni giovani, dando spazio e voce a quanti dimostrano di sapere emergere per qualità. Anche nel performativo andrebbe effettuata una scrematura capace di far brillare il talento.

Quali sono i suoi progetti futuri o i cambiamenti che pensa potranno essere utili per il festival dell’anno prossimo?

E’ ancora presto per delineare il prossimo Festival, ma posso dire con orgoglio che il Festival di Andria è inserito in un progetto più ampio , il Finestate Festival ,che vede coinvolte altre realtà di Festival Nazionali quali quelli di Bassano, di Terni, di Prato e di Cagliari, interessati al teatro performativo e in collegamento con istituzioni straniere. Questa collaborazione ha portato ad una commissione di selezione collettiva che da un lato garantisce un’omogeneità di proposte di qualità e dall’altro ci permette di scambiarci esperienze e proposte. Quest’anno ad esempio grazie a questa collaborazione siamo riusciti ad avere qui l’importante presenza di Ivana Muller. Ho anche altri progetti all’estero, in particolare si è avviata una collaborazione interessante con Malta per il Malta Festival, rispetto al quale sono stato personalmente invitato per la sua predisposizione quale unica presenza straniera e ho in mente diversi progetti di possibile sviluppo.

Emanuela Dal Pozzo

condividi questo articolo:
SOCIALICON